Nissoria – Leonforte: “razzismo casaloto”

Succede, in contrada Picinosi a Nissoria a due passi di Leonforte, un fatto: i primi giorni del Maggio scorso una statuina della Vergine viene rubata. Un gesto vandalico, che ha suscitato indignazione fra i residenti. Da quel deprecabile gesto scaturisce però un trionfo di civiltà. Un gruppo nutrito di persone si riunisce spontaneamente, pulisce la Fontana del Conte dove si trovava e si trova l’edicola votiva, rimette una nuova statuina generosamente donata da un privato e animata dal desiderio di migliorare ancora l’ambiente in cui vive, raccoglie una somma di denaro tale da riempire molti dei fossi lungo la strada. Tutto bene, peccato per l’insinuante “vucializzo” atto a screditare l’operato di chi ha fatto anche per chi non ha fatto e per le pesanti allusioni sui migranti, che usano frequentare la zona. Sarà il clima nazionale, sarà l’incapacità di integrare l’altro, sarà l’atavica diffidenza verso chi non si conosce, ma il pensiero comune ha condannato i “nivuri”, che fanno jogging in quel dei Picinosi. Perché? Perché non si è voluto pensare a una bravata o a un oltraggio fatto da locali? Perché è stato così facile trovare il nemico nel forestiero? Cittadini laboriosi, amanti della natura e del bello, padri e madri di famiglia, brave persone generose e altruiste eppure queste brave persone hanno immediatamente, senza alcuna prova, associato il nero all’islamico irrispettoso del nostro credo e delle nostre tradizioni. E’ razzismo? Secondo dati ufficiali, sono cristiani il 53% dei migranti, il 37% islamici e il resto diviso tra varie confessioni. La Nigeria per metà è cristiana; la Somalia e l’Eritrea sono in gran parte cristiane quindi in molti dei paesi di provenienza dei migranti si professa il cristianesimo, ma non importa perché si preferisce pensare al nero come all’islamico terrorista, allo zingaro come al ladro e al terrone come mafioso. I siciliani non sono ontologicamente mafiosi e così pure gli altri.

Gabreilla Grasso
(editorialista e collaboratrice della redazione di ViviSicilia – ViviEnna)

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