Tentato omicidio a Barrafranca, l’impallinato operato due volte

Barrafranca. Ci sono voluti due interventi chirurgici per eliminare pallettoni e pallini, che si trovano nella zona del collo e della spalla di Vincenzo Tambè, 38 anni, vittima di un agguato mortale, giovedì pomeriggio, intorno alle 16, in via Grazia Ferreri, mentre il venditore di auto si trovava a bordo della sua Fiat Barchetta con targa tedesca. I medici dei reparti di Ortopedia e di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Umberto I di Enna hanno dovuto lavorare parecchio prima di eliminare pallettoni e pallini che hanno di fatto fracassato la clavicola e la parte alta dell’omero di Vincenzo Tambè. Non c’è pericolo di vita, ma i medici ancora si sono riservati la prognosi per il pericolo di complicazioni, dovute ai tanti pallini e pallettoni, sparati con due cartucce differenti da un fucile calibro 12. L’agguato aveva come obiettivo la eliminazione di Vincenzo Tambè, che a Colonia gestisce un salone di auto, e con la moglie e i 4 figli viene a Barrafranca solo per trovare i genitori di lei. I carabinieri della locale stazione, coordinati dal colonnello Vincenzo Cubisino che dirige il reparto operativo e dal comandante la compagnia di Piazza Armerina, capitano Michele Cannizzaro, hanno iniziato le indagini, subito dopo l’agguato, ma hanno trovato un muro di omertà insuperabile. Anche lo stesso Vincenzo Tambè, interrogato subito dopo in ospedale ha dichiarato di non avere visto i suoi due aggressori, di non conoscere perché è rimasto vittima di questo attentato mortale. Giovedì pomeriggio, in ospedale, è stata interrogata la moglie, la quale non ha saputo dare alcuna risposta. Era visibilmente sconvolta per quello che aveva subito il marito, ma da lei sono arrivate poche notizie su quella che è l’attività del marito Vincenzo e su quelle che potrebbero essere le cause di questo tentato omicidio. Chi ha sparato, ed erano in due, secondo gli esperti, ha avuto troppa fretta ed ha sbagliato il colpo, che era indirizzato alla testa di Vincenzo Tambè, quindi sono fuggiti, facendo perdere le tracce. La ricerca delle cause di questo tentato omicidio è sicuramente difficile. A prima vista si esclude la matrice mafiosa mentre sembra essere percorribile quella dell’attività di Vincenzo Tambè nella compravendita delle macchine. Può darsi che sia entrato in contrasto con altri venditori di auto, che temono la concorrente visto che Vincenzo Tambè, vivendo a Colonia ed avendo un autosalone, ha maggiori possibilità di offrire auto migliori a prezzi ridotti. I carabinieri si stanno muovendo a tutto campo, anche se ancora una volta si è dovuta registrare l’omertà non solo dell’interessato, ma anche di quelli che hanno visto le fasi dell’agguato ed hanno preferito tacere.