Enna. Proposta giovani comunisti su vendita bevande in bottiglia

ENNA – In questi giorni di fine agosto sta tenendo banco sulle pagine della cronaca di stampa ennese il tema dell’efficacia dell’ordinanza del Sindaco che vieta la vendita di bevande in bottiglie di vetro dalle 20:30 alle 5 del mattino. Sulla questione intervengono anche i Giovani Comunisti del PRC attraverso Paolo Piscopo, del Coordinamento provinciale dell’organizzazione giovanile.
“Il senso civico delle persone non si costruisce a forza di ordinanze! -esordisce Piscopo-. Troppo spesso, infatti, si ci trova a dovere fare i conti con ordinanze e leggi che, emanate per risolvere problemi grandi e piccoli della nostra società a forza di sanzioni pecuniarie (e a volte penali), si infrangono contro l’impossibilità di controllarne l’attuazione per lunghi periodi in maniera capillare. Tali soluzioni risultano di fatto palliative perché negano, o comunque non si interrogano, sull’esistenza di una “matrice sociologica” di certi comportamenti. A tale proposito, basterebbe ricordare come il continuo inasprimento delle sanzioni per la guida in stato di ebrezza non abbia portato, sostanzialmente, a nessun abbattimento tangibile e duraturo delle morti sulle strade”.
“Volendo però concentrarci sulle tematiche più prettamente legate alla nostra città -continua Piscopo- credo che, se si ha realmente a cuore il tema del decoro urbano, il problema delle troppe bottiglie lasciate in giro per le vie della città potrebbe essere risolto con un metodo estremamente semplice: aggiungere al prezzo di ogni bottiglia di vetro e di ogni bevanda servita in un bicchiere di vetro, una piccola caparra che verrà poi contraccambiata dall’esercente non appena l’acquirente la restituirà. In questo modo, in un solo colpo, si potrebbero raggiungere almeno due obbiettivi: eliminare il problema delle bottiglie e dei bicchieri di vetro gettati per le strade della città; grazie alla funzione di deterrenza della caparra, contribuire a ridurre l’eccessivo utilizzo, da parte dei commercianti, dei bicchieri in plastica che, oltre ad essere altamente inquinanti, a maggior ragione in una città come la nostra in cui la raccolta differenziata si attesta su percentuali infime, troppo spesso intasano i cestini, specie nei giorni di maggior presenza di persone in giro per la città (ad esempio nel periodo delle feste religiose). L’utilizzo di piccoli accorgimento come questo è estremamente diffuso in Europa e fa parte di una strategia più generale di contenimento della produzione dei rifiuti che è, a nostro avviso, un metodo più corretto ed ecocompatibile della costruzione di nuove discariche in un ottica di ottimizzazione del ciclo dei rifiuti. Non varrebbe la pena -conclude Piscopo- cominciare ad orientarci anche nel nostro Paese verso tali soluzioni?”