Enna. Dissesto e pericolosità idrogeomorfologiche del capoluogo

Enna. Il consiglio comunale, nella riunione di martedì scorso, ha votato un ordine del giorno dove impegna il sindaco Agnello e la giunta comunale ad individuare le aree a rischio dissesto idrogeomorfologico del territorio comunale ed a predisporre interventi urgenti nelle aree a maggiore rischio di dissesto, a richiedere finanziamenti per la messa in sicurezza del territorio. Alcune delle cose richieste dall’ordine del giorno, già esistono da tempo, sarebbe bastato che l’Ufficio tecnico fornisse ai consiglieri una cartina tipografica del PAI (Piano assetto idrogeologico), elaborata dalla Regione Siciliana per rendersi conto di quali sono le zone a rischio del capoluogo ennese. Tra l’altro queste zone hanno un loro grado di priorità ed un codice di dissesto, ”uno” per quelli difficili e “tre” per quelli meno difficili. Per quanto riguarda il codice di dissesto “uno” come priorità nel territorio comunale ci sono le pendici a monte di via Pergusa, dove già si sono fatti i lavori di consolidamento delle pendici; la strada provinciale “51”, nei pressi di San Calogero dove esiste una scheda di fattibilità e dove l’importo previsto di interventi si aggira intorno ai 6 milioni di euro, la zona sotto il Castello di Lombardia con un progetto preliminare che prevede un intervento di 2 milioni e 150 mila euro; la zona della villa Pisciotto e la discarica del Torcicoda dove sono stati eseguiti i lavori di messa in sicurezza e la zona circostante sempre di villa Pisciotto dove già il comune ha provveduto ad interventi di consolidamento, ma è necessario il completamento. Si tratta proprio di quella parte d’ingresso della famosa “scala mobile” che l’assessorato al Territorio ed il Genio Civile hanno ritenuto essere a rischio R4 (alto rischio). Il grado di priorità “tre” riguarda le “Pendici Ovest” di Papardura, a valle di via dello Stadio; le Pendici Ovest che riguardano la zona del cimitero e del corso Sicilia dove esiste per il primo un progetto preliminare, con un costo che si aggira intorno ai 39 milioni di euro; per il secondo una scheda di fattibilità ed una spesa di circa un miliardo e duecento milioni di euro. C’è un consolidamento della zona di Rocca di Cerere e Poggio Baronessa che è stato finanziato e poi le pendici che interessano il viale Caterina Savoca e che interessano anche la “Panoramica”. Anzi è stato sostenuto che Panoramica e pendici devono camminare assieme se si vuole veramente risolvere il problema del dissesto. L’altro intervento riguarda sotto il Belvedere dove sono necessari degli interventi di consolidamento delle pendici e dove bisognerà effettuare delle indagini. Dunque sono tante le zone che hanno una certa priorità, ma è anche vero che sono poche quelle che hanno un supporto tecnico, vale a dire un progetto che possa consentire di accedere a finanziamenti della Regione o della Protezione Civile. Per andare avanti nella realizzazione di queste opere sono necessari progetti cantierabili, cosa che mancano attualmente sia all’amministrazione comunale che a quella provinciale, per cui appare difficile riuscire a trovare i finanziamenti idonei per gli interventi.