Enna. Nuove dichiarazioni sull’omicidio La Paglia

Enna. Il pentito di Mafia, Angelo Di Dio, parente di Gaetano Leonardo, uomo di spicco della famiglia di Cosa Nostra, con una sua dichiarazione ha messo nei guai Emilio Burrasca, che attualmente è sotto processo davanti il tribunale minorile di Caltanissetta, accusandolo di fatto di essere lui l’autore dell’omicidio di Rosa La Paglia, avvenuto nel marzo del 1994, quando la donna fu soffocata con il suo stesso foulard, mentre rientrava a casa dall’avere fatto degli acquisti, e poi derubata dei suoi averi . “Sentii in un bar che Emilio Burrasca raccontava le fasi dell’omicidio con un pizzico di orgoglio, come se avesse fatto un impresa” ha dichiarato Angelo Di Dio, riferendosi a quel delitto che soltanto con la perizia della Scientifica e le indagini della squadra Mobile riuscirono ad individuare l’autore, che ebbe la dabbenaggine di lasciare un impronta nella porta dell’abitazione di Rosa La Paglia. Gli assassini utilizzarono un foulard. Per questo omicidio sta già scontando una condanna definitiva a 22 anni un altro giovane pregiudicato ennese, Massimo Calzetta. Il collaboratore di giustizia, assieme a un altro pentito, Giancarlo Di Dio, aveva dichiarato più volte di aver appreso dell’omicidio dal fratello di Burrasca, Michelangelo, che però ha negato queste dichiarazioni, sostenendo di non avere mai avuto buoni rapporti con i due attuali collaboratori di giustizia e che queste accuse rivolte sono probabilmente un modo per vendicarsi. Nell’ultima udienza questa dichiarazione apre nuovi scenari perché si tratta di un riferimento ben preciso su questo delitto avvenuto quindici anni fa che ha aggiunto un nuovo tassello. Emilio Burrasca, difeso dall’avvocato Gabriele Cantaro, non ha fatto alcuna dichiarazione ed aspetta il controesame previsto per il 7 gennaio. L’accusa nei confronti di Emilio Burrasca si basa principalmente sulle dichiarazioni dei pentiti, che hanno fatto riaprire l’indagine a 15 anni di distanza dall’uccisione di Rosa La Paglia.