Gibellina al via restauro del Grande Cretto di Burri

PALERMO – Il Grande Cretto, il “sudario” di cemento con cui Alberto Burri ricoprì le macerie della vecchia Gibellina distrutta dal terremoto nel 1968 – e che di fatto è la più grande opera di Land art in Sicilia – sarà restaurato con i fondi del Gioco del Lotto.
L’assessorato regionale dei Beni culturali ha infatti inserito l’opera al primo posto nella graduatoria inviata al Ministero per i beni e le attività culturali con lo stanziamento previsto di 1,2 milioni di euro.
“E’ una promessa mantenuta – ha detto l’assessore regionale ai Beni Culturali, Lino Leanza -. Non potevamo permettere che andasse perduta un’imponente opera della memoria come il Grande Cretto, realizzata sulle rovine di Gibellina da uno dei più grandi artisti contemporanei”.
L’intervento è stato promosso da Riso, Museo di arte contemporanea in Sicilia, che ha coordinato un programma di studi e attività per conservare e tutelare il Grande Cretto, elaborando anche la perizia esecutiva per il recupero, in collaborazione con la Fondazione Orestiadi, la Soprintendenza di Trapani, il Dipartimento di Ingegneria Chimica dell’Università di Palermo e il comune di Gibellina.
Riso, già nel 2007, ha istituito un apposito “Comitato di garanti”, formato da esperti nominati dal Museo, che attraverso il “Cantiere della Conoscenza” ha indicato gli interventi per la pulitura, il consolidamento e il restauro dell’opera.
Il Grande Cretto è un’enorme colata di cemento bianco che compatta i dodici ettari di macerie del centro storico di Gibellina. Il progetto fu avviato nel 1984 e terminato cinque anni dopo. Le macerie furono distrutte grazie all’intervento dell’esercito; raccolte con bulldozer, compattate e tenute insieme da reti metalliche. Sopra questi blocchi omogenei fu colato il cemento liquido bianco. Ogni fenditura è larga 2-3 metri, mentre i blocchi sono alti un metro e sessanta circa: la rete antica delle strade, i bagli e i cortili resteranno così eternamente fissati nella memoria.

Fabio Geraci