Pietraperzia. Opposizione a revoca finanziamento palazzo del Governatore
Enna-Cronaca - 26/12/2009
PIETRAPERZIA. La giunta municipale ha nominato l’avvocato Gianfranco Montalbano con studio in Palermo per difendere il comune contro l’assessorato dei lavori pubblici che ha iniziato il procedimento di revoca del finanziamento per il palazzo del Governatore per il quale esiste un finanziamento di restauro di 85 mila euro, il cui progettista di massima è l’architetto Daria Palascino. La revoca assessoriale è dovuta ad alcuni adempimento da parte del comune non fatti in tempo nell’indire la gara d’appalto. Il comune ha impugnato l’atto dell’assessorato regionale ai lavori pubblici davanti al Tar di Palermo ed a breve ci dovrebbe essere il dibattimento per definire il primo giudizio. Il ritardo della gara fu dovuto per un finanziamento della Cassa Depositi e Prestiti, ed il relativo ritardo burocratico. Sono passati circa sei anni dal finanziamento, ma sul progetto vi è stato un contenzioso penale che si è risolto a favore degli amministratori dall’allora.
L’amministrazione è decisa a salvare il finanziamento per fare il restauro del palazzo che ha una sua storia che risale al medioevo ed il restauro è stato inserita nel piano triennale delle opere pubbliche. L’assessorato ai lavori pubblici finanziò l’opera per 850 mila euro grazie alla deputazione provinciale che mostrò molto interesse per l’iniziava ed ottenne il finanziamento.
Il Palazzo del Governatore sorge nel cuore del centro storico del paese e vanta origini antichissime. La sua costruzione risale ai primi anni del XII secolo, periodo in cui l’edificio fu destinato ad essere sede amministrativa e residenziale dell’allora Governatore. Questa figura rappresentava il signore feudale, “il padrone assente”.
Il Palazzo del Governato si trova in pieno centro medioevale e forma una trilogia con l’antico maniero e con Santa Maggiore. Il Palazzo mantiene sua antica monumentalità medioevale e nel contesto è l’unico stabile di tale periodo che può essere recuperato per intero.
Giuseppe Carà