Enna. Immediata risposta del Consigliere Regalbuto su eventuali rifiuti speciali a Pasquasia

Enna. Il Presidente della commissione speciale su Pasquasia, Giuseppe Regalbuto, Consigliere provinciale, a seguito dei dubbi espressi dal collega Consigliere, Sergio Malfitano, su eventuali rifiuti speciali che andrebbero sotterrati nell’ex sito minerario, replica comunicando quanto espletato dalla specifica commissione da lui presieduta e specifica: “La miniera è stata usata come discarica, vogliamo che le scorie vengano portate altrove e che la miniera sia utilizzata per produrre energia pulita non vogliamo più questa minaccia per la nostra salute, inoltre la produzione di magnesio metallico – non inquinante e non tossico – renderebbe la nostra provincia tra le più ricche al mondo e darebbe più di 2600 posti di lavoro”.
Intanto, il commissario delegato per l’Emergenza bonifiche e Tutela delle acque in Sicilia ha ufficialmente comunicato al presidente della Provincia, Giuseppe Monaco e al presidente della Commissione speciale sulla miniera di Pasquasia, Giuseppe Regalbuto di aver ha dato incarico alla società Sviluppo Italia “ Aree Produttive” per predisporre la progettazione relativa alla messa in sicurezza del sito minerario. “Un risultato – ha commentato il presidente della Commissione – che premia il lavoro sinergico portato avanti in questo anno e mezzo di attività assieme all’Amministrazione e agli uffici della Provincia, che hanno dimostrato alta professionalità e la chiara volontà politica di mettere in luce una questione spinosa che si trascina oramai a diversi decenni” .
La messa in sicurezza del sito minerario costituisce la condizione indispensabile per poter avviare nel futuro tutte le azioni che si intenderanno porre in essere nella direzione di una riqualificazione del sito o in termini turistici o di tipo produttivo.
Incoraggiato da questo risultato il presidente della Commissione fa sapere che in questi giorni si recherà, accompagnato dall’assessore provinciale all’Ambiente, Mattia, presso l’assessorato regionale al Territorio. “ Il passaggio successivo- spiegano Mattia e Regalbuto- sarà adesso sollecitare il rilascio del parere che dovrà accordare l’assessorato regionale. Siamo certi che l’assessore Roberto Di Mauro darà mandato ai suoi funzionari di esaminare nel più breve tempo possibile il progetto per consentire l’avvio dei lavori di messa in sicurezza. Abbiamo tracciato un solco dopo anni di sospetto silenzio e continueremo a farlo convinti come siamo che dalla miniera si possa ripartire nella direzione della crescita occupazionale e del risanamento ambientale”.

La relazione:
Con Delibera di Consiglio Provinciale n° 66 del 17/11/2008 viene istituita la Commissione Speciale per lo studio delle problematiche riguardanti la Miniera di Pasquasia (EN).
Fa seguito la Delibera del Consiglio Provinciale della Provincia Regionale di Caltanissetta, n° 46 del 27/10/2008, con la quale il consesso adotta le seguenti risoluzioni:
Indire un Consiglio Provinciale congiunto con la provincia di Enna;
Interrogare il presidente della Regione Siciliana sulla eventualità di utilizzare il dimesso sito minerario de quo quale discarica di fanghi tossici provenienti dal polo chimico di Priolo.
Redigere con gli uffici tecnici delle province interessate uno studio sulla eventuale riapertura della miniera e dello stabilimento di lavorazione dei sali ad essa collegato.
A questi atti deliberativi fa seguito la recentissima volontà della Provincia Regionale di Agrigento, che ai tempi forniva forza lavoro a Pasquasia per circa 200 unità, di partecipare ai lavori di cui sopra.

La Commissione, insediata presso la Provincia Regionale di Enna, presieduta dal Consigliere Giuseppe Regalbuto, ha, alla data odierna, proceduto alla richiesta degli atti relativi presso tutte le amministrazioni e gli enti coinvolti a vario titolo.
A tale richiesta hanno già dato seguito i seguenti enti:

1) Assessore Regionale all’Industria;
2) ARPA DAP Enna;
3) Italkali;
4) Procura della Repubblica di Enna;
5) Commissione Provinciale Tutela ed Ambiente Enna;
6) Corpo Minerario;
7) ENEA Ente Nazionale Energie Alternative, già Ente Nazionale per l’Energia Atomica;
8) Comando Provinciale Guardia di Finanza di Enna;
9) ASL di Enna;
10) Procura della Repubblica di Caltanissetta;

Alla Commissione hanno preso parte quali membri nominati i sigg.

– Presidente della Provincia Regionale di Enna;
– Presidente del Consiglio;
– Presidente della Commissione Speciale;
– Capigruppo Consiglio Provinciale Enna;
– Consiglieri provinciali S. Malfitano, S. Musumeci;
– Segretari provinciali Cisl, CGIL, Uil, UGL;
– Dr. Fulvio Frisone;
– Ing. Liborio Petralia;
– Dr. Vincenzo Pace;
– Dr. Gaetano Bognanni;
– Dr. Giuseppe Maria Amato;
– Dr. Angelo Librante;
– Dr. Sebastiano Indili;
– Dr. Daniele Palascino;
– Dr. Maria Fascetto;
– Dr. Salvatore Minardi;
– Sig. Filippo Cameli;

Tipologia del sito

La tipologia del sito è ascrivibile a un’area industriale annessa ad un giacimento minerario all’interno della quale sono presenti aree di varia estensione, sede in passato di specifiche attività industriali, attualmente dismesse.
La destinazione urbanistica del sito minerario in esame che risulta essere “Area mineraria” ricadente nelle Tavole in scala 1:10.000 P 3a e P 3b.

Localizzazione dell’area

Il sito minerario di Pasquasia si trova in provincia di Enna, a circa 18 Km da Enna e circa 22 Km da Caltanissetta, nella zona compresa tra la s.s. n° 122 Agrigentina a Sud, Monte Pasquasia a Nord ed il Fiume Morello ad Est, a circa 440 metri s.l.m., ed interessa un’area di circa 70 ettari.

Uso attuale del sito

Attualmente la miniera di Pasquasia, con l’annesso impianto di trasformazione della materia prima estratta (kainite) in fertilizzante agricolo (solfato di potassio), risulta non attiva.

Storia dell’attività industriale svolta nel sito e descrizione dei processi produttivi

La miniera di Pasquasia, già in concessione alla Italkali S.p.a., è stata attiva dal 1959 fino al 27/07/1992.
Inizialmente l’impianto prevedeva la coltivazione di silvinite (KCl • NaCl) e carnallite (KCl • MgCl2 • 6H2O); in seguito si scoprì un notevole giacimento di kainite (MgSO4 • KCl • 3H2O) l’impianto fu attrezzato con uno stabilimento destinato alla flottazione di quest’ultimo ed alla sua successiva trasformazione in solfato potassico (K2SO4).
Il metodo di coltivazione adottato in miniera era quello definito “a camere e pilastri abbandonati” e distruzione delle soletta fra un livello e l’altro; l’abbattimento veniva eseguito con minatore continuo per le gallerie di tracciamento e preparazione e con volate di mine per la coltivazione.
Le principali macchine utilizzate in sottosuolo erano: minatori continui, perforatrici, pale frontali, carri spatola, dumpers, disgaggiatori meccanici, piattaforme aeree e nastrolinee per l’estrazione ed il trasporto del minerale.
La miniera era dotata di quattro vie che assicuravano la circolazione forzata dell’aria in sotterraneo con una portata di 170 m3/sec circa.

La configurazione delle vie d’aria era la seguente:

– Pozzo n. 1 dismesso e ripienato, tale pozzo si trova all’interno dello stabilimento
– Pozzo n. 2 entrata d’aria, tale pozzo si trova all’interno dello stabilimento
– Pozzo n. 3 entrata d’aria, tale pozzo si trova all’esterno dello stabilimento
– Pozzo n. 4 riflusso, tale pozzo si trova all’esterno dello stabilimento
– Rampa principale riflusso

Le principali caratteristiche delle strutture sopra elencate sono le seguenti:

Pozzo n. 1 – diametro intradosso 6,00 metri
Profondità 1000 metri circa
Pozzo n. 2 – diametro intradosso 6,00 metri
Profondità 750 metri circa in seguito sezionato alla profondità di 460 metri circa
Pozzo n. 3 – diametro intradosso 5,00 metri
Profondità 260 metri circa
Pozzo n. 4 – diametro intradosso 6,00 metri
Profondità 293 metri circa
Rampa Pr. – sezione trasversale 26 m2
Pendenza 17% – Lunghezza 1800 metri circa
Nell’Aprile del 1996 l’Ente Minerario ha provveduto alla saldatura delle porte di accesso al sotterraneo.
A seguito dello scioglimento dell’Ente Minerario Siciliano (E.M.S.), i siti minerari già appartenenti allo stesso Ente sono entrati nel patrimonio della Regione ed in particolare dell’Assessorato Industria che dal 01/10/1999 ha curato la vigilanza mediante l’utilizzo di personale RESAIS.
Nello specifico, come si evince dal verbale della riunione svoltasi presso la Presidenza della Regione il 19/10/1999, la RESAIS disponeva il servizio di guardiania per i siti minerari di Pasquasia, Palo e Bosco a partire dal 01/11/1999.
Con delibera n. 290 del 28/10/1999 della Giunta Regionale, si autorizzava la RESAIS a prorogare l’attuale servizio di guardiania dei siti minerari dell’isola e non oltre il 31/12/1999.
L’attività di guardiania continua a tutt’oggi ad essere assicurata dal personale RESAIS.

Già dalla prima seduta a seguito della presentazione della Commissione da parte del Presidente del Consiglio Provinciale Dr. Massimo Greco, che ha sottolineato come la stessa Commissione sia stata creata su proposta del Consigliere Giuseppe Regalbuto in seduta di CP, sono stati resi noti gli obiettivi della Commissione così riassumibili:

Stabilire lo stato attuale dei luoghi e la loro eventuale necessità di bonifica anche in ragione dei reiterati allarmi presso l’Opinione Pubblica in materia di presenza di scorie nucleari.
Procedere ad un esame delle condizioni geominerarie del giacimento e quindi ad una valutazione dei benefici di una riapertura alla coltivazione o di un uso alternativo in ambito turistico ricreativo.

Durante la seconda seduta di Commissione il Presidente della Provincia Regionale di Enna, Dr. Giuseppe Monaco, ha comunicato alla Commissione che da un incontro con l’Assessore all’Industria On. Dr. Giuseppe Gianni, lo stesso ha confermato l’interesse del Governo regionale alla riapertura degli impianti di coltivazione e lavorazione per la estrazione dei sali potassici e di altri metalli nobili.

Il Presidente Regalbuto comunica di aver ricevuto dal Presidente del Consiglio provinciale di Caltanissetta una nota con la quale si da notizia della Delibera di quel consesso per la partecipazione ai lavori della stessa Commissione, la Commissione vota all’unanimità la disponibilità a condividere il percorso con il Consesso civico nisseno.

I lavori sono stati svolti per altre sedute anche in ragione dei diversi documenti pervenuti.
In sintesi si potrà dire che:
a) Alla luce di quanto avvenuto a partire dagli anni ’80 con il primo studio effettuato dall’ENEA e poi fermato dall’intervento del Sindaco della città di Enna nel 1986, il sito minerario di Pasquasia, così come altri siti della area dell’altipiano gessoso solfifero siciliano sono stati oggetto di più io meno approfondite indagini tecniche per la eventuale realizzazione di un impianto di stoccaggio definitivo delle scorie nucleari ad alta attività provenienti dalle lavorazioni energetiche nucleari.
b) Che gli stessi studi, effettuati in Pasquali solo mediante la realizzazione di una galleria sperimentale da parte dell’ENBEA e con la giustapposizione di simulatori di alta temperatura e lettori delle reazioni geologiche e chimico fisiche della roccia serbatoio, non hanno previsto alcun inserimento di materiali fissili di bassa, media o alta attività;
c) Che il Ministero dell’industria, prima del 1995 aveva accordato alla società Italkali, gestore delle strutture e socio privato dell’Ente Minerario Siciliano, contributi per complessive Lire 30.368.000.000 a fronte di investimenti pari al doppio della somma, per la realizzazione di un vasto piano di implementazione delle attività di coltivazione e lavorazione degli alcali;
d) Che nel Luglio 1992, l’Italkali a seguito di una sentenza del Tribunale di Enna relativa ad un procedimento giudiziario a carico della stessa società per l’inquinmamento elle acque del Fiume Morello e del fiume Salso o Imera Meridionale, chiude repentinamente le attività estrattive e di lavorazione.
e) Che nel 1995 la stessa Italkali consegna al Distretto Minerario di Caltanissetta gli stabilimenti di superficie e le gallerie, fino a tal data in condizioni generali di buona conservazione e funzionalità, ad esclusione di alcuni compartimenti profondi che, non più disgaggiati risultavano pericolosi ad ogni esentale utilizzazione oltre che da danni e malfunzionamenti che il rappresentante della Regione verbalizza come “da approfondire”.
f) Che nel novembre del 1996, il Ministero dell’Industria revoca i Decreti di finanziamento concessi precedentemente a causa della inattività della miniera.
g) Che l’area centrale degli stabilimenti, posta nella omonima contrada Pasquasia, dalla data della consegna al Distretto minerario risulta essere controllata a vista da personale apposito e gestita prima dall’EMS e in seguito allo scioglimento dello stesso, dalla Resais, mentre due dei pozzi, esterni all’area, appaiono incontrollati e avvicinabili anche se con una qualche difficoltà dall’esterno.
h) Nel 2002 la RESAIS Con nota n. 4.958 del 24/05/2002 conferisce all’ARPA l’incarico di redigere il Piano di caratterizzazione relativo al sito minerario di Pasquasia – ENNA. L’Agenzia si è avvalsa della collaborazione dell’ARPA Toscana. Il piano viene redatto in conformità al D.M. n.471/99 recante “…criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza , la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell’articolo 17 del D.L. 05/01/97 n. 22 e successive modificazioni”.
i) Che, con nota del 27 settembre 1996, a poche settimane dalla revoca dei finanziamenti ministeriali, l’Italkali, scrive all’Assessore all’Industria pt. On. Castiglione, che ogni allarme relativo ad esaurimento del minerale coltivabile è da considerarsi del tutto infondato, in quanto da dati e studi geologici approfonditi non solo dai tecnici della stessa Italkali, ma anche da personale tecnico dell’Eni, il giacimento appare di notevole consistenza ed interesse di mercato e che la scelta della chiusura definitiva delle attività estrattive, come già avvenuto a Corvillo,
j) Che nell’Aprile del 1996 l’Ente Minerario ha provveduto alla saldatura delle porte di accesso al sotterraneo.
k) La Commissione ha poi interpellato ufficialmente la Prof. Rosalba Alessi, Commissario Liquidatore dei beni cartolarizzati della Regione Siciliana, in merito alla più volte ventilata cartolarizzazione della miniera e degli impianti di superficie, e, lo stesso Commissario, con nota del 30/01/2009 chiarisce che la Miniera è e rimane bene pubblico del Demanio della Regione Siciliana e che nonostante la liquidazione dell’Ente Minerari io Siciliano, non vi è alcun procedimento di vendita.

Pertanto su espresso la Commissione ad oggi:

Ritiene assolutamente improrogabile la definitiva messa in sicurezza dei luoghi secondo quanto già indicato dal Piano di Caratterizzazione redatto dall’ARPA;
Chiede che si effettui uno studio di ingegneria mineraria atto a chiarire le modalità ed il costo della eventuale messa a regime della miniera e degli impianti, considerando anche la vicinanza ad altri giacimenti similari coltivati in parte o addirittura vergini.
Chiede che la Regione Siciliana, proprietaria del sito, attui una ricerca di mercato per valutare i costi ed i benefici di una riapertura del sito anche nell’ottica di verticalizzazioni ancora non sperimentate a fondo quali quella del Magnesio che, anche in ragione della possibilità di coprire i costi energetici mediante impianti di produzione di energia alternativa, potrebbe ad oggi risultare vantaggiosa.
Comunque, anche nella eventualità che la coltivazione appaia ad oggi antieconomica, nell’ottica della salvaguardia delle risorse ambientali e della durevolezza delle scelte economiche, chiede altresì, che il sito venga bonificato e reso neutro ad ogni impatto verso gli ambienti circostanti e che, anzi, se ne preveda un suo eventuale uso quale monumento di archeologia industriale e del geoturismo, questo anche in considerazione della presenza del giacimento all’interno dei geositi costituenti il patrimonio del Global Geopark Rocca di Cerere, riconosciuto dall’UNESCO.