Sicilia, nella villa di Riina la nuova sede dell’Ordine dei giornalisti

L’ordine dei giornalisti della Sicilia ha una nuova sede: è la villa dove trascorse gli ultimi tempi della sua latitanza il capo dei capi della mafia, il boss Totò Riina. Ad inaugurarla, ieri mattina, a Palermo, era presente il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “La sottrazione dei beni alla mafia – ha detto il ministro durante il taglio del nastro – ha un duplice valore: simbolico, perché dà ai cittadini il segnale che lo Stato va fino in fondo e concreto perché sottrae risorse economiche ai clan che hanno bisogno di denaro per governare l’Antistato”. La nuova casa dei giornalisti è una bellissima villa immersa nel verde all’interno del complesso residenziale confiscato ai costruttori mafiosi Sansone e fa parte di quell’immenso patrimonio di beni confiscati che negli ultimi mesi ha raggiunto il valore di 7 miliardi di euro. Totò Riina venne arrestato a pochi metri dalla nuova sede dell’ordine. “Oggi lanciamo un grande segnale ai cittadini – ha continuato Maroni -, quello che Stato e informazione operano fianco a fianco per distruggere il cancro della società, la mafia. L’appello che rivolgo ai giornalisti è quello di alimentare la consapevolezza che la mafia può essere sconfitta”. “Privare la mafia dei suoi patrimoni – ha concluso Maroni – significa colpire la sua struttura di base. Il problema adesso è saperlo amministrare. Per questo è nata a Reggio Calabria l’Agenzia per i beni confiscati”. Alla cerimonia è intervenuto anche il presidente dell’Ordine regionale siciliano, che afferma: “Questa diventerà la nostra casa, ringrazio il ministro e ha ricordato i tanti giornalisti morti nell’adempimento del proprio dovere – questo posto sarà un presidio di legalità e un luogo di recupero della memoria”. Presenti alla cerimonia anche il capo della polizia Antonio Manganelli, il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Lorenzo del Boca, esponenti delle forze dell’ordine e il sindaco di Palermo Diego Cammarata.