Amministrative Enna: Una iattura per il comune i parlamentari candidati

“Non è il feudo di alcuno la carica di sindaco ad Enna – dichiara Filippo Virzì, coordinatore provinciale della Democrazia cristiana, Filippo Virzì, che si inserisce nel dibattito sulla candidatura del sindaco del capoluogo – non ha bisogno di un dominus, bensì di una figura semplice, onesta, competente, capace di affrontare e risolvere i tanti problemi che oggi travagliano la collettività ennese. Date le note ristrettezze economiche del bilancio comunale, il futuro sindaco deve intestarsi come obiettivi prioritari la razionalizzazione della spesa pubblica e il riordino dei conti comunali. Ci sono, ad Enna, tanti professionisti ed esponenti del mondo sindacale, politico, culturale, che presentano questi requisiti. Composte le liti interne nel centrodestra, i partiti possono guardarsi intorno per individuare la giusta figura da candidare a sindaco nelle prossime elezioni amministrative”. Il coordinatore provinciale della Democrazia cristiana si mostra contrario all’ipotesi, espressa nei giorni scorsi sulla stampa, dell’opportunità della discesa in campo di parlamentari, sia del centrosinistra (Crisafulli) che del centrodestra(Colianni). “Un Sindaco con un doppio incarico sarebbe una iattura per il comune capoluogo per una serie di ragioni. La concentrazione dei poteri, tipica della Politica italiana, è contraria all’etica e alla democrazia. Laddove si è messo in atto tale esperimento, è risultato fallimentare. Chi ha il doppio o il triplo incarico e fa contemporaneamente il deputato, il sindaco, il presidente o componente di società pubbliche o private, non può ovviamente trovare il tempo per conciliare tutte queste cose, con la conseguenza di fare tutto male a danno della collettività amministrata”. “Non si capisce – conclude Virzì – perché la legge, che vieta a un sindaco di candidarsi alle elezioni regionali o politiche (se non si dimette sei mesi prima dal suo incarico), consenta viceversa a un parlamentare di poter fare il sindaco, il più delle volte delegando la responsabilità della gestione amministrativa ai suoi gregari. Due poltrone si sa, sono meglio di una. Ma in politica, se si vuole mantenere viva la dialettica, bisogna rispettare il principio del pluralismo e non quello gerarchico”.