Sen.Mirello Crisafulli risponde alle accuse di Giuseppe Arnone

Mirello Crisafulli, con un leggero ritardo perché impegnato fuori Enna, non ha potuto rispondere subito alle dichiarazioni del consigliere comunale di Agrigento del PD Giuseppe Arnone, intervenuto a “sproposito” sulla questione della candidatura a sindaco del leader del PD ennese. “Premetto – esordisce Mirello Crisafulli – che non ho rapporti con questo signore; vivo ed opero in provincia di Enna dove quelli che conoscono Arnone si potrebbero contare sulle dita di una mano. Non mi sono mai occupato di lui e non mi pare che prima d’ora lui si sia occupato di me. Solo in questi giorni sto raccogliendo documentazione che illustra il personaggio. Scorrendo il testo della lettera vedo che Arnone parla di cose che risalgono a cinque, dieci anni fa. Ed a questo punto sorge spontanea una domanda: Perché Arnone parla solo oggi di fatti che risalgono a dieci anni fa? Finora cosa è stato, omertoso? Nel caso specifico, non si tratta di una cosa nuova ma una cosa che risale a sette anni fa, già trita e ritrita, di cui si è scritto a proposito e a sproposito, di cui hanno discusso gli organismi dirigenti del mio partito ad Enna, in Sicilia ed a livello nazionale. All’epoca venne approvato un documento di critica nei miei riguardi, che non ho condiviso, ma che ho accettato”. “In tanti mi dicono, sulla base di argomenti che invece non accetto, che dovrei rispondere –prosegue Crisafulli – A che cosa? Tutto quello che avevo da rispondere l’ho già detto al Magistrato ed è contenuto succintamente nel provvedimento del P.M. con cui chiude l’indagine a mio carico:
1. In una circostanza pubblica (il congresso provinciale della CGIL-Scuola) ed in un luogo pubblico (l’Hotel Garden) l’avvocato Raffaele Bevilacqua, da me conosciuto per essere stato consigliere provinciale nello stesso consiglio di cui anch’io facevo parte, chiese di parlare con me; cosa che facemmo nella hall dell’albergo.
2. Bevilacqua, all’epoca, era coinvolto in un vicenda giudiziaria per mafia, come è capitato a tanti altri politici tutt’ora in attività.
3. Il Pm, acquisendo anche testimonianze di uomini politici appartenenti a schieramenti opposti al mio, accertò che l’avv. Bevilacqua è uomo “con cui tutti parlano” per questioni politiche.
4. In quel momento nessuno aveva consapevolezza del ruolo di cui, anni dopo, la magistratura accuserà Bevilacqua.
5. Alle richieste del Bevilacqua ho risposto, come ognuno può leggere, usando il mio consueto linguaggio colorito, in virtù anche della conoscenza che avevo con il Bevilacqua.
6. Il Magistrato ha agevolmente accertato che in nulla io ho acceduto alle richieste del Bevilacqua e che alcune cose da me dette avevano il solo scopo di chiudere al più presto il colloquio.
7. Al Magistrato ho dato tutte le risposte in ordine ad ogni aspetto del colloquio che ho avuto con il Bevilacqua.
Cos’altro dovrei rispondere ad Arnone? “Posso solo rispondere – conclude il senatore Crisafulli – che sia lui che io abbiamo avuto indagini a carico in materia di mafia; sia lui che io abbiamo avuto archiviati i procedimenti. La differenza sta che nel mio caso l’indagine ha accertato che l’incontro è stato cercato dal Bevilacqua; che è stato casuale; che con lui non c’era una consueta frequentazione; che nulla ho dato a Bevilacqua e che da lui nulla ho ricevuto. Arnone, al contrario, ha frequentato con assiduità indagati e poi condannati per mafia; a questi ha fatto favori e da loro ha ricevuto finanziamenti, al punto che, scrive il magistrato titolare dell’indagine, era “entrato a libro-paga di questi imprenditori” cosa che “sia per le note vicende di tangentopoli sia per le odierne vicende giudiziarie di mafiopoli può essere ritenuto disdicevole”.