Enna. Il silenzio dei fedeli e la lunga coda di confraternite da apripista ai fercoli

Enna. Il silenzio dei fedeli, il suono delle marce funebri, la lunga coda di confraternite che fa da apripista ai fercoli dell’Urna con il Cristo Morto e dell’Addolorata, questi gli elementi che hanno fatto da cornice alla solenne processione del venerdì santo. Prima tappa per le confraternite è stato il Duomo raggiunto dopo aver fatto visita alla Vergine Addolorata che, una volta ultimato il passaggio di tutte le confraternite, si è mossa verso il Duomo dove ha trovato il “Figlio Morto”, pochi attimi e via di nuovo alla processione che si è snodata verso il cimitero, due ali di folla hanno assistito in religioso silenzio al passaggio dei fercoli. All’Addolorata e al Figlio sono andate le preghiere ed i pensieri dei fedeli e al passaggio della Spina Santa giù il capo perché è lì che c’è Cristo e gli ennesi lo sanno bene, ma lo capiscono immediatamente anche chi di Enna non è. Curiosità nel distinguere una confraternita dall’altra ed informazioni chieste a chi sta vicino sono stati, invece, gli atteggiamenti dei turisti.
L’attimo più commovente, quello più intrinseco di preghiera è stato all’arrivo dei due fercoli al cimitero. Da mons. Francesco Petralia è partita la riflessione sul perché confrati e fedeli sono giunti al cimitero, non per una tradizione, ma in questo segno c’è un significato. Qui è stato fatto un momento di invocazione a Dio per il suo Figlio, ma è qui che ogni fedele si è rivolto al Padre per affidargli l’anima dei propri congiunti morti. Alla fine di questo momento di preghiera c’è stata la solenne benedizione con la Spina Santa che, secondo la tradizione, è un pezzetto della croce e della spina della corona di Gesù.
Una volta consumato questo atto la processione è ripresa verso il Duomo con i confrati sempre con la visiera abbassata; a questa scelta è collegata un pezzo di storia perché fino al 1980 al ritorno tutti i confrati alzavano la visiera, conseguenza di un ordine della polizia borbonica che si vendicò dei patrioti ennesi i quali avevano utilizzato la visiera per fuggire.
Il ritorno dunque. Anche questo atto è accompagnato, e molto seguito, dagli ennesi in gran silenzio, la via Vittorio Emanuele, la sua ristrettezza e le luci soffuse fanno da cornice straordinaria, il passo cadenzato dei confrati portatori ha fatto tutto il resto. Da qui su verso la via Roma passando dinanzi la chiesa dell’Addolorata con la processione che è giunta al Duomo dove ad attendere c’erano oltre un migliaio di fedeli che hanno così assistito all’ultimo atto di questo Venerdì Santo. Sabato giorno di riflessione, questa notte celebrazione della solenne resurrezione e della santa Pasqua

Massimo Colajanni