On. Antonio di Pietro ad Enna: abbassare emolumenti parlamentari

Enna. Antonino Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, visitando il capoluogo ennese in occasione del voto Amministrativo, intervistato riguardo i privilegi della politica e la recente manovra Finanziaria del Governo, ha così risposto: “E’ evidente che occorre risolvere la crisi, ma innanzitutto occorre far pagare, politicamente, chi l’ha provocata, ossia il Governo Nazionale. Inoltre- ha detto Di Pietro- occorre far pagare chi, sul piano finanziario, ha scatenato la crisi, ovvero gli evasori fiscali. I soldi- ha continuato Di Pietro- vanno recuperati non dai precari statali, bensì da coloro che hanno fatto lo scudo fiscale e da chi ha moltiplicato i costi della politica con un numero indefinito di Enti e società a partecipazione pubblica, che prevedono migliaia di membri nei vari consigli di amministrazione, e qui, in Sicilia, sono specialisti. Insomma –sostiene Di Pietro- non si può affidare la cura della malattia finanziaria del nostro Paese a chi ha provocato la stessa malattia”.

– Oltre 900 tra Parlamentari e Senatori, non sono troppi?
“Il problema- dice Di Pietro- può essere risolto in senso Federalista: riteniamo che possa esserci per le materie di Governo una sola Camera a decidere, ma l’altra Camera deve rappresentare la territorialità. Noi abbiamo presentato un disegno di legge che dimezza il numero dei Parlamentari e i loro privilegi. Il problema di fondo- sostiene il leder dell’Idv- è che il Governo fa finta di niente, non inserisce la questione nell’agenda”.

– On. Di Pietro, trova giusto che gli stipendi dei Parlamentari sfiorino anche i ventimila euro al mese?

“In realtà non sono 20 mila euro al mese – dice Di Pietro- ma comunque sono troppi lo stesso. Dico anche che i nostri stipendi sono la metà rispetto a quelli che percepiscono gli onorevoli regionali della Sicilia. Entrambi sono troppi, ecco perché bisogna eliminare tutti i privilegi di chi fa politica, a cominciare dai consiglieri comunali, provinciali e regionali, parlamentari nazionali ed europei. Soprattutto –ammette Di Pietro- noi vorremmo che coloro che fanno politica, oltre ad avere lo stipendio dimezzato, impegnino il loro tempo esclusivamente per la politica. Noi siamo contrari, infatti, ai doppi incarichi. È sbagliato, ad esempio, che ci sono persone che esercitano la professione di avvocato, medico e quant’altro e allo stesso tempo svolgono il ruolo di politico. Riteniamo sbagliato, inoltre, che il consigliere provinciale, comunale o regionale possa ricoprire anche l’incarico di Parlamentare nazionale. Non fosse altro perché alla fine hanno soltanto il tempo per andare a ritirare lo stipendio”.
E sulle pensioni che gli onorevoli regionali siciliani percepiscono dopo metà legislatura, ovvero 30 mesi, facendo gridare allo scandalo i cittadini, l’Onorevole Di Pietro, al termine dell’intervista, dice: “Sono orgoglioso poter dire che, quando eravamo al Governo con Prodi, questo privilegio per i parlamentari nazionali, di percepire la pensione dopo appena metà mandato elettorale, è stato cancellato”.

Francesco Librizzi