Villa romana Piazza Armerina. Sgarbi: Infiltrazioni mafiose? Suggestioni, anche se a dirlo sono figure istituzionali

Piazza armerina – Vittorio Sgarbi, Alto Commissario per i restauri della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina ha tenuto stamane una Conferenza Stampa assieme all’assessore regionale ai Beni Culturali Gaetano Armao.

Queste le dichiarazioni rilasciate da Sgarbi:

«La cosa migliore credo sia quella di lasciar lavorare le persone esperte e non dare conto di quello che vengono ad affermare persone cui piacciono i pettegolezzi, anche se sono figure istituzionali. Evidentemente ci sono persone cui piace il racconto di una Sicilia in cui le cose non devono funzionare, in cui la mafia controlla tutto: purtroppo per loro non è così.

Ci sono dei tempi per effettuare i lavori. Io sono Sovrintendente a Venezia; l’Accademia è chiusa da molti anni, dal 2001, mi verrà consegnata il 31 dicembre e la potrò aprire solo nella primavera del 2010. I cittadini prendano dunque atto che per fare dei lavori importanti occorre tempo. Io sono stato nominato Alto Commissario ormai circa 5 anni fa, prima ero Coordinatore, ho visto migliaia di carte; è certo che ho impedito che i soldi venissero restituiti all’Europa.

I lavori hanno un loro corso, che dev’essere certamente contemperato con la presenza dei visitatori. Per questo ho lavorato anche per non consentire la chiusura per un tempo lungo della Villa. E’ evidente che, se si lavora, non puoi fare passare regolarmente i turisti. Le polemiche sono nate da qui, da persone che vivono ai margini della legalità, attraverso i proventi della Villa, e che per un tempo più lungo da loro previsto hanno visto interrotto questo flusso di denaro illecito. Illecito non perché c’è la mafia, ma perché non pagano le tasse. Io più di ogni altro detto: cerchiamo di aprire la Villa anche di notte.

Comunque i problemi più importanti della Villa Romana del Casale non sono questi, ma altri, per esempio il colore degli intonaci delle pareti e dei supporti metallici. Io non mi devo preoccupare che ci sia qualcuno che abbia la sua bancarella. Mi devo preoccupare che i lavori siano compiuti nei tempi che abbiamo detto, nel modo migliore, senza fare errori.

Ho contestato l’ispezione disposta dalla Prefettura di Enna dopo un esposto. Ritengo che chi abbia fatto l’esposto abbia voluto nascondere delle cose, e quindi ha cercato di stimolare un clima di turbamento, di veleni. So che sono state indicate infiltrazioni mafiose, nel parcheggio pare, ma è una cosa fatta dalla Provincia.
Poi vorrei capire come si manifesta l’infiltrazione mafiosa. Non si può continuare a parlare di infiltrazioni e non essere in grado di dire come si manifestano. Sono delle suggestioni che servono a frenare un effetto di panico rispetto a cose che non esistono. C’è stato un furto, vero, ma si chiama furto, ed è giusto che si indaghi e si accertino le responsabilità.

Io voglio che a gestire la Villa Romana del Casale sia il Fai. Ma non è facile. Vi racconto un episodio che dice cosa è oggi la Sicilia. Un anno e mezzo fa il direttore del Fai, Magnifico, fa un sopralluogo di due giorni nella Villa e torna entusiasta dicendomi: «gestire la Villa è la cosa migliore che possiamo fare”.
A un certo punto, convinto che sia tutto risolto, vado a pranzo con il presidente onorario del Fai, Giulia Maria Mozzoni Crespi, e le chiedo: “Cosa facciamo a Piazza Armerina ?”. Mi risponde. “No, non facciamo più niente perché c’è la mafia”.
Ebbene, qualche demente, qualche stupido, qualche infame, ha raccontato la solita favola, e questa signora, brava, coraggiosa, mi dice: “No, grazie, ma non vorremmo avere grane”

Se il Fai dovesse avere delle esitazioni, è per la solita leggenda: tu non puoi venir in Sicilia perché sei in pericolo. Ho cercato di spiegare che non è vero, ma è tutto un “mi dicono che..”. Tutto questo non si può sopportare, bisogna smetterla con questa storia. Spero dunque che il Fai riprenda la posizione che aveva assunto perché sono convinto che la sua sarà la migliore gestione possibile».