Comune Enna: Progetto Etico-F. Intervista a Marinella Senatore

Enna. Folla di giovani in questi giorni al teatro Garibaldi, dove è al lavoro l’artista campana Marinella Senatore, giunta a Enna nell’ambito del progetto ETICO-F, promosso dal RISO, ovvero il Museo d’arte contemporanea della Sicilia e dai Comuni di Enna, Termini Imerese, Capo d’Orlando e Ficarra. “ETICO-F è appunto l’acronimo che lega le iniziali di questi comuni – spiega la curatrice Daniela Birgi – e che vedrà cinque artisti operare ognuno in un comune diverso, in luoghi di particolare pregio storico e artistico, che diverranno la “location” per il loro intervento artistico”.
“Ad Enna – continua Daniela Birgi – la location individuata è rappresentata dal Castello di Lombardia e l’intervento artistico sarà rappresentato da un cortometraggio realizzato dall’artista Marinella Senatore, che da anni vive ed opera a Madrid, dove insegna presso la locale sede universitaria”.
Nell’ambito delle attività del progetto ETICO-F sono pure all’opera, in questi giorni, otto studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catania guidata dalla docente Anna Guillot, che fino al prossimo 23 luglio utilizzeranno “scorci” della nostra città per i loro lavori artistici.
La proiezione del lavoro di Marinella Senatore è prevista per il giorno 1 agosto al Castello di Lombardia.

Lunghe e sorprendenti ore di provini: domande, curiosità, aneddoti, momenti di silenzio  e commozione, hanno riempito la sala del Teatro Garibaldi. A decidere sulle sorti dei partecipanti, 300 circa; la regista del corto: Marinella Senatore, e alcuni ex minatori, che seduti al suo fianco l’hanno coinvolta nella loro vita, facendola subentrare nei meandri della propria memoria, per la realizzazione di un corto sulla loro esperienza di minatori che verrà realizzato nei giorni a seguire.

Marinella Senatore, classe 1977, si è diplomata presso l’ex centro sperimentale di Roma, in Fotografia, ed è esperta di arte e cinematografia. Insegna materie audiovisive a Madrid, in Spagna; è da tempo considerata uno dei nuovi talenti della giovane arte e cinematografia italiana, con già all’attivo una serie di importanti collaborazioni nazionali ed internazionali,

Qual è stata la partecipazione delle persone, in quanti hanno accorso?

Più o meno saranno stati in 300. Oltre ogni previsione sono giunte persone di tutte le età,e caratteristiche culturali, e curiosità personali. I partecipanti sono stati assai variegati.

La sceneggiatura del corto si forma in modo particolare..

Esatto, la sceneggiatura originale è scritta da me e un gruppo di ex minatori che hanno raccontato la loro vita e stando con me, hanno diretto i casting insieme ed hanno scelto vari attori seguendo i loro ricordi. E grazie ai loro racconti ho individuato dei filoni narrativi particolari che poi vedrete a lavoro fatto

Che cosa cercava lei, come regista?

La mia idea non era di venire qui con delle soluzioni già confezionate, né tanto meno di fare un documentario, e credo che non ce ne sarebbe stato neanche il tempo in rapporto alla ricchezza della civiltà mineraria di questi luoghi. Il mio scopo era di ritrovare tra la verità di questa vita così dura, la bellezza delle persone coinvolte e la bellezza di qualcosa che c’è tra le righe: tra una parola e l’altra che loro ti raccontano. Anche negli episodi più dolorosi c’ è qualcosa di infinitamente bello e poetico, ed era quello che volevo captare. Infatti questo piccolo cortometraggio sarà in parte formata dalla descrizione del processo di  formazione del corto, e dunque chi vi ha partecipato, in qualità di  attori e tecnici. E poi una parte di finzione dove c’è la messa in scena di queste piccole narrazioni. Ed il 31 sarà proiettato in anteprima per la stampa, e l’1 sera in un evento speciale al Castello di Lombardia, sempre ad Enna.

E come primo giorno di 2lavoro” com’è andata?

Questo era il giorno più duro, c’era più tensione, per il timore che il nostro progetto non giungesse alla gente  non potendo così costruire lo stesso evento; e invece oltre ogni previsione tutti stanno partecipando con fervore. Ed è stata dura, non poter prendere tutti, perché alcune figure tipo erano state già prese anche se ve n’erano altre di simili, ed altre che invece non hanno quasi trovato spazio. Penso alle figure femminili, che hanno pochi ruoli di comparsa perché la vita mineraria aveva pochi caratteri femminili. C’erano delle grandi donne, ma che aspettavano a casa e che avevano anche un ruolo ombra rispetto a questi uomini, anche se poi erano le donne l’anima della famiglia e la tenevano unita anche nei momenti più pericolosi e in bilico: alcune di loro mi  raccontavano che non andavano a dormire finché il marito non tornava dalla miniera. Quindi grandi donne dietro grandi uomini. In particolare è stato commovente vedere molti minatori che han dovuto scegliere se stessi da piccoli; o quando alcuni di loro  mi hanno portato degli oggetti che per loro sono stati dei ricordi; e quando ad uno di questi ho detto che non ero una reduce e che non ho combattuto quindi non ero meritevole di tali doni;  sentirmi rispondere che anche questo lavoro che stiamo sviluppando è combattere.. li .. manca il fiato.

L’accoglienza ad Enna e provincia è stata sorprendente, e sento una più bella e forte responsabilità addosso.

Quali sono invece le sue attese riguardo al procedere del cortometraggio per i giorni avvenire?

Sento di dover girare ancora meglio e fare meglio, perché c’è tanta gente che lo sta aspettando. Quello che io presenterò più che essere un documentario, sarà un corto poetico che approfondirà un altro aspetto di queste persone.  Io non pretendo di raccontare storie vissute, cerco di essere cauta, rispettosa, e voglio carpire  il loro senso della vita che portan dentro, le loro  piccole verità che non giudicano gravi o importanti e che mi risultano invece preziose.

Invece, lei che conoscenza aveva della Sicilia?

Questo è il mio primo lavoro in questa terra. Sono una meridionale: campana, quindi la gente del Sud  Italia  la conosco bene, ma qui in Sicilia ho ritrovato qualcosa che altrove non c’è più: è un attaccamento alla vita che è raro rintracciare. E lo vedo da queste storie: dure ma vissute e narrate allegramente; una Sicilia vissuta veramente in pieno. Sento una rara spontaneità e un forte calore nelle persone che spero non si perda. Questa terra è solo apparentemente chiusa, ma poi ti apre tutto.

Aurica Livia D’Alotto e Maria Catalano