Enna: Storie e vicende sulla Madonna di Valverde

Enna. Da oltre due settimane il Santuario di Valverde è meta di molti fedeli che rendono omaggio alla Madonna di Valverde festeggiata, così come da tradizione, l’ultima domenica di agosto con una processione per le vie della città.
Il primo appuntamento ufficiale con la festa è in programma domenica prossima con la solenne esposizione del simulacro della Madonna traslato dalla cappella votiva all’altare. Ad accompagnare i fedeli saranno le messe celebrate alle 20, da padre Giacomo Zangara dopo che nelle prime settimane era stato padre Pietro Roma. In questi giorni di ricorrenze riaffiorano nella mente degli ennesi, soprattutto dei più anziani, storie e vicende legate a questa festa che fino al 1412 annoverava la Madonna di Valverde quale patrona del popolo ennese. Nonostante nel corso degli anni ci sia stato qualche cambiamento la tradizione e la devozione in onore della Madonna non è mai stata messa in dubbio come spiega il rettore della confraternita Mario Cascio: “Abbiamo custodito gelosamente e con grande spirito cristiano tutto ciò che la festa rappresentava per Enna. Ancora oggi la Madonna di Valverde richiama tanti ennesi attratti da una speciale devozione verso la Madonna”. Semmai a mettere a rischio la festa nel corso degli anni sono state delle scelte esterne di chi non ha tenuto in giusta considerazione il culto alla Madonna di Valverde. A fronte di ciò, ha sottolineato Cascio, “c’è un forte impegno della confraternita a difesa della festa”. Ma quali eventi hanno caratterizzato la festa di Valverde negli ultimi decenni? Per la verità sono stati tanti e a ricordarne alcuni è il rettore onorario della confraternita Luigi Pecora, in carica dal 1967 all’89, che ricorda con piacere un episodio legato all’uscita del simulacro di San Michele che precedeva la Madonna: “Fino agli inizi del 1970 a portare San Michele era gente comune e non iscritta alla confraternita, pensai che fosse stato giusto dare questo privilegio ai nostri giovani”. I ricordi di Pecora si spostano sulla processione che l’ultima modifica l’ha avuta ad inizio anni ’90: “Fino ad allora il simulacro si usciva la mattina per andare al Duomo da dove iniziava la processione il pomeriggio”; una scelta giusta per il rettore Cascio secondo cui “la Madonna doveva uscire direttamente dalla propria chiesa”. Ma altri ricordi sono legati alla processione specie sulle vie che venivano percorse: “Il fercolo con la Madonna – ricorda Pecora – dopo esser uscito dal Duomo scendeva dalla via Roma, via Volturo (dietro l’odierno Banco di Sicilia), via S. Agata fino a S. Tommaso. Al ritorno percorreva la via Roma ed entrava in via Mercato S. Antonio, ma per esigenze varie tra il 1975 e il ’78 decidemmo di proseguire dritto e passare per la piazza Coppola”.
William Savoca