I Fucini ricordano a Palermo: Edoardo Perollo
Enna-Cronaca - 13/10/2010
Nella Palermo, ancora felice per l’entusiastica giornata vissuta assieme a Benedetto XVI, i Fucini degli anni trascorsi della Sicilia occidentale, si riuniscono, giovedì 14 ottobre alle ore 18,30 per ricordare il loro consigliere nazionale Edoardo Perollo (1), nella Chiesa di S.Michele Arcangelo.
L’incontro precede la presentazione, che avverrà il 25 ottobre presso la Facoltà teologica della Sicilia alla presenza dell’arcivescovo metropolita Mons.Paolo Romeo, del “Dizionario Enciclopedico dei pensatori e dei filosofi dei secoli XIX e XX della Sicilia” (2).
Si tratta dell’opera eccezionale sui laici, spesso silenziosi e sui religiosi, che hanno scritto e lasciato pagine memorabili di pensiero, dedizione, storia, raccolte e curate dal segretario della Facoltà teologica Prof.Franco Armetta, realizzata all’interno della collana dell’Arciconfraternita di S.Maria Odigitria dei siciliani, sponsorizzata dal progetto culturale della CEI.
La prima copia,in cinque volumi, è stata consegnata dall’arcivescovo Romeo, Gran Cancelliere della Facoltà al S.Padre, il 3 Ottobre in occasione della sua visita.
Nel Dizionario, che vede la luce nel mese dello storico evento di Palermo ci sono i maestri, i compagni, i colleghi della formazione culturale e religiosa della gloriosa (3) Fuci di Edoardo Perollo e dei suoi predecessori.
E tra i primi mons.Panzeca e mons. Arena, Longhi, S.Pizzo, R.Anselmo, E.Parrino, A.Marroncello, G.Bommarito, M.Russotto,F. Guercio,R. Baiocchi, P.Solano, Rizzo, Trippodo, G.Amato Pogliero, Marcataio, fino a P.Puglisi, gli assistenti della FUCI, l’associazione antesignana dei movimenti ecclesiali del nostro tempo, nel mondo religioso, culturale e professionale, da Comunione e Liberazione, all’Opus Dei, al Movimento dei Focolari, di Rinnovamento dello Spirito, al CIF (7).
Il cardinale Ruffini aveva assegnato alla Fuci di Perollo un santo sacerdote padre Arena ed alla GIAC un dinamico sacerdote Giuseppe Carcione, sin dal 1948, proveniente dalla diocesi di Monreale (8).
Ed è ad Ignazio Arena, che Perollo, nel saggio “Come fiorisce il mondo”,che ha fatto appena in tempo a consegnarci, dopo diversi amichevoli solleciti, ha dedicato pagine di devota stima e di filiale ammirazione.
“Fu l’assistente ecclesiastico dei Fucini, maestro e compagno di viaggio in tanti congressi convegni di studio, e campeggi… insieme con lui andavi scoprendo una maniera nuova di “essere Chiesa “,di “fare Chiesa”.Ti accorgevi che il suo insistente rilevare la necessità di “entrare in sintonia con Dio”, di prendere consapevolezza dell’amore di Dio verso la Sua creatura, (questo, Vi prego,sottolineatelo tre volte”), di dovere conoscere meglio il Dio di Abramo,d’Isacco ed i Giacobbe “, il Dio che si è fatto carne in Cristo Gesù e prende sovente il volto del prossimo più bisognoso e dolente”. Era proprio questo richiamo -aggiunge Perollo nel suo scritto- che andava rendendo più maturo e fortificato, più autenticamente libero, più cristianamente ricco il tuo giovanile impegno di vita proiettato al futuro”.
“Ti accorgevi – scrive ancora l’autore – che il settimanale meditare, insieme a P.Arena, su di una pagina del Vangelo; l’ascoltarlo mentre ti faceva gustare il significato di un passaggio liturgico; il Suo invitarti a riflettere sulla caritatevole pratica della S.Vincenzo, dispiegata nei vicoli dei reietti ed ultimi di Palermo (quasi come necessario antidoto alla sottile lusinga intellettuale e come utile radicamento nel volto drammatico della realtà, del quale conservare sempre coscienza; il suo farsi compagno di canto o di campeggio in tenda, con quel suo affascinante sorridente sapere stare agli scherzi (“o figlio sciagurato!”, pronunciato con divertita partecipazione); tutto questo, pia piano, ti andava mutando e faceva crescere la tua sensibilità, ti andava caricando di tante capacità nuove, che sino allora non avevi stimato di possedere né pensavi di potere o saper esprimere (3).
Nel tempo delle forti contrapposizioni del dopoguerra, e della massiccia presenza del comunismo ateo e militante ed un’estrema destra ancora imbevuta dell’ideologia fascista e, sostanzialmente, emarginata dalla dialettica parlamentare, P.Arena – scrive Perollo – con tanto equilibrio e senza forzature, con accenni nominativi sempre leggeri, c’invitava sul piano dell’impegno civile ad operare delle scelte per ancorarci al pensiero ed alla pratica politica di personaggi della caratura di Sturzo, La Pira, De Gasperi, Moro o del primo Dossetti.
Con loro arrivavano gli stimoli dei libri di Adriano Olivetti, la rivista “Primavera di Nicola Pistelli, il giornale ufficiale della FUCI, Ricerca, Il Quotidiano dell’Azione Cattolica italiana fondato da Igino Giordani, l’Osservatore Romano, la rivista Labor di C.Crifò, Dialogo di Aldo Romano, i manifesti d’Altiero Spinelli, con il movimento federalista.
Lo diffondevano Pippo Tarantello, Alessandro Migliaccio, i fratelli Franco Michele e Salvo La Marca, Turi Rubino, Giovanni D’Anna, Alba Rizzo, Ida Rampolla, G.Montaina, P.Cimò, G.Catalano, F.Piro, F.Cammarata, G.Polizzi, Giorgio e Giovanni Martino, P.Abbadessa, vicini ai prof. Ambrosini, Virga, Pecoraro, Donia, Sinagra, G.Liotta, Averna, Di Martino, ed ai prof.ri Albanese, De Rosalia, Pavone, Urbani, e prima Fatta, Petix, Mignosi, Crifò, Mazzamuto, Sinagra, Castagnetta, Incardona, Corsaro, Cottone, Riccobono, molti dei quali li ritroveremo nel Dizionario Enciclopedico.
Ma a rappresentare la vita di studio e di comunità, che si instaurava in FUCI, Edoardo, nel racconto che ci ha lasciato, recupera alla memoria i compagni, i colleghi universitari, i presidenti ed i dirigenti della FUCI che lo hanno collaborato, a Palermo,(Di Rosa, Pusateri, Sunseri, Fusco, Giammanco, Sigillò, Pitrolo, ), a Monreale, (S.Messina, E.Giangreco, F,Ganci, G.Leto), a Partinico, (Cannizzaro, Di Trapani, Cartosio ) a Trapani, (G.Tranchida, M.Inglese),ad Agrigento (L.Rubino, G.Fiorica ),a Caltanissetta, (Gentile, S.Di Prima).
Perollo era vissuto tra loro, aveva contribuito a costruire assieme un impegno culturale e professionale, a testimoniare il credo professato nella società, nelle istituzioni, scolastiche e universitarie, nella burocrazia della Regione, nelle Aziende partecipate e poi nella Facoltà Teologica della Sicilia.
Con quei laici avevano preparato, sotto la guida di Pappalardo la venuta di papa Wojtyla ad Agrigento nel 93 a preparare la grande presa di distanza e rottura con la mafia, a partecipare al Convegno delle Chiese di Italia, svoltosi a Palermo, a contribuire al sostegno della nascente Facoltà Teologica
E con quei laici e Alongi, Anzalone, Orlando, La Greca, ed i gesuiti Rizzo, Carcione, Sorgi, Pintacuda,(15) avevano costruito la “Primavera di Palermo”, un tentativo di rinvigorire il partito dei cattolici, attraverso forze rigenerative, aperte ai sindacati, alle ACLI, alle centrali professionali.
Lontani da Milano, dall’università cattolica, i fucini di Palermo si erano costruiti una Biblioteca, una sala di lettura, la “Toniolo”, in Via G.D’Alessi, un centro di solidarietà vincenziana, (9) e fornivano i primi volontari (medici,assistenti sociali,legali) alle opere di assistenza sociale e familiare del Cardinale Ruffini, Carpino e Pappalardo.
Una palestra di iniziative culturali e sociali nei pressi dell’università, per vivere e partecipare anche alla vita democratica degli organismi rappresentativi universitari che ora portavano ai vertici dell’Università i cattolici, (Rubino, Marino) e poi al Rettorato, Melisenda, Gullotti.
Edoardo incoraggiava me, Raffaello Rubino, Pippo Russo, Occhipinti, Teresa Gentile, Piersanti Mattarella, Lillo Mannino, ad una testimonianza difficile nella vita politica degli anni settanta, e ottanta, e poi a collaborare ad iniziative come già a “Prima Linea” di ispirazione federalista, con Turi Rubino Aristide Gunnella, a Labor con Mazzamuto, Rampolla, Sacco, Picone, Sciortino, ed infine a CNTN il settimanale che succedeva a Voce Nostra, e a Novica, animati da un parroco di frontiera, padre Ribaudo, (10) poeta, fantasioso, un po’ isolato ma generoso parroco populista,
attento a sperimentare le nuove forme della comunicazione massmediale.
Perollo era convinto della bontà di un’opera di ricostruzione delle storie dei laici, che avevano preparato la presenza dei cattolici nelle Istituzioni nazionali , regionali e locali della prima Repubblica sulle orme di Moro, Bachelet, Carretto, Dossetti, Donat Cattin, Gonella, Aldisio, Alessi,(14) Ambrosini. Mi incoraggiava a quest’opera di rivisitazione, che per alcuni anni ci ha visto a ripercorrere gli itinerari ed i contenuti di figure come Sturzo, Petix, Fatta, Crifò, La Pira, Rivilli, (11) Lo Cascio (12), Dossetti (13).
Ed intanto il nostro iniziava con il saggio “Come fiorire il mondo” a trascrivere le pagine di un associazionismo culturale quello fucino, non secondo ad altre esperienze associative del recente passato e che merita altri approfondimenti.
Ora quell’esperienza volontaristica, artigianalmente pubblicistica, legata al valore della memoria, per parlare ai giovani distratti dai miti informatici dell’oggi, è stata ripresa dal prof. Franco Armetta e dall Facoltà teologica di Palermo per gli impulsi dei Presidi Mons. Salvatore Di Cristina, di Cataldo Naro, di Nino Raspanti e dei Gran Cancellieri, Pappalardo, De Giorgi, Romeo.
Con la veste scientifica, ampiamente documentata in 3400 pagine, ad opera di 240 collaboratori nelle mille voci di autori, una parte del laicato della Sicilia ritrova la sua storia di popolo di Dio, fatta di cultura e di santità, di vocazione missionaria e di grande apertura al dialogo con i laici non credenti, come con le altre religioni e culture presenti nell’Isola.
E dentro i volumi della ricerca della Facoltà, c’è anche la Sicilia degli eroi civili e religiosi, che hanno fatto onore alle Chiese locali nell’abbraccio di Benedetto XVI con, la terra ed il popolo di Giacomo Cusmano, di Michele Fatta, di Pietro Mazzamuto, di Cosmo Crifò, di Petix, di Benedetto Messina, di Rocco Campanella, di Caramella, di Bonafede, di A.Castagnetta, di R.La Duca, accanto a Pina Suriano, Carmelina Leone, Maria Magro fino a Padre Pino Puglisi, l’assistente della FUCI di Edoardo Perollo,che non ebbe ritegno a correre nelle “vie della morte” di Brancaccio, per liberare la città dai condizionamenti criminali, come nella società civile avevano operato Borsellino, Falcone, Costa, La Torre, Dalla Chiesa e Rosario Livatino.
Don Pino aggiungeva di suo una ministerialità, un supplemento di coraggio, una fede, ed una vicinanza al popolo , al quale portare, come si deve a sacerdoti ed a laici credenti, i valori evangelici, i valori umani e cristiani, quelli che Benedetto XVI ha affermato essere “così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della Sua popolazione”.
Perollo, come Puglisi ed i suoi maestri, ha creduto in questi valori ed oggi è ricordato perché il suo impegno terreno continui ad essere di esempio, come lo è stato nella FUCI della sua formazione.
Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it
1) E.Perollo,”Come fiorisce il mondo,”
2) Dizionario enciclopedico dei pensatori e dei teologi dei sec.XIX e XX, Ed.Sciascia, Palermo Ottobre 2010 www.fatesi.it
3) F.Russo,Nel viaggio della memoria di Edoardo Perollo, la FUCI di Palermo e della Sicilia, con i protagonisti di mille storie in CNTN, rivista settimanale N.25 , 11 Marzo 2007, Palermo
4) F.Russo – Cosmo Crifò Il discepolo palermitano di Luigi Sturzo nel Dizionario enciclopedico dei pensatori e dei filosofi (op.Cit.2 ) e CNTN n.31-32 Anno VI Aprile 2006
5) F.Russo- Labor in CNTN, Palermo
6) F.Russo, il CIF in CNTN, Palermo
7) F.Russo, Mons.Carcione in CNTN,Palermo
8) F.Russo la S.Vincenzo della Sicilia in CNTN, Anno VI,n.26 ,Marzo 2006 Palermo
9) F.Russo, in CNTN,fondato da Ribaudo ,Anno VI n.18 Gennaio 2006
12) F.Russo, Rivilli in CNTN ,Anno VI,n.10,Novembre 2005
13) F.Russo, Dossetti in Città per l’Uomo,Palermo
14) A.Migliaccio, Ha compiuto 100 anni Giuseppe Alessi,in CNTN,Anno VI n.11,Novembre 2005
15) F.Russo, L’ultimo prete sociale, innamorato della politica, La parabola di un gesuita scomodo in CNTN Anno VI ,n.2 Settembr