CGIL, “danni da collegato lavoro” legge che entrerà in vigore dal 24
Enna-Cronaca - 19/11/2010
Palermo – Sportelli nelle sedi territoriali, gazebo nelle piazze, pubblici dibattiti: sono alcune delle iniziative della campagna di informazione sul collegato Lavoro- legge che entrera’ in vigore a breve – e i possibili “danni”ai lavoratori dell’isola, che la Cgil Sicilia ha avviato oggi. Iniziative che si terranno fino a gennaio per fare conoscere “le tagliole – ha detto Michele Pagliaro, della segreteria regionale Cgil nel corso di una conferenza stampa- di una norma sbagliata e ingiusta, che rischia di fare venire meno la possibilita’ di fruire di diritti come quello del ricorso all’autorita’ giudiziaria ”. La legge, infatti, abbassa a 270 giorni, dai 5 anni del precedente regime, la possibilita’ di avviare un’azione legale, previa impugnativa entro 60 giorni. Ai termini dell’impugnativa, peraltro, viene dato valore retroattivo: per i contenziosi pregressi allora i 60 giorni scatteranno dall’entrata in vigore della norma (24 novembre) con termine 23 gennaio. Se si considera che nell’isola nei primi sei mesi dell’anno hanno perso il lavoro in 37 mila, il numero dei ricorsi potrebbe essere ampio. Gli effetti complessivi della legge, secondo la Cgil, saranno comunque devastanti “in una terra come la Sicilia- ha rilevato Pagliaro- in cui il lavoratore ha gia’ una posizione resa debole dalla scarsita’ dell’offerta di lavoro (il tasso di occupazione e’ del 42,8% contro il dato nazionale del 57,2%) e dove il lavoro nero e precario raggiunge quote piu’ elevate che altrove”. Il nuovo regime delle decadenze incide infatti anche sul lavoro atipico e sui contratti a tempo determinato. Sara’ possibile impugnare solo l’ultimo dei contratti a tempo determinato e in ogni caso , anche in presenza di vittoria in giudizio, il risarcimento massimo sara’ di un anno di spettanze. “La legge- ha sottolineato Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil Sicilia- e’ un regalo alle imprese e oltre all’indebolimento del lavoratore punta allo snaturamento del ruolo del sindacato. In maniera subdola- ha aggiunto- si cerca di destrutturare ulteriormente il mercato del lavoro, facendo a piccoli pezzi quello che non si e’ riusciti a fare quando si cerco’ di abolire l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori”. “Piccoli pezzi”, come l’arbitrato introdotto per evitare che i contenziosi giungano davanti al giudice o la possibilita’ di una certificazione del rapporto di lavoro individuale, presso gli uffici del lavoro, gli enti bilaterali e persino presso consulenti, in deroga su singole materie ai contratti nazionali di lavoro. “Deroghe che- ha sottolineato Pagliaro- non potranno che essere al ribasso in un mercato del lavoro fragile come quello siciliano, nel quale gli scoraggiati sono 320mila, il 23% del totale nazionale (pari a 1.389.000) ”. Gli effetti della norma saranno ancora piu’ pesanti sui precari, ha rilevato il segretario regionale del Nidil (lavoro atipico), Paolo Minneci, “quelli che gia’ ‘soffrono di piu’ e che hanno pagato un tributo alla crisi economica nei primi sei mesi dell’anno a livello nazionale di 400 mila posti in meno. Proprio i precari- ha aggiunto- rischiano di essere penalizzati dai nuovi termini per il ricorso all’autorita’ giudiziaria che magari hanno rinviato nella speranza di una riassunzione ”.