Enna. Uccise l’avv. Rosso con 60 coltellate: confermata condanna a trenta anni per Vincenso Sprone

Enna. Anche i giudici della Corte d’Appello di Caltanissetta, presidente il dottor Cardinale, ha confermato la pena di 30 anni di reclusione per l’artigiano ennese Vincenzo Sprone, 34 anni, ritenuto l’assassino dell’avvocato Roberto Rosso, 34 anni, ucciso con decine di coltellate il 17 luglio del 2008, in un’abitazione di Enna bassa, in via Unità d’Italia, di proprietà della madre di Sprone. Un omicidio efferato, violento, scaturito da una lite tra i due, alla presenza di un loro amico, che ha potuto fare poco e che è stato quello che ha allertato la squadra mobile ennese, consentendone l’arresto, nelle vicinanze dell’abitazione in un bar, dopo due ore dall’omicidio. Il 9 luglio del 2009 Vincenzo Sprone era stato condannato a 30 anni dal Gip presso il tribunale di Enna, Stefania Di Rienzo con il rito abbreviato, oggi i giudici della Corte di Appello ,hanno confermato la sentenza ,ritenendo,quindi, Vincenzo Sprone l’autore dell’omicidio, non accettando l’ipotesi avanzata dal suo difensore, l’avvocato Tesauro del foro di Caltanissetta che ha avanzato l’ipotesi che al momento dell’omicidio, Vincenzo Sprone, in preda all’ira, non era nelle condizioni di intendere e di volere. Proprio l’avvocato Tesauro non ha voluto commentare la sentenza, all’uscita dall’aula, perché aspetta di leggere le motivazioni, ma è probabile che prepari il ricorso in Cassazione. ante le aggravanti nei confronti di Vincenzo Sprone, e secondo l’accusa, lo stesso, al momento dell’omicidio, avrebbe agito sotto l’effetto della droga, con premeditazione e tanta ferocia, utilizzando un coltello da sub, colpendo all’impazzata Roberto Rosso, che ha avuto poche possibilità di difendersi, ma che in mezzo alle unghia è stato trovato un segmento pilifero che apparteneva a Sprone. A distanza di due anni e di due sentenze di condanne, ancora non si riescono a trovare le motivazioni certe che hanno portato Vincenzo Sprone ad uccidere in maniera così feroce, tenuto conto che tra i due c’era una certa amicizia, si frequentavano molto, dopo gli orari di lavoro. Si è parlato della richiesta di restituzione di 5 mila euro, si è parlato anche di una relazione tra Roberto Rosso e l’ex moglie di Sprone, ma mancano certezze su queste ipotesi. Per il risarcimento dei danni ci dovrà essere una causa civile, i familiari dell’avvocato (genitori e fratello) avevano chiesto un risarcimento di un milione di euro. Subito dopo il delitto, la squadra Mobile incaricò per gli accertamenti sui reperti dal settore di biologia del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Palermo, che evidenziò come Roberto Rosso fu barbaramente ucciso con più di sessanta coltellate e fu trovata anche la prova certa sull’autore del delitto perché, durante la rissa, Roberto Rosso aveva cercato di difendersi e nelle sue unghia furono trovate tracce di pelle e peli, e nell’abitazione sangue misto,vale a dire sangue di Roberto Rosso e di Vincenzo Sprone.