Aidone – Morgantina: Argenti. Da New York ad Aidone, il destino del Tesoro di Eupolemo nelle pagine nel New York Times

Giorno 5 dicembre, a due giorni dall’esposizione degli Argenti di Eupolemo al Museo archeologico regionale di Aidone ( venerdì,3), sul sito internet del New York Times è apparso l’interessante  articolo di Elisabetta Povoledo, l’inviata in Italia dell’ International Herald Tribune  (l’art. è stato integralmente riportato su Vivienna il 7, http://www.vivienna.it/2010/12/07/il-new-york-times-celebra-ritorno-in-sicilia-degli-argenti-di-morgantina/). La Povoledo, si è addentrata in Aidone, nel profondo centro della Sicilia per seguire l’evento  e qui si è fermata almeno per due giorni, intervistando tra l’altro Malcom Bell III, che ha avuto un ruolo da protagonista nella vicenda degli Argenti e nella loro restituzione da parte del Metropolitan Museum di New York.  Era al Museo di Aidone la sera della vigilia, quando ha seguito gli ultimi lavori e intervistato il professore  Bell e il direttore Enrico Caruso, e al convegno che si è tenuto  nella mattinata del tre. Vale la pena leggere l’articolo, qui di seguito riportato integralmente, e ammirare lo stile di chi fa informazione senza indugiare in gratuiti commenti diffamanti e tesi a scoraggiare gli eventuali visitatori. E pensare che i termini di paragone non le sarebbero mancati: il MET di NY, la precedente casa degli argenti  e la nuova casa: il museo di un piccolissimo paesino nel “buco del buco” della Sicilia…..

Nelle sue parole non si legge il benchè minimo senso di superiorità, distacco o degnazione, sembra anzi che simpatizzi per gli aidonesi ripagati per la loro “perseveranza”  ed evidenzia le coincidenze che potrebbero finalmente fare la differenza per la provincia di Enna: i tre rientri al Museo di Aidone che si completeranno con la “Venere di Malibù, la riapertura della Villa Romana di Piazza Armerina e l’inaugurazione dell’Outlet  Sicilia Fashion Village.

Sottolinea anche  il rischio, paventato dagli archeologi, che i continui trasferimenti potrebbero danneggiare inesorabilmente i preziosi reperti che sono di per sé molto fragili;  già, in meno di un anno, sono stati sottoposti a quattro trasferimenti e sono destinati, secondo gli accordi intercorsi tra MET e governo italiano, ad alternare il loro soggiorno ogni quattro anni tra New York  e Aidone.   Franca Ciantia.

Traduzione di Federica Trovato, foto di Zagara Palermo

                                                 

UN ANTICO TESORO  NASCOSTO,  CONSIDERATO RUBATO, TORNA NELLA SUA CASA IN SICILIA.

di Elisabetta Povoledo

Aidone, Italia–  Sono arrivati a frotte. Venerdì pomeriggio, centinaia di residenti di questa piccola città in cima ad una collina, nella Sicilia orientale, hanno percorso la ripida salita che porta  al museo archeologico della città, per celebrare il ritorno ad Aidone di un tesoro nascosto,  seppellito qui vicino  2200 anni fa, e illegalmente preso e trasportato via di fretta in tempi più recenti.   

Quest’anno questa collezione di 16 oggetti d’argento dorato d’età Ellenistica, conosciuti come gli argenti di Morgantina, era in mostra al MET di New York. Per decenni gli archeologi, i magistrati e, alla fine, il governo italiano, hanno cercato di convincere il museo che i pezzi erano stati illegalmente portati alla luce 30 anni fa a Morgantina, un antico insediamento greco le cui rovine si trovano vicino ad Aidone.

La loro perseveranza, così come anche la crescente ed incontrovertibile evidenza, li ha ripagati, e il gruzzolo d’argento è stato incluso in un accordo del 2006 tra il governo italiano e il museo, per la restituzione di molti reperti considerati trafugati dal suolo italiano. Gli argenti sono stati riconseganti all’Italia a febbraio, ma solo ora sono stati restituiti alla Sicilia, collocati in una sala da poco imbiancata, accanto ad oggetti più ordinari: un pettine d’ottone, una moneta antica, un grande altare di terracotta, anche questi trovati nella casa dove gli archeologi  ritengono che il tesoro sia stato sepolto nel 211 a. C., quando Morgantina cadde sotto i Romani.

“Sono delle meravigliose opere d’arte, hanno tentato molte persone, ma è giusto che siano tornate nella loro vera casa”, ha detto un visitatore, Alfredo Scivoli, che ha aperto un B&B qui ad aprile, per anticipare i turisti che l’amministrazione locale spera vengano attirati dagli argenti.

Ad una conferenza stracolma sul ritorno del tesoro di prima mattina Pietro Giovanni Guzzo, ex soprintendente di Pompei e  primo studioso italiano ad esaminare ufficialmente gli argenti al MET più di 20 anni fa, ha detto  che la maggior parte della collezione risale al III sec a. C. e che era usata per scopi religiosi e per banchetti. Ha detto che probabilmente era stata raccolta per il suo valore materiale piuttosto che per il valore artistico, e che insieme gli oggetti pesano solo  circa  4,5 kg.

Gli oggetti usati per il simposio, così i greci chiamavano i loro banchetti, includono un attingitoio con il manico a forma di testa di cane (tipico di Morgantina) e varie coppe. Gli studiosi credono che gli oggetti d’argento siano stati nascosti all’interno di due crateri (grandi coppe per mescere il vino), con dei piedi raffiguranti delle maschere teatrali, e che  l’averli nascosti probabilmente li ha tenuti al sicuro e conservati per i posteri.

“Gli Argenti forse hanno fatto luce sulle drammatiche e brutali circostanze degli ultimi anni della seconda guerra punica, e vedendoli all’interno dello scheletro della casa, riusciamo a cogliere il senso della cultura materiale e dell’arte della Sicilia Ellenistica.” Ha detto Malcom Bell III, professore emerito di storia dell’arte e archeologia all’Università della Virginia e direttore degli scavi a Morgantina. “Sono stati giustamente ricontestualizzati, e questo è veramente importante”.

Per decenni  Bell è stato il massimo sostenitore della restituzione del tesoro, e ad Aidone, dove gli scavi hanno portato lavoro stagionale per molti residenti, è praticamente un eroe. “È  un momento molto felice e profondamente gratificante”, ha detto in un ‘intervista.

Per Aidone il ritorno degli argenti significa molto di più dell’aggiustamento di un torto.

Per una città economicamente depressa che offre poche opportunità di occupazione e che ha visto una moltitudine di giovani cercare altrove la propria fortuna, il tesoro di Morgantina prospetta nuove speranze per il futuro.

L’anno scorso il Museo Archeologico di Aidone è diventato la sede permanente di due acroliti arcaici (statue solitamente dal busto in legno ma con le teste e gli arti in pietra) anche questi trafugati da Morgantina. Esse un tempo, erano appartenute a Maurice Tempelsman, un uomo d’affari di New York. Le due statue che rappresentano le dee, madre e figlia, Demetra e Persefone, adesso siedono maestosamente avvolte da suggestive vesti create appositamente dalla stilista siciliana Marella Ferrera.  

Un nuovo stimolo alla collezione arriverà l’anno prossimo quando il J. Paul Getty Museum di Malibù, California, restituirà la  statua  di una dea che ha acquistato nel 1988 per 18 milioni di dollari. Anche questa fu probabilmente trafugata a Morgantina. La statua, che è stata tradizionalmente identificata con Afrodite, sebbene ci sia un crescente dibattito su chi essa in effetti personifichi, verrà smantellata per il trasporto e poi riassemblata nella sua nuova casa. In cambio la Sicilia presterà molte opere d’arte al Getty.

“É un’occasione che capita una sola volta nella vita”, ha detto il Sindaco di Aidone, Filippo Gangi. Lo “straordinario trittico” di opere d’arte, ha detto, potrebbe “stimolare uno sviluppo economico senza precedenti” ad Aidone, sfruttando anche la vicinanza della città alla Villa Romana del Casale, che vanta più di 4000 metri quadrati di mosaici tardo romani e che è già uno dei siti più visitati in Sicilia.

Un nuovo centro commerciale ad Enna, il capoluogo di provincia, ci si aspetta che attiri folle di visitatori, ha detto Sebastiano Messineo, l’assessore regionale per l’eredità culturale e l’identità siciliana. “Tutto è destinato a generare ricchezza per il territorio”, ha riferito.

Ma non molto tempo fa molti abitanti del luogo facevano come secondo lavoro i tombaroli. Il Sindaco Gangi ha detto che era “uno sport un tempo tollerato”  e più di una persona al museo venerdì si è chiesto se i veri ladri, che non sono mai stati formalmente identificati,  si sarebbero presentati. 

La nuova esposizione al museo comprende una moneta da 100 lire del 1978, trovata nella così detta “casa di Eupolemo”, la modesta dimora dalla quale gli archeologi ritengono che gli argenti siano stati rubati. La moneta suggerisce una possibile cornice del furto. Il MET ha acquistato gli argenti in due gruppi, nel 1981 e nel 1982, per un totale di 2.740.000  dollari da Robert Hecht, un mercante d’arte operante a Parigi e New York,  adesso novantunenne, sotto processo a Roma con l’accusa di trafficare opere rubate (Silvio Raffiotta, il magistrato che ha condotto la causa contro il MET 20 anni fa, ha ammesso che “la negligenza dell’Italia” è stata responsabile, tanto quanto i tombaroli, del fatto che gli argenti siano finiti negli Stati Uniti.)

Secondo l’accordo del 2006 il MET condivide la custodia degli argenti, che viaggeranno tra New York e Aidone ogni quattro anni per essere esposti. Quando gli argenti sono arrivati in Italia a febbraio, il MET ha ricevuto 20 pezzi, appena portati alla luce, di un servizio da tavola proveniente dalla zona di Pompei.

È previsto che gli argenti di Morgantina tornino a New York nel 2014, ma molti archeologi qui hanno affermato che i fragili manufatti siano stati messi a rischio tutte le volte che hanno viaggiato. Questo non ha impedito all’assemblea regionale siciliana di mostrare la collezione all’Expò di Shangai di quest’anno.

Il museo di Aidone è piccolo, senza spazi per mostre temporanee o stazioni multimediali, e le strade che portano alla città hanno bisogno di seri  interventi, ha detto Enrico Caruso, che a settembre è stato nominato direttore del nuovo Parco Archeologico di Morgantina. Ma tutti i suoi tesori appartengono ad Aidone, ha detto, aggiungendo: “Qui non sono orfani”.  

 

Aidone, Italia–  Sono arrivati a frotte. Venerdì pomeriggio, centinaia di residenti di questa piccola città in cima ad una collina, nella Sicilia orientale, hanno percorso la ripida salita che porta  al museo archeologico della città, per celebrare il ritorno ad Aidone di un tesoro nascosto,  seppellito qui vicino  2200 anni fa, e illegalmente preso e trasportato via di fretta in tempi più recenti.   

Quest’anno questa collezione di 16 oggetti d’argento dorato d’età Ellenistica, conosciuti come gli argenti di Morgantina, era in mostra al MET di New York. Per decenni gli archeologi, i magistrati e, alla fine, il governo italiano, hanno cercato di convincere il museo che i pezzi erano stati illegalmente portati alla luce 30 anni fa a Morgantina, un antico insediamento greco le cui rovine si trovano vicino ad Aidone.

La loro perseveranza, così come anche la crescente ed incontrovertibile evidenza, li ha ripagati, e il gruzzolo d’argento è stato incluso in un accordo del 2006 tra il governo italiano e il museo, per la restituzione di molti reperti considerati trafugati dal suolo italiano. Gli argenti sono stati riconseganti all’Italia a febbraio, ma solo ora sono stati restituiti alla Sicilia, collocati in una sala da poco imbiancata, accanto ad oggetti più ordinari: un pettine d’ottone, una moneta antica, un grande altare di terracotta, anche questi trovati nella casa dove gli archeologi  ritengono che il tesoro sia stato sepolto nel 211 a. C., quando Morgantina cadde sotto i Romani.

“Sono delle meravigliose opere d’arte, hanno tentato molte persone, ma è giusto che siano tornate nella loro vera casa”, ha detto un visitatore, Alfredo Scivoli, che ha aperto un B&B qui ad aprile, per anticipare i turisti che l’amministrazione locale spera vengano attirati dagli argenti.

Ad una conferenza stracolma sul ritorno del tesoro di prima mattina Pietro Giovanni Guzzo, ex soprintendente di Pompei e  primo studioso italiano ad esaminare ufficialmente gli argenti al MET più di 20 anni fa, ha detto  che la maggior parte della collezione risale al III sec a. C. e che era usata per scopi religiosi e per banchetti. Ha detto che probabilmente era stata raccolta per il suo valore materiale piuttosto che per il valore artistico, e che insieme gli oggetti pesano solo  circa  4,5 kg.

Gli oggetti usati per il simposio, così i greci chiamavano i loro banchetti, includono un attingitoio con il manico a forma di testa di cane (tipico di Morgantina) e varie coppe. Gli studiosi credono che gli oggetti d’argento siano stati nascosti all’interno di due crateri (grandi coppe per mescere il vino), con dei piedi raffiguranti delle maschere teatrali, e che  l’averli nascosti probabilmente li ha tenuti al sicuro e conservati per i posteri.

“Gli Argenti forse hanno fatto luce sulle drammatiche e brutali circostanze degli ultimi anni della seconda guerra punica, e vedendoli all’interno dello scheletro della casa, riusciamo a cogliere il senso della cultura materiale e dell’arte della Sicilia Ellenistica.” Ha detto Malcom Bell III, professore emerito di storia dell’arte e archeologia all’Università della Virginia e direttore degli scavi a Morgantina. “Sono stati giustamente ricontestualizzati, e questo è veramente importante”.

Per decenni  Bell è stato il massimo sostenitore della restituzione del tesoro, e ad Aidone, dove gli scavi hanno portato lavoro stagionale per molti residenti, è praticamente un eroe. “È  un momento molto felice e profondamente gratificante”, ha detto in un ‘intervista.

Per Aidone il ritorno degli argenti significa molto di più dell’aggiustamento di un torto.

Per una città economicamente depressa che offre poche opportunità di occupazione e che ha visto una moltitudine di giovani cercare altrove la propria fortuna, il tesoro di Morgantina prospetta nuove speranze per il futuro.

L’anno scorso il Museo Archeologico di Aidone è diventato la sede permanente di due acroliti arcaici (statue solitamente dal busto in legno ma con le teste e gli arti in pietra) anche questi trafugati da Morgantina. Esse un tempo, erano appartenute a Maurice Tempelsman, un uomo d’affari di New York. Le due statue che rappresentano le dee, madre e figlia, Demetra e Persefone, adesso siedono maestosamente avvolte da suggestive vesti create appositamente dalla stilista siciliana Marella Ferrera.  

Un nuovo stimolo alla collezione arriverà l’anno prossimo quando il J. Paul Getty Museum di Malibù, California, restituirà la  statua  di una dea che ha acquistato nel 1988 per 18 milioni di dollari. Anche questa fu probabilmente trafugata a Morgantina. La statua, che è stata tradizionalmente identificata con Afrodite, sebbene ci sia un crescente dibattito su chi essa in effetti personifichi, verrà smantellata per il trasporto e poi riassemblata nella sua nuova casa. In cambio la Sicilia presterà molte opere d’arte al Getty.

“É un’occasione che capita una sola volta nella vita”, ha detto il Sindaco di Aidone, Filippo Gangi. Lo “straordinario trittico” di opere d’arte, ha detto, potrebbe “stimolare uno sviluppo economico senza precedenti” ad Aidone, sfruttando anche la vicinanza della città alla Villa Romana del Casale, che vanta più di 4000 metri quadrati di mosaici tardo romani e che è già uno dei siti più visitati in Sicilia.

Un nuovo centro commerciale ad Enna, il capoluogo di provincia, ci si aspetta che attiri folle di visitatori, ha detto Sebastiano Messineo, l’assessore regionale per l’eredità culturale e l’identità siciliana. “Tutto è destinato a generare ricchezza per il territorio”, ha riferito.

Ma non molto tempo fa molti abitanti del luogo facevano come secondo lavoro i tombaroli. Il Sindaco Gangi ha detto che era “uno sport un tempo tollerato”  e più di una persona al museo venerdì si è chiesto se i veri ladri, che non sono mai stati formalmente identificati,  si sarebbero presentati. 

La nuova esposizione al museo comprende una moneta da 100 lire del 1978, trovata nella così detta “casa di Eupolemo”, la modesta dimora dalla quale gli archeologi ritengono che gli argenti siano stati rubati. La moneta suggerisce una possibile cornice del furto. Il MET ha acquistato gli argenti in due gruppi, nel 1981 e nel 1982, per un totale di 2.740.000  dollari da Robert Hecht, un mercante d’arte operante a Parigi e New York,  adesso novantunenne, sotto processo a Roma con l’accusa di trafficare opere rubate (Silvio Raffiotta – nella foto–  il magistrato che ha condotto la causa contro il MET 20 anni fa, ha ammesso che “la negligenza dell’Italia” è stata responsabile, tanto quanto i tombaroli, del fatto che gli argenti siano finiti negli Stati Uniti.)

Secondo l’accordo del 2006 il MET condivide la custodia degli argenti, che viaggeranno tra New York e Aidone ogni quattro anni per essere esposti. Quando gli argenti sono arrivati in Italia a febbraio, il MET ha ricevuto 20 pezzi, appena portati alla luce, di un servizio da tavola proveniente dalla zona di Pompei.

È previsto che gli argenti di Morgantina tornino a New York nel 2014, ma molti archeologi qui hanno affermato che i fragili manufatti siano stati messi a rischio tutte le volte che hanno viaggiato. Questo non ha impedito all’assemblea regionale siciliana di mostrare la collezione all’Expò di Shangai di quest’anno.

Il museo di Aidone è piccolo, senza spazi per mostre temporanee o stazioni multimediali, e le strade che portano alla città hanno bisogno di seri  interventi, ha detto Enrico Caruso (nella foto), che a settembre è stato nominato direttore del nuovo Parco Archeologico di Morgantina. Ma tutti i suoi tesori appartengono ad Aidone, ha detto, aggiungendo: “Qui non sono orfani”.