Comune Enna. Cinque anni di dissesto finanziario, piano di estinzione dei debiti

Enna. Tra qualche giorno si concludono i cinque anni del dissesto finanziario del capoluogo, voluto e votato dal consiglio comunale  il 22 dicembre del 2005 e si conclude positivamente questo difficile periodo, perché il comune ne esce pulito e senza ulteriori dissesti, così come è avvenuto in altri comuni dissestati, segno evidenti che comune e commissione di liquidazione hanno agito nel migliore dei modi. Il 22 marzo  2006 fu nominata una commissione straordinaria, composta da funzionari del Ministero dell’Interno, voluta dalla  Procura della Repubblica. Presidente Rosario Pappalardo, dirigente del Ministero dell’Interno, e due esperti commercialisti Antonino Maugeri e Giuseppe Gervasi, per effettuare accertamenti su documenti contabili del comune relativi a procedimenti giudiziari in corso.Lo stato di disordine esistente e le difficoltà che la Commissione di Liquidazione si accingeva ad affrontare nella gestione del dissesto, dall’esame degli atti, infatti, venne fuori una “generale situazione di confusione  amministrativa e soprattutto contabile ed un disordine procedimentale tale da impedire un’agevole ricostruzione della reale situazione finanziaria del Comune.

Una commissione che, attraverso un costante lavoro ricognitivo ed istruttorio di natura amministrativo, giuridico  e finanziario, per l’ accertamento della legittimità dei crediti richiesti fissò in oltre 1.200 le istanze di ammissione nella massa passiva,  quindi l’esame di  una consistente parte della massa attiva, rappresentata dal recupero dei crediti dell’Ente, per la definizione ed il pagamento, attraverso la procedura transattiva semplificata, di circa 6 milioni di euro (pagati dal 60 al 100%  per il personale) di debiti. I rimanenti debiti, già definiti ed ammessi per circa 9 milioni di euro, che riguardavano i creditori che non avevano accettato la transazione relativa alla procedura abbreviata o che erano intervenuti oltre i termini della procedura semplificata, erano stati inseriti nel piano di estinzione dei debiti presentato al Ministero dell’Interno per l’approvazione e l’esecutività al pagamento per intero.  La natura dei debiti ammessi nella massa passiva ed inseriti nel piano di estinzione erano così riportati: residui passivi 3 milioni 178 mila debiti; debiti fuori bilancio 2 milioni e 84 mila euro; debiti transatti  con procedura ordinaria 144 mila euro; debiti transatti e pagati  dalla commissione 5 milioni 846 mila euro; debiti per giudizi pendenti 2 milioni 503  mila euro; debiti vari da definire in fase di rendicontazione finale un milione di euro. Quaranta istanza sono state escluse per inesistenza del diritto al riconoscimento del credito.

Al dottor Pappalardo abbiamo quali i tempi di approvazione del piano di estinzione da parte del Ministero dell’Interno?

“Il Piano di estinzione – dichiara Rosario Pappalardo – è stato depositato al Ministero dell’Interno il 5 novembre e dovrà essere  sottoposto all’approvazione, entro 120 giorni dal deposito, dal Ministro dell’Interno ed è tenuto a rispondere entro 60 giorni dalla comunicazione. La chiusura del dissesto non è subordinata alla sola estinzione dei debiti finanziari dell’Ente, ma è legata al reale effettivo raggiungimento del risanamento finanziario, patrimoniale ed amministrativo dell’Ente Locale stesso.

La grande difficoltà della Commissione è stata quella di attivare immediatamente la procedura per l’accertamento di tutte le entrate di competenza della Commissione stessa (Fondo di cassa disponibile, residui attivi, contributi regionali destinati al risanamento  e quant’altro) al fine di fronteggiare la massa passiva che da subito era stata determinata in 15 milioni  di euro circa. Nessun pericolo per il comune capoluogo, circa il nascere di un dissesto sul dissesto, come è avvenuto in alcuni comuni dissestati. La commissione ha seguito ed applicato attentamente tutte  le disposizioni del Ministero dell’Interno. Bisogna dare atto della grande disponibilità e  professionalità  dimostrata dai dirigenti e di tutto il personale interessato dalla commissione nonché dagli Amministratori comunali, che nel gravoso corso del procedimento amministrativo previsto dalla legge, hanno facilitato  il compito della  commissione,  specialmente nella prima fase della procedura”.

Quale sarà il futuro del comune, uscito dallo stato di dissesto?

I dissesti  finanziari – prosegue il dottor Pappalardo –  sono stati da sempre l’espressione di un malessere socio-economico e strutturale, ma mentre sino al 2003 si ricorreva all’acquisizione di un contributo erariale a fondo perduto; dal 2004  in poi tutto l’onere del dissesto gravava sui bilanci del Comune ed il dissesto finanziario di Enna è stato il primo dissesto deliberato da un capoluogo di Provincia.  Il Comune di Enna, in questo senso, è stato fortunato perché ha usufruito di contributi regionali (emendamento Crisafulli alla Finanziaria ed intervento dello Stato ndr), che unitamente all’acquisizione dei residui attivi (crediti) hanno consentito di coprire l’intera massa passiva accertata.Con l’approvazione e l’esecutività del piano di estinzione da parte del Ministero dell’Interno, verranno pagati i residui debiti che, sommate agli importi già corrisposti ai creditori che hanno transatto il credito con la procedura abbreviata, portano ad oltre15 milioni di euro il debito complessivo estinto dal comune e corrisposto ai creditori. Il Comune ha beneficiato di una parte di contributi regionali, la collettività ennese ha potuto disporre in quest’ultimo periodo di parte della somma rimasta ed il comune non ha più debiti. Con la chiusura  del dissesto si perverrà  al reale risanamento del Comune, che avrà di fatto una ricaduta positiva più rispondente alle esigenze di trasparenza e di efficacia gestionale  dell’Ente spiegabile con quanto il dissesto riesce a trasferire nella struttura burocratica, politica ed amministrativa nonché nei cittadini stessi”.