Enna. A sala Cerere presentazione del libro di Amaradio “Ero Balilla, in Sicilia nel 1943”

Enna. A Sala Cerere di Palazzo Chiaramonte del Comune di Enna, il mercoledì 23 Febbraio 2010, alle ore 17,30,tutti i Club Service della Città, nelle persone dei rispettivi presidenti: Angela Arengi per La FIDAPA, Pierelisa Rizzo per l’Inner Wheel, Enzo Monasteri per il Kiwanis, Francesca Lo Giudice per il Lyons, Salvatore Nicoletti per il Panathlon, Pina Monasteri per il Rotary e Geppina Savoca per il Soroptimist, con il patrocinio del Comune di Enna, presenteranno il libro di Eugenio Amaradio “Ero Balilla, in Sicilia nel 1943”, pubblicato dall’autore con il Gruppo Editoriale “L’Espresso, nella collana ilmiolibro ed in catalogo da “LaFeltrinelli”.
In questo volume l’autore tratta dell’ultima invasione della Sicilia, quando nel 1943 sbarcarono gli Anglo-Americani. Egli alterna, ai suoi ricordi personali di balilla, le sue letture storiche sulla guerra che, nel turbinio di una sola estate, travolse la nostra isola.
Condurrà Pierelisa Rizzo, introdurrà Attilio Bruno ed illustrerà l’opera Nello Pogliese.
Sarà presente l’autore.
Verranno letti passi dell’opera e seguirà un eventuale dibattito.
Nel blog http://www.erobalilla.splinder.com/ sono riportati i primi capitoli del volume.

Eugenio Amaradio, avvocato con la passione per la storia, con questo libro propone il frutto dei propri ricordi e studi sull’argomento dell’ultima invasione della Sicilia, alternando le sue storie personali e familiari con una ricostruzione degli eventi bellici e delle loro cause ed effetti, il tutto corroborato dalle lunghe letture di una vita. Il racconto si snoda dalle esperienze di “balilla tamburino” che partecipava con euforia alla vita della sua città, della sua scuola e della sua famiglia sotto l’influsso dell’indottrinamento para-militare cui tutti i ragazzi del tempo venivano sottoposti per educarli alla guerra, come se fosse un qualunque altro gioco; continua poi esaminando le ragioni storiche della scelta degli alleati di iniziare dalla Sicilia l’invasione dell’Europa; e poi, via via, l’autore narra gli avvenimenti principali della sua famiglia, costretta a “sfollare” in campagna per il timore dei bombardamenti e dell’imminente invasione e dove si raggrupparono molti altri parenti ed amici. E poi anche i problemi degli alti comandi degli eserciti Italiano e Tedesco con i loro contrasti relativi alla condotta della guerra: resistere ad oltranza sul “bagnasgiuga” come fu tentato invano con gravissime perdite, o ritirarsi ordinatamente prima sul “caposaldo dell’Etna” e poi oltre lo Stretto, come poi fu fatto. Nel racconto c’è la vita in campagna dei bambini che si svolgeva in un’apparente normalità tra giochi, gite, cavalcate e frequenti baruffe e per i quali tutto costituiva ancora occasione di svago, e quella degli anziani tra preoccupazioni, preghiere, dubbi, ansie e tensioni. E poi la sorte terribile dei militari Italiani che combattevano senza adeguati armamenti ed idonei equipaggiamenti, senza alcuna valida protezione aerea e navale, per cui gli stessi erano costretti o a morire eroicamente nel vano tentativo di difendere se stessi e la Patria o a disertare o arrendersi. E l’Esercito Tedesco che, seppur con un numero ridotto di militari molto meglio armati ed equipaggiati degli Italiani, resisteva. E l’assoluta preponderanza delle forze degli Alleati in uomini e sopratutto in mezzi. L’autore conclude poi parlando del problemi insorti dopo l’occupazione alleata: saccheggi, reviviscenza della mafia, insorgere del banditismo, diffusione del separatismo. Ed ancora il ritorno a casa con la conta dei morti, dei feriti e dei dispersi, la constatazione dei danni subiti e, infine, lentamente, la normalità con la ripresa della vita di tutti i giorni.