CGIL Sicilia. Immigrazione: esercito non avrà compiti repressivi

Palermo, 11 marzo (U.S. CGIL)- Il centro di accoglienza di Mineo (provincia di Catania) non sarà un CIE (Centro di identificazione ed espulsione), ma un vero e proprio Centro di accoglienza per i rifugiati richiedenti asilo e l’esercito inviato in Sicilia dal ministro Maroni non sarà usato per scopi repressivi, ma per coadiuvare le forze di polizia nei normali servizi di controllo del territorio. Sono due delle assicurazioni che oggi il Prefetto Giuseppe Caruso, commissario straordinario per l’emergenza sbarchi in Sicilia, ha dato a una delegazione della CGIL che aveva chiesto un incontro urgente per capire l’uso che si vorrà fare dell’esercito e soprattutto capire le intenzioni delle istituzioni sulla gestione degli sbarchi di profughi dalle rivolte del Maghreb. Ne da’ notizia la Cgil.
Il Prefetto Caruso ha ricevuto Antonio Riolo, segretario regionale della CGIL Sicilia e Piero Soldini, responsabile immigrazione della CGIL nazionale. “Abbiamo posto al Prefetto tutta una serie di questioni sull’emergenza sbarchi – hanno dichiarato subito dopo l’incontro Soldini e Riolo – e il Prefetto ci ha mostrato una grande disponibilità e ha fatto capire che si sceglierà la via delle scelte pragmatiche”. Per quanto riguarda in particolare l’uso dei 200 militari inviati in Sicilia, il Prefetto- rende noto la Cgil- ha escluso qualsiasi tipo di utilizzo repressivo dell’esercito nei confronti dei profughi. “I militari – ha spiegato Soldini – dovranno coadiuvare le forze di polizia nell’azione di vigilanza visto che in particolare le forze di polizia sono attualmente in sofferenza di organico”.
Per quanto riguarda il tema della caratterizzazione del centro di Mineo, il prefetto Caruso ha spiegato che è intenzione del Governo utilizzare le strutture di Mineo come “Cara” (Centro di accoglienza rifugiati richiedenti asilo). La CGIL, oltre a prendere atto della notizia, ha espresso al Prefetto l’indicazione di non costruire megacentri per i profughi, ma al contrario moltiplicare i centri affinché l’accoglienza sia più “spalmata” sul territorio. Anche su questo punto sono emerse convergenze di vedute nel corso dell’incontro, anche perché il Prefetto ha fatto sapere di aver già preso contatti con l’Anci (associazione nazionale dei Comuni) per individuare possibili altri siti in altre regioni italiane. Una delle ipotesi che si fa avanti è quella di utilizzare le caserme dismesse, visto che il patrimonio immobiliare ceduto dall’esercito è molto vasto. Solo in Campania sarebbero stati censiti 4 milioni di metri cubi di caserme dismesse. Discorso analogo per altre regioni (soprattutto del nord, come per esempio il Friuli), dove la presenza delle caserme è sempre stata molto forte storicamente.
Infine l’altro tema dell’incontro è stato il rapporto con la UE. Il Prefetto Caruso ha confermato la linea del Governo italiano che chiede un coinvolgimento diretto dell’Europa nella gestione dell’emergenza sbarchi. La CGIL, da parte sua, ribadisce però che il rapporto tra il nostro Paese e l’Europa sarebbe stato più tranquillo e diretto se l’Italia avesse sottoscritto alcune delle direttive ceh attualmente risultano disattese (la 115 sui rimpatri, per esempio, o la 52 sulle condanne dei caporali che sfruttano il lavoro nero). E queste ovviamente sono state scelte politiche sbagliate dell’attuale governo Berlusconi.