Enna: Anniversario morte di Borsellino, “ecco il popolo che vogliamo”
Enna-city - 21/07/2011
È questo il popolo che tutti vogliamo e sono questi i giovani che trasmettono fiducia per il futuro, i giovani che vedono in Giovanni Falcone e Paolo Borsellino le icone giuste e che combattono una mafia sempre più nell’angolo, un anti Stato che nella sua crudeltà nasconde tutta la sua debolezza.
Nel diciannovesimo anniversario della strage di via D’Amelio in cui pesero la vita il giudice Borsellino e la sua scorta, anche Enna ne ha commemorato il ricordo grazie alle associazioni culturali Hermes e Laboratorio 5 che hanno organizzato un convegno, nella sala consiliare di Enna, dal titolo “Chi ha paura muore ogni giorno”.
“Per noi è doveroso ricordare Borsellino che con Falcone è stato fondamentale per accrescere la fiducia dei cittadini per le istituzioni” ha detto Toti Corso responsabile dell’associazione Hermes. Per Mario La Rocca di “Laboratorio 5” “oggi noi giovani ci proponiamo di mettere in risalto un cambiamento culturale, la legalità, onestà e amicizia”.
Il Procuratore della Repubblica, Calogero Ferrotti ha ricordato il giudice ed il giorno della strage “in cui ebbimo subito la percezione di qualcosa di grave. Rappresentò il punto più elevato di uno scontro tra Stato ed anti-Stato e fu ancora più grande perchè avvenne 57 giorni dopo Capaci”. Ferrotti ha quindi evidenziato che i due gioudici hanno lasciato un messaggio enorme e “lo testimoniamo il proliferare di movimenti della società civile e giovanili a sostegno della magistratura e forze dell’ordine”.
La strage di Capaci fu anche il punto di svolta dell’allora dodicenne Paola D’Ambrosio, campana ed oggi magistrato ad Enna: “Quando si parla di Falcone e Boresellino ho il nodo alla gola, costituiscono il modello di magistrati che ho ammirato. Quelle scene per me furono tremende ed oggi è emozionante vedere a Palermo tanti bambini coinvolti in manifestazioni di legalità, segno che qualcosa sta cambiando”. Il vice prefetto vicario, Salvatore Caccamo, ha detto che “il concetto di legalità è in ognuno di noi, un principio indissolubile e la Prefettura non può mancare a un momento commemorativo come questo”.
Presenti i rappresentanti delle forze dell’ordine, dal dirigente della Squadra Mobile Giovanni Cuciti al capitano dei carabinieri Michele Cannizzaro. Per il primo c’è bisogno di una maggiore vicinanza tra cittadini e organi investigativi ed ha definito la strage di via D’Amelio un punto di svolta. Per il capitano Cannizzaro “è straordinario che ragazzi nati in quegli anni, oggi portino avanti idee di persone che hanno sacrificato la propria vita”. Il presidente della Provincia, Giuseppe Monaco, ha ricordato che 19 anni dopo la morte di Borsellino è cambiato tanto e “sono convito dei risultati eccellenti, ma mai abbassare la guardia. La politica deve evitare connivenze col malaffare”. Per il sindaco Paolo Garofalo “quel giorno per Enna fu drammatico e accolto con grande rabbia”. La Sala consiliare per Garofalo “è stata la sede naturale per parlare di questi fatti perchè appartiene alla società e ognuno deve dare il proprio contributo”.