V – Enna: GLI ERRORI DI VESPASIANO

Egregio Sig. Sindaco, una volta nella città di Enna si respirava una “mefitica” aria di urea per la presenza di due orinatoi: uno in via Varisano (a tre posti), uno a San Tommaso (addirittura a quattro posti!), e questo ultimo, fra l’altro, attaccato all’esterno della navata della chiesa delle Anime Sante! Ma era una vera indecenza! È vero che erano opportunamente recintati con pareti metalliche (anche ben lavorate, bisogna dire!), ma chiunque capiva che quello era un posto dove i prostatici e i cosiddetti “lenti di carina” andavano a scaricare l’esubero di acqua del loro corpo. Ma una città turistica non deve mostrare tali sconci! Dopo qualche tempo, una solerte Amministrazione, che aveva a cuore lo sviluppo turistico della città, eliminò definitivamente quegli orinatoi e si permise di costruire un orinatoio (pardon un albergo diurno!) chiuso alla vista della gente sotto la gradinata della chiesa San Francesco! Sbagliato! Sbagliato! Vero è che il servizio era opportunamente dotato di un addetto all’igiene e alla pulizia, ma vero è anche che, a volte c’era una coda di utenti che disturbava la vista e faceva intuire alle gentili turiste tedesche o inglesi che in quel posto c’era qualcuno che in quel momento… orinava o faceva di peggio!! Queste cose non si fanno in una città turistica!
Qualcuno che non ha a cuore il bene turistico di questa città si lamenta perché gli manca il posto dove poter…andare a soddisfare un “bisognino”.
Ma questo “qualcuno” sbaglia perché non ha capito niente dell’economia turistica!
Se questo “qualcuno” ha necessità di “estrinsecare” un suo bisogno può benissimo fare una passeggiatina e avvicinare con indifferenza verso la circonvallazione del Belvedere che provvidenzialmente non ha più sbocchi stradali (e speriamo che la Provincia non commetta l’errore di ricostruire la strada!!), o verso la provinciale di via S.Agata (a qualche centinaio di metri dall’inizio della discesa!), o, se fa in tempo a trattenere la “pressione”, può recarsi a Lombardia o in piazza Europa dove vi sono i “cessi”! Qualcuno dirà: Ma se non la posso trattenere? Peggio per lui! Oppure va in farmacia, compra uno di quei panni chimicamente preparati, lo indossa prima di uscire da casa e, blop! Tutto fatto!
“Si, ma non posso andare in un bar?” A parte il fatto che quando quel tale signore che non può “trattenerla” chiede la chiave della “toilette”, si sente rispondere che il “bagno è guasto!” oppure “manca l’acqua”, ma vi sembra giusto che bisogna proprio andare a depositare i prodotti personali in quei locali? Per rispetto di chi va a consumare un caffè, la soluzione “bar” è peggiore del “cesso pubblico”; anche perché molte persone per fare un dispetto al proprietario “sbagliano sempre il buco” e tutto va a finire a terra.
Quale è la soluzione per chi non la può trattenere e non ha il panno chimicamente preparato? Qualche maligno direbbe : “ se la faccia…..”
Cordialmente.

Vittorio Cavallotti



Sappiano gli avvenire che da questa casa il 18 maggio 1895 FELICE CAVALLOTTI censore imperterrito di prepotenti parlando al popolo fremente di vita nuova e ammonendo con terribile esempio gli oppressori evocava EUNO lo schiavo Siro che in nome dell’umana eguaglianza a capo d’innumeri schiavi ribelli fiaccò mirabilmente più volte la prepotenza di Roma insegnando ai legislatori del Mondo gli schiavi non essere cose ma Uomini