Piazza Armerina. Gogna mediatica e sviluppi su arresti dirigente scolastico e amministrativo dell’Istituto tecnico

Piazza Armerina. Saranno interrogati martedì e mercoledì presso l’aula penale del tribunale di Enna il professor Giovanni Scollo, dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico “Leonardo da Vinci” di Piazza Armerina, difeso dall’avvocato Marco Di Dio Datola, e l’ex dirigente amministrativo, dipendente della Provincia regionale, Giovanni Delle Cave, difeso dall’avvocato Giovanni Palermo, in quanto colpevoli di peculato e falso commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, essendosi appropriati con mandati di pagamento falsi e prelievi con la carta di credito di circa 300 mila euro nell’arco di un decennio, mentre il professor Scollo è accusato anche di estorsione per avere costretto Giovanni Delle Cave a firmare una dichiarazioni dove si accusava di essere stato lui solo e per proprio interesse i soldi dalla cassa della scuola. Le indagini, espletate dagli agenti della squadra Mobile, coordinati dal dirigente Giovanni Cuciti, erano partite, subito dopo l’incidente avuto da Giovanni Delle Cave il 30 marzo del 2010 sull’autostrada nei pressi dello svincolo di Agira, ricoverato presso l’ospedale Cannizzaro di Catania, ed il rinvenimento di nota dattiloscritta che riguardava proprio gli illeciti contabili commessi assieme al professor Giovanni Scollo a danno dell’Istituto. Giovanni Delle Cave stava andando a Catania a trovare le tre figlie, e poi avrebbe tentato il suicidio perché, come si legge nella sua confessione, “in undici anni di collaborazione il professo Scollo mi ha fatto raggiungere i massimi traguardi del degrado morale. Non rinnego le mie responsabilità e in questi anni mi sono trascinato una connivenza con un individuo losco, una persona malvagia, ipocrita, falsa, bugiarda, disonesta e ricattatrice”. Gli agenti della squadra Mobile hanno ricostruito, grazie alla collaborazione di Giovanni Delle Cave, il modus operandi dei due, iniziato alla fine del 2003, quando il professor Scollo invitò il suo direttore amministrativo in un viaggio in Romania, a Bucarest, viaggio pagato con soldi propri, mentre i successi viaggi furono fatti con soldi prelevati dalla cassa dell’istituto. Spesso le partenze avvenivano da Napoli, Bergamo,Vicenza. La procedura era che i due concordavano quanto prelevare, veniva emesso mandato di pagamento a favore di Giovanni Delle Cave, sottoscritto da entrambi, il più delle volte il prelievo era di 4 mila euro per il pagamento della Tarsu (tassa della spazzatura). La somma veniva consegnata al professor Scollo che provvedeva al pagamento dei biglietti aerei e alla prenotazione in albergo. I due partivano in date diverse, la differenza di qualche giorno ed i viaggi continuarono sino alla fine del 2006. A Bucarest frequentavano i casinò ed in qualche caso delle escort. In una cartella è stato rinvenuto un book che riportava 61 foto di giovani nude rumene con i rispettivi numeri telefonici ed indirizzi e-mail ed in particolare in un’altra cartella ci sono foto di una ragazza bionda che il professor Scollo aveva fatto venire in Sicilia. Giovanni Delle Cave dal 2007, a causa di problemi di salute non potè più partire e quindi il professor Scollo affrontava i viaggi da solo; il prelievo delle somme continuavano e venivano divise fra loro due sempre con i falsi mandati di pagamento. L’ultimo mandato di 11.855 euro veniva sottoscritto da entrambi nel novembre del 2007, successivamente i mandati di pagamento veniva firmati da Giovanni Delle Cave sia per lui che per il dirigente scolastico. Subito dopo tra i due nascono contrasti, Delle Cave dichiara di non voler più continuare sulla strada del prelievo dei soldi dalla cassa dell’Istituto, nasce una discussione animata tra i due, ma Scollo insiste perché ha problemi finanziari con la famiglia ed in particolari con i figli. Delle Cave si trova in difficoltà finanziario e firma un mandato di 11.500 euro che intasca completamente senza che il professor Scollo ne sa niente. Il dirigente gli fa firmare una dichiarazione con la quale si assumeva la paternità di tutti gli ammanchi perpetrati.Una specie di “assicurazione” per il dirigente scolastico. Nel dicembre del 2007 riprendono i prelievi molto consistenti perché ambedue i soggetti hanno bisogno di soldi ed il professor Scollo deve aiutare la figlia che è in difficoltà per cui proseguono nell’emissione dei mandati di pagamento falsi. Il professor Scollo, quando la situazione diventa insostenibile dichiara di voler andare via, tra l’altro è stato accertato che lo stesso sembra possiede una multiproprietà a Francoforte ed ha degli interessi in un ristorante,chiamato “Villa Leopardi”, del quale risulta possedere una quota di partecipazione agli utili pari al 7,50 per cento con contratto stipulato nell’ottobre del 2000.

I problemi economici del dirigente scolastico, professor Giovanni Scollo, non erano solo suoi ma anche di componenti la famiglia, specie della figlia Chiara, amministratrice della Csa Tour, che gestisce i trasporti urbani a Piazza Armerina, ed anche di un’altra società, denominata “Vip”. A dicembre c’era stato lo sciopero dei dipendenti della società, ai quali non era stato pagato lo stipendio e gli stessi lavoratori erano stati invitati a far parte della società. Nel maggio del 2007, ritornato in servizio dopo un lungo periodo di malattia, Giovanni Delle Cave aveva manifestato di non voler più emettere mandati di pagamento falsi, ma il dirigente scolastico non lo aveva accettato perché aveva problemi finanziari suoi e della figlia, per cui chiedeva la emissione di un mandato di pagamento di 15 mila euro, ma Giovanni Delle Cave emetteva un mandato di pagamento di 7.300 euro che andava ad incassare e poi consegnava al professor Scollo. Nel novembre del 2008 c’era un’ulteriore richiesta da parte del dirigente scolastico di 25 mila euro perché voleva acquistare un immobile a Catania da destinare a parafarmacia per il figlio, per cui venivano messi due mandati di 7.500 euro ciascuno con la causale relativa alla “incentivazione alla partecipazione dei genitori”, legata ad un progetto PON. Tra il 2009 ed il 2010 Delle Cave veniva costretto dal professor Scollo ad emettere altri mandati di pagamento, comunque, non inferiori a 5 mila euro perché voleva risolvere i problemi economici della figlia. Nel settembre del 2009 Giovanni Delle Cave manifesta l’intenzione di voler andare in pensione, ma il dirigente scolastico si oppone con violenza perché aveva bisogno di soldi per acquistare un appartamento a sua figlia, acquisto che fece, grazie all’emissione di altri mandati di pagamento. Nel febbraio del 2010 a Delle Cave viene chiesto di emettere altri due mandati complessivamente di 7.500 euro. Nel marzo del 2011 i rapporti tra Scollo e Delle Cave si acuiscono e l’8 marzo il dirigente scolastico accusa il dirigente amministrativo lo accusa di avere maltrattato una insegnante, la quale, sentitasi male, era stata costretta a ricorrere alle cure ospedaliere. Da quel momento Giovanni Delle Cave si metteva in malattia ed il 30 marzo del 2010, decide di andare a Catania ad incontrare le proprie figlie. Prima di partire assume venti compresse di un tranquillante, nei pressi dello svincolo di Agira, superando un camion, ha un grave incidente che lo porta ad essere ricoverato presso l’ospedale Cannizzaro con prognosi riservata. Viene trovata dagli agenti della Stradale la sua confessione e da lì parte l’inchiesta della squadra Mobile con Giovanni Delle Cave, che, presente il suo difensore, l’avvocato Giovanni Palermo, confessa e chiarisce tutti i risvolti di una vicenda che ha sicuramente impressionato tutta la provincia perché i due sono molto conosciuti, specie il professor Scollo per la sua attività politica. La squadra Mobile e la Polizia Scientifica ricostruiscono piano attraverso le documentazioni sequestrate tutto quello che era successo nei dieci anni che vanno dal 2001 al 2011 e che hanno visto le casse dell’Istituto Tecnico “Leonardo da Vinci” completamente prosciugate da diecine e diecina mandati di pagamento fasulli che dovendo servire per pagare la Tarsu o per pagare materiale non acquistato da parte dell’istituto o per iniziative che l’istituto aveva programmato, ma che non aveva mai svolto, ma che erano costate diverse migliaia di euro.

Gli agenti della squadra Mobile, coordinati dal dirigente Giovanni Cuciti, hanno avuto la possibilità di ricostruire tutti i viaggi che il professor Scollo, ed in parte con Giovanni Delle Cave, ha fatto in Romani dal febbraio del 2005 all’aprile del 2006. Gli agenti hanno eseguito degli accertamenti presso la compagnia aerea “My Air”, che era quella prevalentemente utilizzata per i viaggi verso Bucarest. Le partenze erano per lo più da Catania, ma ci sono anche una partenza da Napoli, due da Bergamo ed una partenza da Vicenza. Il primo viaggio riscontrato il 7 febbraio del 2005, quindi il 15 febbraio, il 20 luglio con rientro a Catania il 22 luglio; il 7 ottobre assieme a Delle Cave con rientro il 12 ottobre; il 17 ottobre con Delle Cave; il 25 ottobre solo Scollo; 8 dicembre solo Delle Cave e rientro l’11 dicembre; 11 aprile del 2006 da Bergamo per Bucarest ed il rientro a Bergamo il 18 aprile. Ci sono stati altri viaggi con altre compagnie, così come ci sono stati dei viaggi in Germania, e qualche viaggio anche in Turchia, ma tutto questo appartiene ad altre indagini che la squadra Mobile sta effettuando per avere ulteriori conferme dalle compagnie aeree.

Ci sono voluti più di un anno di indagini per arrivare a chiarire una vicenda che sapeva di peculato e falso in una scuola ed a dare il via è stato un incidente automobilistico voluto del direttore amministrativo dell’Istituto tecnico “Leonardo da Vinci” di Piazza Armerina ,Giovanni Delle Cave, perché la squadra Mobile, diretta dal dottor Giovanni Cuciti, venisse a conoscenza che dall’istituto il dirigente scolastico, professor Giovanni Scollo, ed il direttore amministrativo si erano appropriati, grazie ad una contabilità fasulla e a mandati di pagamenti falsi di circa 300 mila euro dalla casse dell’istituto. L’incidente automobilistico, avvenuto nell’aprile del 2010, aveva consentito agli agenti della Stradale prima e a quelli della Mobile dopo che i due dirigenti si erano appropriati di soldi, circa 300 mila di cui 190 mila attraverso mandati di pagamento fasulli soprattutto per pagare la Tarsu, 110 mila con prelievi di 500 euro alla volta attraverso la carta di credito della scuola per spese forfettarie . La lettura del biglietto accusatorio, scritto da Delle Cave, spingeva gli agenti della Mobile ad interrogare Giovanni Delle Cave, dopo essere uscito dalla prognosi , e lo stesso, alla presenza del suo avvocato, forniva una precisa e dettagliata serie di dichiarazioni tra cui il tentativo di suicidio e gli innumerevoli illeciti commessi. I soldi sono serviti ai due per effettuare dei viaggi, circa venti di cui dodici in Romania, Germania e Turchia, alla ricerca in qualche caso di escort compiacenti. L’arresto è stato effettuato l’altro ieri mattina ed ai due sono stati concessi gli arresti domiciliari, sono stati contestati i reati di peculato e falso commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, mentre al professor Giovanni Scollo, che in passato è stato consigliere comunale a Piazza Armerina del MpA, è stato contestato anche il reato di estorsione perché ha costretto Giovanni Delle Cave a firmare una dichiarazione con la quale quest’ultimo si assumeva la responsabilità esclusiva degli ammanchi dalla cassa delle scuola. Di questi ammanchi si era incominciato a parlare lo scorso anno a settembre, Giovanni Delle Cave, in preda ad alterazione psicologica, aveva minacciato alcuni docenti della scuola. I primi ammanchi si erano registrati negli anni scolastici 2002/2003, piccoli prelievi, pagamenti falsi della Tarsu, poi il prelievo era diventato più consistenti, i viaggi in Romani più frequenti assieme oppure singolarmente. Il professor Scollo ha cercato di cancellare i timbri sui passaporti, ma non c’è stato niente da fare; poi ultimamente tra i due sorgevano dei contrasti e i tecnici dell’Ufficio Provinciale Scolastico riscontravano dei rilievi e degli ammanchi nella liquidazione di compensi non dovuti e acquisti di forniture che non seguivano le procedure previste dalla legge. Allo stato attuale non ci sono altri complici in questa vicenda, ma gli agenti della squadra Mobile stanno proseguendo le indagini, coordinati dal Sostituto Procuratore dottor Di Mauro, per accertare se in questa vicenda possano esserci altre irregolarità o altri prelievi di soldi.


(M.F.) Vivo scalpore ha suscitato nell’opinione pubblica la notizia diramata da tutti gli organi di stampa, che in poche ore ha fatto il giro della città dei mosaici: l’arresto del dirigente scolastico Gianni Scollo e del suo direttore amministrativo Giovanni Delle Cave. Il 66enne preside Gianni Scollo, in particolare, è una figura molto nota nella società piazzese, nell’ambito della quale è stato sempre presente, con tante attività, non solo dal punto di vista scolastico ma con il suo impegno profuso nella società civile e in politica. Presidente del Lions club di Piazza Armerina tra il 1998 e il 1999, Scollo, ha militato politicamente per lungo tempo tra le fila dell’allora partito socialista italiano, così come anche l’altro imputato della vicenda, Giovanni Delle Cave, già a partire dagli anni ’80, vicino alla corrente politica ennese di Gino Vetri, all’epoca vicepresidente della giunta provinciale ennese. Nel 1990 viene eletto per la prima volta consigliere comunale, proprio come candidato del Psi, ripete l’esperienza a consigliere comunale tra gli scranni del civico consesso anche nell’era della seconda repubblica, quando, nel 2004 viene eletto, con la lista dell’Udc, fino al 2008. Molti ricordano in città che fu proprio Gianni Scollo, nel 2007, ad evitare che la mozione di sfiducia proposta dal centrosinistra contro il sindaco Maurizio Prestifilippo, di cui condivideva la linea politica, raggiungesse i voti necessari per l’approvazione. Scollo, di origini calatine, è stato sempre conosciuto anche come insegnante di lettere e filosofia prima, e in seguito come preside del locale istituto tecnico commerciale e per geometri “Leonardo Da Vinci”, increduli, dunque, per questo arresto sono rimasti anche numerosi ex alunni, che non avrebbero mai immaginato che un educatore attento e apprezzato come Scollo, avrebbe potuto essere oggetto di simili imputazioni.


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n.d.r. riceviamo e pubblichiamo: Gli ex dipendenti della C.S.A. non si ritengono responsabili di questo grave atto commesso dall’accusato, in quanto ancora ad oggi sono creditori di alcune mensilità, fine rapporto di lavoro ecc. (grazie all’attuale amministrazione comunale abbiamo percepito degli acconti sulle somme del contributo comunale nei confronti dell’azienda perché ancora una volta impossibilitati ha pagare gli stipendi per problemi amministrativi).