Chiude Confindustria Enna
Enna-Provincia - 22/09/2011
Enna. Si giunge, dopo sessanta anni, ad un triste epilogo nella vicenda che ha visto Confindustria Enna commissariata dal mese di marzo, e con il peggiore degli scenari perché, dopo 6 mesi di commissariamento, verranno licenziati tutti i dipendenti e di conseguenza smobilitata l’organizzazione ennese.
Un epilogo che era stato, per certi aspetti preventivato, tenuto conto che la nomina a commissario del gelose Carmelo Turco aveva come obiettivo la “eliminazione di Confindustria Enna ed eventualmente un trasferimento a Caltanissetta”. In questi sei mesi il commissario, Carmelo Turco, è stato presente ad Enna tre-quattro volte, ha sempre mandato una sua dipendente con funzioni direttive, non ha mai convocato l’ex direttivo o almeno gli industriali più rappresentativi per cercare di avviare iniziative che potessero valorizzare Confindustria.
Insomma un “progetto ben definito” per far scomparire, dopo sessanta anni, una delle sedi più produttive della Sicilia, nonostante le difficoltà economiche del territorio. Non si capisce il comportamento di Confindustria nazionale e regionale, che, in una questione come questa, avrebbero dovuto intervenire per cercare di risolvere tutto e fare ritornare alla normalità la situazione. La vicenda di Confindustria Enna inizia a marzo quando i probiviri sentenziano che l’opposizione dell’Associazione alla realizzazione del mega impianto di smaltimento rifiuti nella zona di Dittaino connotava un comportamento eticamente scorretto, solo perché il presidente, l’avvocato Nino Grippaldiì, ha difeso con forza il suo territorio ed ha cercato di evitare che si realizzasse una mega discarica in una zona, definita il granaio d’Italia. Defenestrato Nino Grippaldi, viene nominato un commissario, appunto Carmelo Turco di Gela, che avrebbe dovuto riportare ordine nell’organizzazione, far eleggere nuovi rappresentanti e valutare una possibile fusione con Caltanissetta. Tutte cose che il commissario non ha fatto perché è stato latitante, non ha mai incontrato rappresentanti di imprenditori ennesi, molti dei quali sono andati via da Confindustria, non ha mai affrontato le potenzialità di Confindustria Enna, che aveva un numero superiore di soci rispetto a Caltanissetta.
Oggi arrivano le notizie più negative, proprio la possibilità che i dipendenti che da decenni lavorano all’interno di Confindustria, rischiano il licenziamento, il che significa sancire di fatto la fine dell’esistenza della Confindustria ad Enna.
Ma questa è pure una sconfitta di Confindustria regionale (strano che il presidente Lo Bello stia zitto su questa questione) e nazionale. Non bisogna dimenticare che nel corso di quasi 60 anni Confindustria aveva acquisito un ruolo da leader sul territorio provinciale. Basta ricordare l’impegno di tanti imprenditori e le numerose iniziative che hanno visto protagonista l’associazione industriali, dal Distretto delle aziende agrolimentari, all’APEA. Un’associazione che ha saputo tessere un rapporto di grande affiatamento con i sindacati che, anche negli anni difficili dell’uscita dal bluff delle aziende finanziate dalle varie leggi incentivanti (488-patto territoriale), ha difeso le aziende sane che avevano fatto buon uso dei finanziamenti pubblici. Alcune aziende già aderenti all’associazione pare stiano promuovendo una nuova associazione di imprese che possa raccogliere i malcontenti per quella che sembra un’azione dei “poteri forti” cui l’avvocato Grippaldi, mesi or sono, aveva dato la paternità del Commissariamento che lo spinse alle dimissioni dall’incarico. Sono stati contattati molti industriali, nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni, solo Gioacchino Arena, uno dei saggi di Confindustria, del Gruppo Arena, che è tra le aziende leader in Sicilia, che è stato il primo a staccarsi da Confindustria. “Era prevedibile che avvenisse tutto questo – ha dichiarato Gioacchino Arena – si è trattato di una mossa politica, che non ho condiviso, ecco perché sono andato via da Confindustria”.