Lo stadio Gaeta abbandonato perchè la bulimia dei cementificatori ha messo gli occhi su quest’area?

Enna. Lo stadio “Gaeta” avviato verso un tragico e terribile destino? Il prestigioso campo di calcio ennese è entrato in una sorte di maledizione, fatta di incuria e abbandono perchè la bulimia dei cementificatori ha messo gli occhi su quest’area con qualche mega progetto di riqualificazione? Tutte domande queste che sorgono spontanee leggendo la lettera, a firma del coordinatore Gaetano Vicari, che il ‘Comitato promotore per i diritti dei cittadini’ ha inviato al sindaco, all’assessore allo Sport, al presidente del Coni, al presidente del Consiglio comunale, ai consiglieri comunali e per conoscenza al Prefetto, dove fa riferimento a due missive, dirette sempre agli stessi, la prima di un anno fa e la seconda dell’8 maggio scorso. Nella prima, il Comitato, “avendo avuto sentore che potesse scomparire”, contestava “la delocalizzazione del campo sportivo, per fare sorgere in quel posto un centro commerciale e sicuramente delle palazzine, annullando di fatto un’oasi tranquilla coprendola di cemento armato”. Nella lettera del maggio scorso invece si contestava il pavimentato progetto di un mega parcheggio, “dimenticando- si legge nella nota- che proprio in quella zona vi è piazza Europa che può assorbire tantissime macchine”. “Da tempo –si legge ancora nella nota- il Comitato ha fatto presente l’esigenza che venissero restaurati e manutenzionati i ‘pezzi’ a rischio all’interno dello stadio come le gradinate, le tribune laterali e quant’altro; che venisse ripristinata la pista, ma soprattutto venisse restaurato l’esterno dello stadio troppo pericoloso. Tutte cose ripetutamente evidenziate a tutte le amministrazioni comunali che negli anni si sono succedute, senza mai avere avute delle risposte”. Quindi il Comitato si chiede: “Quali sono i veri motivi di lasciare cadere a pezzi il campo sportivo Gaeta”? “Bisogna fortemente protestare –prosegue la nota-per questa insensibilità nei riguardi dello sport e per la trascuratezza nei confronti degli impianti sportivi che vede la squadra di calcio dell’Enna costretta a chiedere ospitalità per gli allenamenti ad altri comuni”. Infine, l’associazione dei cittadini pone altri interrogativi: “Perchè si vuole ancora declassare la parte storica della città? Che fine hanno fatto il palazzetto dello sport e il parco urbano da realizzarsi a Enna Bassa? Perchè non si rilanciano queste opere necessarie e utili per i cittadini? Perchè non si prendono iniziative e si presentano progetti per il rilancio della città ridotta in uno stato di languidezza”? Si voglia sperare –conclude la nota- nella sensibilità delle Signorie Loro per dimostrare l’amore per Enna”.

Giacomo Lisacchi