Piazza Armerina. L’orologio del Palazzo di Città segna sempre le tre meno cinque

Piazza Armerina. L’orologio del palazzo di Città sede del consiglio comunale piazzese è ammalato: segna da ormai tanto tempo le tre meno cinque (o le 14.55).
A sottolineare il mancato funzionamento del prestigioso orologio, icona cittadina insieme a tante altre bellezze artistiche e architettoniche del centro storico di Piazza Armerina, è il comitato quartiere Monte, nel cui territorio ricade Palazzo di Città.
L’orologio e le campane poste alla sommità del Palazzo hanno scandito per tanti decenni il trascorrere del tempo, il passaggio delle varie epoche, delle nuove generazioni e i fatti della società.
“Dell’orologio – dice Filippo Rausa, presidente del comitato Monte – abbiamo parlato nel corso della riunione di direttivo, uno dei nostri componenti, scherzosamente ha detto che se non funziona l’unico orologio che invece dovrebbe funzionare, quello del Comune, perché dovrebbe funzionare tutto il resto? tutto ciò di cui ci lamentiamo?”.
La costruzione del Palazzo di Città, nella cui facciata è incastonato l’orologio fu iniziata nel 1773 ad opera dei monaci benedettini, nel 1777 divenne sede del senato della città e in seguito anche sede di museo archeologico. Nel 1783 venne iniziata la costruzione dell’attuale facciata del Palazzo di Città grazie ai cospicui lasciti del marchese Luigi Trigona della Floresta. L’orologio è situato al di sopra del cornicione che conclude l’ordine superiore della facciata.

Rausa continua:“Guardando l’elegante prospetto di Palazzo di Città, da oltre due secoli, colpisce l’orologio, un orologio che da tempo è fermo, continua a segnare un’ora che non cambia, le 14.55 mentre la città gli transita intorno ma con un ritmo diverso, rapido e frenetico. Non vorremmo che i tanti turisti che giornalmente percorrono la piazza Garibaldi per la visita al centro storico, pensassero che “il tempo si è fermato a Piazza Armerina”. A noi interessa che quell’orologio che per anni ha battuto il ritmo della vita di intere generazioni possa tornare a segnare le ore, a scandire il tempo della quotidianità”.
Per questo motivo il presidente Rausa si rivolge al sindaco: “E allora caro Carmelo Nigrelli, sindaco di questa nostra bella città, cosa costa fare tornare a correre quell’orologio? Far scandire le ore dal rintocco delle campane appositamente poste in cima al cornicione del settecentesco prospetto del Palazzo del Senato?”.

Marta Furnari