Gagliano: 49° anniversario della morte di Enrico Mattei


Gagliano Castelferrato. Il 27 ottobre è il giorno in cui lo sventurato popolo gaglianese, nel lontano 1962, si gettò come un figlio tra le braccia del padre. Sono trascorsi 49 anni da quel giorno meraviglioso e funesto al tempo stesso, nel quale Enrico Mattei, primo presidente dell’Eni, giunse a Gagliano per comunicare al popolo gaglianese che una grande ricchezza sarebbe stata a disposizione della Sicilia. Bastarono poche parole per farsi amare. Poche ore per morire.
In 49 anni la gratitudine dei gaglianesi non è mai scemata. Per questo oggi, come ogni anno, si celebra la sua memoria. Questa mattina, alle 11, una messa in suo suffragio verrà celebrata presso la chiesa Santa Maria delle Grazie. Al termine un corteo sfilerà lungo la via Roma, facendo sosta in piazza Monumento ai caduti (luogo in cui Mattei gridò le sue ultime parole) per qualche minuto di raccoglimento. Il corteo proseguirà poi fino al Piano Puleo, dove una corona d’alloro verrà adagiata ai piedi del busto bronzeo a lui dedicato. A conclusione della giornata, nei locali del circolo degli operai, alle 18 verrà proiettato un filmato su Mattei.
I più anziani ricordano come se fosse ieri quel giorno di festa, in cui migliaia di persone sfilarono in corteo. Il paese viveva allora di agricoltura, così tutti i contadini giunsero dalle contrade di Gagliano a dorso di mulo per ascoltare quello che sarebbe stato l’ultimo discorso dell’ingegnere. Un giovane si fece calare dalla Rocca, aiutato da altre sei persone, e scrisse a lettere giganti “Viva l’ing. Mattei”, così, al suo arrivo in elicottero, avrebbe potuto leggere anche da lontano. Il giovane autore di quella frase fu poi premiato con l’assunzione all’Agip di Gela.
Quando l’elicottero atterrò, il signor Pietro Pomodoro fu il primo a stringere la mano al presidente, poi ci si avviò verso il paese per incontrare i gaglianesi. Per tutta la via Roma fiori e drappi tricolori, gente ammassata, muri tappezzati di festoni, coriandoli, spari di mortaretti e bande che suonavano l’inno nazionale. Molta gente non riusciva a nascondere la commozione. Poi, da un balcone, accompagnato dalle autorità politiche e religiose, Mattei disse a gran voce che a Gagliano c’era “l’oro” e per tutti ci sarebbero stati lavoro e benessere. Il suo discorso si concluse con un caloroso e interminabile applauso e dalla folla si levarono voci che lo invocavano a rimanere, ma lui alzò le braccia e disse: “Lo farei volentieri, ma non posso, perché ho tanti impegni, ma vedo che siete brava gente e vi terrò nel cuore”. Queste le ultime sue parole, poi ripartì tra l’euforia della gente e l’indomani la festa si trasformò in pianto.

Valentina La Ferrera

Dalla foto si intravede l’atmosfera di festa e la gente assiepata ovunque