Rapina a Poste, forse individuato complice Amodeo

Potrebbe essere già individuato il complice di Giovanni Amodeo, il ventinovenne pregiudicato palermitano, arrestato dalla squadra mobile di Palermo per la rapina del 29 settembre scorso all’ufficio postale di Villapriolo, che avrebbe fruttato un bottino sui 10 mila euro. Ma in questa cattura un ruolo importante lo hanno avuto i carabinieri del Nucleo operativo e del comando provinciale di Enna, assieme a quelli della stazione di Villarosa. Tutte le indagini, gli interrogatori sono stati svolti dai carabinieri, coordinati dal Sostituto Procuratore Paola D’Ambrosio, compresi i reperti contenenti impronte digitali e palmari, che hanno dato una svolta importante. Sostanzialmente Giovanni Amodeo, nella fretta di fuggire con il bottino, avrebbe dimenticato un sacchetto di plastica che teneva in mano. Si è trattato di elementi fortemente indizianti, tanto che la dottoressa D’Ambrosio, sulla base dell’informativa dei carabinieri, ha chiesto ed ottenuto dal gip Luisa Maria Bruno un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina. Poi Giovanni Amodeo è stato ricercato dagli agenti del commissariato di Brancaccio Palermo in quanto il soggetto che vive nel quartiere era conosciuto e, quando gli agenti palermitani sono andati a casa sua non l’hanno trovato, era evaso dai domiciliari. Così a Palermo i militari hanno passato gli atti alla sezione di contrasto al crimine diffuso. Gli agenti hanno analizzato i possibili spostamenti di Amodeo, realizzando una griglia e sono giunti a individuarlo in piazza Busacca. L’ordinanza è stata notificata congiuntamente da polizia e carabinieri. Adesso i militari avrebbero già iniziato a stringere il cerchio attorno al secondo rapinatore. Pare che il complice potrebbe aver lasciato tracce sulla scena della rapina. La rapina è avvenuta il 29 settembre scorso quando due rapinatori fecero irruzione all’interno dell’ufficio postale di Villapriolo, aggredirono il direttore, puntandogli contro un taglierino invitandolo a dargli tutto il contante che era nella cassaforte. Una rapina veloce, durata dieci minuti, nel corso dei quali i testimoni avrebbero avuto tutto il tempo di percepire l’inflessione dialettale palermitana dei rapinatori. Mentre il complice svuotava le casse, Giovanni Amodeo si sarebbe occupato di tenere sotto controllo utenti e direttore, parlando senza problemi.