Aidone. Delitto Saffila, la difesa di Stanzù: “cade il movente”

Enna. Nella difesa dell’imprenditore agricolo valguarnerese, Gabriele Stanzù, accusato dell’omicidio del trattorista Franco Staffila, avvenuto nel settembre del 1998, pare che ci siano quaranta foto inedite della scena del delitto e due settimane di indagini difensive, che contengono pure tre interrogatori che farebbero cadere il movente, oltre a dodici documenti difensivi e 102 pagine di “memoria”. L’avvocato Antonio Impellizzeri, difensore di Stanzù, da circa un mese ha lavorato a pieno ritmo per cercare tutto quello che era necessario per scagionare il suo assistito. Nel corso di un’arringa durata quasi un’ora e mezza, ieri di fronte al tribunale di riesame di Caltanissetta, sono state presentate le ragioni della difesa dell’imprenditore Gabriele Giacomo Stanzù. L’imprenditore agricolo valguarnerese è stato arrestato il giovedì 1 dicembre con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio del trattorista Franco Saffila, e grazie alla collaborazione del boss gelese Daniele Emmanuello, che gli avrebbe fornito i suoi due killer più bravi, tra cui Carmelo Billizzi, oggi pentito e collaboratore di giustizia. Un favore che doveva aprire una collaborazione tra la famiglia di Gela e quella che operava in provincia di Enna. Secondo il collaboratore di giustizia, Gabriele Stanzù avrebbe voluto punire Franco Saffila, ritenuto responsabile dell’omicidio di suo padre, avvenuto nel ’79 proprio in contrada Bosco Cafeci ad Aidone, terreno di proprietà di Gabriele Stanzù. La rassegna fotografica dell’avvocato Impellizzeri avrebbe fatto emergere, poi, secondo quanto sostenuto in aula, presunte discordanze di carattere oggettivo tra quanto ricostruito dal pentito Bellizzi, lo stato dei luoghi, eventuali vie di fuga e strade sterrate in varie direzioni che sarebbero presenti sulla scena dove sarebbe avvenuto l’omicidio del trattorista aidonese.