Enna. Mons.Pennisi: Commemorazione dell’apocalittico terremoto dell’11 gennaio 1693

Omelia del Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina pronunciata nella giornata odierna, nell’anno mariano che ci ricorda il 600° anniversario dell’accoglienza della statua della  Madonna della Visitazione  patrona  della città di Enna per commemorare l’apocalittico terremoto  dell’11 gennaio 1693.

“Questo cataclisma distrusse gran parte della città della Sicilia orientale risparmiando la città di Enna, che non ebbe vittime umane, a differenza di altri paesi che furono completamente distrutti come Occhiolà nei pressi di Grammichele dove morirono oltre 1500 persone, Caltagirone dove ci furono circa 2000 morti mentre in tutta la Sicilia i morti furono oltre 70.000.
Siamo oggi riuniti non solo per ricordare un fatto passato ma anche per riflettere sul nostro presente e proiettarci sul futuro.
Innanzitutto la memoria del passato: il terremoto del 1693 la cui scossa più catastrofica avvenne come oggi domenica 11 gennaio, ma che iniziò la notte del venerdì 9 gennaio verso le dieci di sera.  A ventunora cioè alle 14,30 accompagnata da cupi boati avvenne la scossa più violenta ondulatoria e sussultoria insieme che secondo alcuni testimoni oculari durò “lo spazio di un miserere”(1′ e 45″).
Ciò che colpisce nelle cronache del terremoto è la mentalità di fede che vi è sottesa, mentalità determinata da un immagine di Dio che senza sostituirsi alle cause seconde era concepito come orizzonte totalizzante di ogni azione umana, come pertinente a tutti gli aspetti della vita. Anche  in occasione del terremoto ci si basava sulla convinzione espressa nel salmo:” se il Signore non costruisce la città, invano veglia il custode”(127,1).
Noi siamo riuniti in questa Chiesa nell’anniversario di questo terremoto per aprire il nostro cuore alla speranza fondata sulla fede nella resurrezione di Gesù Cristo e sulla certezza che se Dio è con noi niente potrà essere contro di noi e niente c potrà separare dell’amore di Dio.  E questo ci  deve  dare la  fiducia  che ci fa  confidare nella misericordia  e ci deve far impegnare a superare gli egoismi, le divisioni, le ingiustizie ed ad aprirci ad un impegno concreto di giustizia, di pace, di solidarietà, per costruire quella che il Papa chiama la civiltà dell’amore.
In occasione di questa commemorazione  è esposta alla pubblica venerazione la statua di maria SS. della Visitazione strettamente legata alla storia religiosa e civile di questa città , per  esprimere la riconoscenza di tutto il popolo e per invocarne il patrocinio e la protezione.Maria SS.  ci aiuta  a trovare il senso alla nostra vita, alle nostre gioie come alle nostre sofferenze, alle nostre speranze come alle nostre angosce e a quelle degli uomini e le donne nostri fratelli e  sorelle di cammino alla ricerca del senso della loro vita.
La Parola di Dio ci invita alla gioia piena di riconoscenza per le meraviglie che il Dio opera nella storia e ad una condotta di vita coerente con i doni ricevuti .
San Paolo nella  prima lettura ci dà una serie di esortazioni per la condotta cristiana nella vita di ogni giorno, che vanno dalla carità sincera ed operosa all’umiltà, alla stima reciproca, alla premura nell’ospitalità, alla gioia che scaturisce dalla speranza, alla fortezza nella tribolazione, alla preghiera fervorosa.
San Paolo  ci da una esortazione che potrebbe sembrare scontata, ma che non lo è nella nostra società : “fuggite  il male con orrore attaccatevi al bene”. Ma per fuggire il male bisogna  essere educati a distinguere ciò che è bene e ciò che è male. Questo oggi è diventato più difficile ed in molti parlano di emergenza educativa, che manifesta non solo la diffusa difficoltà ad educare, ma anche l’idea stessa di educazione, che oggi è messa a rischio dalle conseguenze del nichilismo che incomincia a serpeggiare fra le generazioni più giovani. Dal momento che in partenza si esclude che  si possa ricongiungere la verità e praticare il bene  è inutile ricercare: vengono così censurate le domande fondamentali della vita. Di fronte al relativismo morale  diffuso oggi nella nostra società la  Chiesa ci presenta la figura di Maria Ss. Madre ed educatrice del Figlio di Dio  come un punto di riferimento sicuro.             
La Chiesa saluta la Madre di Dio, come “ stella del mare”, perché essa costituisce un punto di orientamento sicuro nella nostra vita  che è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca.
Il servizio animato dalla carità ha in Maria  la sua motivazione più profonda nella la fede nella promessa del Signore e nella gratitudine e la gioia che derivava in Lei dalla certezza di essere ripiena della grazia divina e di essere strumento di salvezza per tutta l’umanità.
Maria fu mossa dal desiderio di comunicare alla cugina la gioia che essa provava per la “meraviglia” operata in lei dal Signore. Il motivo di tanta gioia e’ la presenza di Gesù che Maria porta in sé :”Appena la voce del tuo saluto e’ giunta ai miei orecchi il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo”.
Elisabetta saluta Maria con una acclamazione che poi sarebbe entrata nell’ave Maria: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo”. E aggiunge il motivo della beatitudine di Maria: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.
Questa beatitudine e questa gioia trovano la loro espressione lirica nel Magnificat , espressione “dell’amore gioioso che canta e loda l’amato” .
Il Magnificat è l’inno di esultanza di Maria alla potenza salvifica del Signore che opera meraviglie  rovesciando le situazioni umane di autosufficienza e prediligendo gli umili a cui  fa sperimentare il suo amore misericordioso Maria è l’immagine della Chiesa, che sostenuta dai sacramenti e con la luce e la forza dello Spirito è chiamata a visitare e a servire  l’umanità perché riconosca Cristo come salvatore.
Ognuno di noi deve sentire la Madonna vicina alla sua esperienza quotidiana e deve  scoprire con lei cosa significhi credere, sperare, amare, soffrire in unione con Cristo ad operare nella storia la sua opera di salvezza.
L’Eucaristia mentre celebra l’accoglienza da parte di Maria del mistero dell’incarnazione del Verbo e la visita di Maria, prima missionaria della buona novella, alla cugina Elisabetta, attua incessantemente la visita di Dio alla sua Chiesa e alla nostra assemblea, ci invita ad accogliere con fede e con gioia la presenza viva del Signore per fare di ognuno di noi dei “portatori di Cristo”, dei testimoni della sua presenza.
Come sapete in occasione di quest’anno mariano la Penitenzeria Apostolica, su mia richiesta ha concesso l’indulgenza plenaria fino al 25 novembre solennità di Cristo Re per tutti coloro che, confessati e comunicati pregano per il Sommo Pontefice, se verranno in pellegrinaggio a venerare  la sacra immagine della Madonna della Visitazione partecipando ad una Sacra Funzione o fermandosi in meditazione per qualche tempo e reciteranno il Padre Nostro, il Credo e una preghiera alla Madonna. Questa indulgenza è concessa anche ai malati o a coloro che impediti di venire in pellegrinaggio pregheranno davanti ad una immagine della Madonna rispettando le solite condizioni. L’indulgenza connessa con la Benedizione Papale che sarà impartita  a coloro che parteciperanno alla Messa Pontificale del due luglio sarà estesa anche a coloro che vi assisteranno attraverso la televisione  o la radio.
Comunico che oggi  per le facoltà concessami dalla Sede Apostolica, ho disposto con un mio speciale decreto  che in aggiunta alla concessione dell’indulgenza plenaria prevista dalla Penitenzeria Apostolica  e alle indulgenze plenarie ottenibili ogni giorno  con l’Adorazione eucaristica , la Lettura o  l’ascolto della Sacra Scrittura , il Pio esercizio della Via Crucis , il Rosario mariano , ho deciso  di concedere l’indulgenza parziale che si può ottenere anche più volte al giorno  da tutti coloro che con il cuore contrito compiranno opere di misericordia, di penitenza e di evangelizzazione in tutta la città di Enna e da tutti coloro che parteciperanno alle Celebrazioni Eucaristiche e alle pie pratiche nelle feste mariane in tutte le chiese di Enna.
L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa  la quale, come ministra della Redenzione, dispensa ed applica il tesoro  Redenzione di  Gesù Cristo e  i meriti della Beata Vergine Maria e di tutti i Santi.
Auspichiamo che numerosi fedeli possano attingere al tesoro della Redenzione di Cristo, soprattutto nelle domeniche, nelle solennità e nelle feste mariane accostandosi devotamente ai sacramenti della riconciliazione  e dell’Eucaristia.
Affidiamo alla Madonna,  la nostra città i suoi abitanti , perché viva nella concordia e nella pace, preghiamo per le persone malate e sole, per coloro che cercano un lavoro e per coloro che sono chiamati a vario titolo al servizio di questa città e provincia perché orientino ogni loro sforzo nella ricerca del bene comune.
Preghiamo perché possiamo accogliere  Gesù, fonte della nostra gioia, nel nostro cuore con la fede di Maria e di servirlo nel nostro prossimo con la sua sollecitudine animata dalla carità e perché siamo sempre concordi e perseveranti nella preghiera assieme a Maria, testimoni della sua presenza misericordiosa nel mondo”.
+ Michele Pennisi