Enna. Presidente provincia Monaco pronto a “rompere” Patto di Stabilità

Enna. “Sono deciso a rompere il Patto di stabilità per venire incontro alle esigenze degli imprenditori, anche se ne pagheremo le conseguenze. Sono molti i sindaci ed i presidenti delle Province decisi a rompere il patto di stabilità perché si trovano bloccati di una situazione assurda che condizione sia l’ente locale sia gli imprenditori. Noi abbiamo una situazione della viabilità tremenda, abbiamo la necessità di fare eseguire dei lavori già bloccati e di cui si sente la necessità”. A dichiararlo è il presidente della Provincia, Giuseppe Monaco, il quale assieme alla sua giunta provinciale, ed in special modo, con l’assessore ai Lavori Pubblici, Antonio Alvano, stanno meditando una decisione di questo tipo. Il presidente e l’assessore Alvano sono stati attaccati in consiglio provinciale da Francesco Spedale del PdL e Mario Alloro del Pd per non avere dato il via ai lavori su quelle strade che hanno una certa importanza. Rompere il Patto di Stabilità è un atteggiamento coraggioso che la Provincia, il presidente, la giunta paga perché come atti consequenziali a questo atteggiamento c’è il pagamento di un 5 percento degli emolumenti che percepiscono la giunta ed i consiglieri, la impossibilità di effettuare delle assunzioni. Tra le strade che potrebbero essere interessate c’è anche la famosa provinciale 4, quella che dall’autostrada porta a Piazza Armerina ed Aidone, finanziamento di 2 milioni e 800 mila euro con la possibilità di poter iniziare i lavori subito. Il presidente provinciale dei Costruttori Ance Vincenzo Pirrone ha apprezzato la decisione del presidente Monaco. “Ogni iniziativa amministrativa volta a sbloccare la situazione di crisi è da applaudire – dichiara Vincenzo Pirrone – La decisione del Presidente della Provincia Monaco di proporre un bilancio prevedendo investimenti infrastrutturali, pur sapendo che dovrà sforare il patto di stabilità è un atto di consapevolezza della situazione e della volontà di contribuire a cercare soluzioni alla crisi economica. D’altronde anche altri Comuni (pensiamo a Torino e Roma con cifre ben più grandi) hanno scelto la stessa strada”.
“Non è più possibile pensare –prosegue Pirrone- che la pubblica amministrazione, ribalti i costi delle inefficienze, dei ritardi e della restrizione dei finanziamenti sul sistema delle imprese fornitrici, che vantano crediti sine die e dell’economia reale che ha già pagato troppo le speculazioni della finanza che hanno causato tutto quello a cui assistiamo”.
“Siamo pronti a fare la nostra parte in termini di investimento – evidenzia Vincevo Pirrone – Chiediamo alle istituzioni di essere aperte alle proposte ed al sistema bancario di ripartire con il credito. In questo senso stiamo lavorando ad una proposta di rilancio dell’edilizia scolastica in linea con i recenti provvedimenti governativi, che se dovesse trovare consenso istituzionale consentirebbe di procedere con celerità ad un ammodernamento del patrimonio immobiliare scolastico con un ridotto sforzo economico pubblico. Ma ripeto – senza un sistema bancario pronto a fare la sua parte per far ripartire l’economia non si va da nessuna parte”.