Enna. Cani morti, il consigliere Fussone attacca Comune e Asp

“Il pericolo si sta avvicinando nel centro urbano”. L’allarme lanciato dal consigliere comunale Cesare Fussone si riferisce ai recenti casi di avvelenamento di tre cani ad Enna Bassa. Fussone, da sempre attento e vicino alla causa a favore degli amici a quattro zampe, è intervenuto deciso su quanto successo esprimendo la sua preoccupazione. “Fino a qualche tempo fa si sono verificati dei casi in contrada Risicallà, adesso in pieno centro abitato e c’è da riflettere”. Il consigliere entra nei dettagli e affonda: “Visto che si parla di avvelenamento, la norma dice che l’area deve essere chiusa e deve essere indicato che ci sono bocconi avvelenati, l’amministrazione l’ha fatto?” chiede Fussone che va oltre: “Le carcasse dei cani sono state portate all’istituto zooprofilattico di Palermo per sapere che tipo di veleno è stato usato?”; secondo Fussone il campo di ricerca potrebbe anche restringersi se si trattasse di veleni speciali che necessitano di prescrizioni. Ieri mattina passeggiando al Belvedere Fussone si è trovato di fronte una borsa con “parti interne di animale, mi chiedo che ci fa carne di animali in centro. E se fosse stata avvelenata?” si chiede Fussone che manifesta la preoccupazione “di chi ha cani padronali, viviamo nel terrore tra bocconi avvelenati ed una derattizzazione che non si sa come sia stata fatta”. Da qui l’appello “a chi è a conoscenza dei fatti o a chi vede qualcosa, che lo comunichi alle autorità competenti”. In merito alla morte degli ultimi tre cani Fussone ha detto: “Mi auguro che l’assessore Savarese abbia fatto un esposto in Procura visto che ha parlato di avvelenamento che, ricordo, è un reato regolato dal codice penale punibile dai sei mesi ai tre anni”. Sul perché ci siano persone che avvelenino dei cani, Fussone dice la sua: “Questa è la causa della giustizia fai da te del cittadino stanco o non curante della vita di altri esseri, dovuto all’assenza, e lo rivendico da due anni, dell’Asp che deve fare le sterilizzazioni, e del Comune che deve vigilare in tal senso”.