I 350 minatori mottesi che lavoravano a diga Ancipa nel 1949-1953 ricordati come araldi di una nuova società

Troina. Nel rapporto di ricerca condotta dagli studenti dell’Istituto Tecnico per il Turismo Cristoforo Colombo di Roma sui minatori di Motta San Giovanni, una ridente cittadina di 6500 abitanti in provincia di Reggio Calabria, si parla anche dei 350 minatori mottesi che lavorarono alla costruzione delle gallerie della diga Ancipa negli anni dal 1949 al 1953. Accompagnati dai loro docenti Bruno Minniti e Viscardo Squartini, gli studenti hanno illustrato i risultati della ricerca sui minatori mottesi nell’incontro promosso dal Comune di Motta San Giovanni e dall’Associazione Minatori Mottesi e svoltosi nell’auditorium del centro sociale della cittadina calabrese. All’incontro moderato da Antonino Franco sono intervenuti il sindaco di Troina, Salvatore Costantino, ed altri due troinesi Basilio Arona, storico delle tradizioni locali, e Silvano Privitera, sociologo, si invito del Comune di Motta San Giovanni e dell’Associazione Minatori Mottesi.

Come tutti i comuni del Mezzogiorno d’Italia, Motta San Giovanni è un comune dal quale moltissimi suoi abitanti sono emigrati alla ricerca di un lavoro. La stragrande maggioranaza degli emigrati mottesi ha trovato lavoro nelle miniere, che ne ha fa il tratto distintivo del fenomeno migratorio di Motta San Giovanni. L’elevatissima incidenza della silicosi come causa di morte dei minatori sopravvisuti ai lavori nelle gallerie, di cui hanno parlato Checchina Attinà Mallamaci e Francesco Genoese, presidente dell’Associazione Minatori Mottesi, è un’altra dolorosa caratteristica dell’emigrazione mottese. Il lavoro nelle miniere è rischioso. Nelle gallerie e nei cantieri della diga Ancipa caddero ben 5 minatori mottesi: Carmelo Verduci, Pietro Scagliola, Domenico Verduci, Carmelo Triolo e Santo Sgrò. Di questo ha parlato Basilio Arona, che sui lavori della diga Ancipa ed i funerali delle vittime dell’esplosione della IV finestra, ha realizzato un video in collobarazione con il figlio Davide. Il sindaco Salvatore Costantino ha proposto un gemellaggio tra i Comuni di Troina e Motta San Giovanni nel nome dei valori di solidarietà e del lavoro. Proposta accolta dal sindaco di Motta San Guiovanni, Paolo Laganà. Silvano Privitera ha parlato degli effetti prodotti sui modelli culturali dei troinesi dal contatto per più di tre anni dal 1949 al 1952 con operai e tecnici che erano venuti dal Veneto, Abbruzzo, Lazio, Calabria ed Emilia a Troina per lavorare alla costruzione della diga Ancipa.

Quell’esperienza ha prodotto la modernizzazione di Troina, che è passata da una società contadina ad una società post industriale, senza aver attraversato la fase intermedia dell’industrializzazione. Quei 350 minatori mottesi sono stati per Troina gli araldi di una nuova società e quelli che hanno perso la loro vita lavorando nelle gallerie e nei cantieri della diga Ancipa hanno per urna il cuore di Troina. A conclusione dell’incontro, l’Associazione Minatori Mottesi ha nominato Basilio Arona e Silvano Privitera soci onorari con la seguente motivazione: “con la ricerca ed il lavoro certosino hanno arricchito le nostre conoscenze sugli avvenimenti accaduti a Troina nel lontano 1950”.