Troina: Convegno “La Vita che vorrei….. Dipende da Noi!!!”

Si è concluso con una larga partecipazione il Convegno “La Vita che vorrei….. Dipende da Noi!!! La prevenzione come alternativa alle Dipendenze”, che ha visto la città di Troina siglare l’accordo con l’ECAD e divenire così Città Europea Contro la Droga. Interessanti gli interventi durante i lavori, durante i quali si è discusso della crisi delle più importanti agenzie educative, dalla famiglia e la scuola, alla responsabilità della politica e dello stato, che attraverso una campagna mediatica condotta dagli idoli dei giovani, incita alla pratica del gioco di azzardo e all’uso di alcol e tabacco, generando anch’essi una dipendenza, sino a giungere all’importanza della formazione nelle fasce appartenenti alla cosiddetta dispersione scolastica, e alla progettualità del welfare state che non può più essere condotta nei termini ormai noti, che dà risposte forse immediate, ma non di lungo periodo. Interessante il confronto scientifico tra due scuole di pensiero che proponevano due metodi diversi per contrastare le tossicodipendenze.
“In un momento economicamente disastroso, dice Eliana Chiavetta, Assessore alle politiche Giovanili, investire sulla prevenzione rappresenta una assicurazione per il futuro, perché il disagio non è solo un fenomeno personale, ma per le implicazioni che comporta diventa sempre di più un fenomeno sociale. Ruolo fondamentale e presa di coscienza deve venire sia dalla scuola che dalla famiglia, perché solo conoscendo si può fare squadra per un obiettivo comune qual è quello del benessere dei nostri giovani e delle loro famiglie”.
Emozionanti le testimonianze delle famiglie che hanno deciso di intraprendere un percorso con l’Associazione Amici San Patrignano Troina. “Quando sono venuto a conoscenza che mio figlio si drogava, racconta uno dei genitori di un tossico dipendente ospite della struttura, che ha voluto rimanere anonimo, è stato come un fulmine a ciel sereno, un dramma difficile da dire e complicato da vivere, per me che neanche conoscevo la differenza tra marijuana e cocaina. È stata come un’esplosione di sentimenti: dolore e colpa, odio, incredulità, ma il sentimento peggiore che ho provato è stata l’impotenza. Queste domande mi sfinivano, ero distrutto e scoraggiato. Mi sono reso conto che non dovevamo arrenderci ma prendere decisioni urgenti e difficili, come quella di farlo entrare in comunità. Decidere di buttare fuori di casa un figlio è un rischio, una scelta brutale, ma in questi casi è una scelta d’amore. Oggi mio figlio si trova a Sanpa da un anno e 6 mesi, il primo incontro è avvenuto dopo un anno e questo periodo di attesa è stato duro per noi e per lui. Abituato a vivere in maniera disordinata e senza regole, si è trovato subito davanti a persone che gli chiedevano senso di responsabilità. Il nostro primo incontro è stato veramente bello, ho trovato un’altra persona, più matura, riflessiva, consapevole, che ci ringraziava per quello che facevamo per lui. Non bisogna mai arrendersi, ma lottare, con pazienza, forza e coraggio, perché uscirne è possibile”.

Sandra La Fico