Enna. Solidarietà sociale l’assessorato sembra essere abbandonato

Enna. Da qualche mese, in occasione delle dimissioni di Salvatore Notararigo, candidato alle elezioni regionali, l’assessorato alla solidarietà del comune capoluogo, non ha un assessore che lo dirige, visto che il sindaco Paolo Garofalo lo ha accorpato a se. Di iniziative concrete zero totale, nonostante stiano per scadere delle situazioni molto importanti per il settore più debole della società. Finite le elezioni regionali, ora sarebbe il caso di nominare un assessore visto che la delicatezza dei compiti da svolgere sono importanti e delicati e merita una cura continua. Probabilmente ora c’è da premiare chi si è battuto bene nel corso della campagna elettorale, non si sa se la scelta debba cadere su un consigliere che passa ad assessore oppure una persona qualsiasi. E’ anche probabile che possa verificarsi un rimpasto di giunta visto che già sono passati due anni e mezzo dalla elezioni del sindaco e dalla nomina della giunta,e come è prassi il rimpasto della giunta dovrebbe avvenire in tempi brevi. Tornando all’assessorato comunale alla solidarietà sociale c’è da prendere in esame la scadenza dell’assistenza agli anziani che nel capoluogo ennese sono 176, ci sono da curare l’assistenza dei disabili mentali che sono 14, mentre i minori ricoverati nei centri di assistenza sono cinque e meritano attenzione particolare proprio perché si tratta di soggetti a rischio ed in posizione di debolezza. “Intanto a dicembre scade l’assistenza agli anziani e non ci può nascondere dietro la fatidica frase che non ci sono soldi – ha dichiarato Paolo Gargaglione, capogruppo di Primavera Democratica – bisogna fare bene e presto perché ci sono 176 persone che aspettano sicurezza sulla loro assistenza. L’assessorato sembra essere abbandonato, non ci sono iniziative concrete che fanno prevedere un’attenzione particolare perché si tratta di persone che hanno bisogno di assistenza “. Nella sostanza c’è un futuro incerto per quanti hanno bisogno di assistenza e l’amministrazione comunale non può trascurare questa parte della collettività che si trova a rischio. Quando si tratta di persone a rischio bisogna fare di tutto per avere i fondi necessari per continuare l’assistenza. “Bisogna fare delle scelte ben precise – prosegue Paolo Gargaglione – ma devono essere scelte che abbiano una caratura sociale di alto livello“.