Consigliere provinciale e Commissario liquidatore rifiuti Sutera risponde a Sindaco Cerami: “indigestione da elezione”

Cerami. “Che il mio volantino avesse potuto suscitare una reazione del Sindaco, era nelle logica delle cose, ma mai e poi mai avrei potuto immaginare una reazione scomposta e sconsiderata di tale portata” così reagisce alle accuse del Sindaco di cerami il Consigliere provinciale e Commissario liquidatore dell’Ato rifiuti di Enna, Miche Sutera.
“Dalla sua reazione ho capito che dovevo fermarmi un attimo a riflettere per capirne le ragioni – continua Sutera – cosa che ho puntualmente fatto. Ho provato, quindi, a fare un brevissimo exursus politico (e non solo) e, credo, di averne capito le ragioni. Già da tempi non sospetti, ho posto il problema delle legittimità dell’ addizionale ex ECA in termini conformità alla applicazione della stessa relativamente alle modalità di riscossione, alla previsione di apposito capitolo di bilancio in entrata ed alla impossibilità di usare la stessa per la copertura della spesa del servizio. Tuttavia non c’è mai stata una simile reazione. Così come non vi è stata simile reazione quando ho contestato la irregolarità, al limite della illiceità, del camuffamento dell’addizionale ex ECA, (o dell’ IVA), sotto la voce “addizionale provinciale. Ricordo a me stesso che in quella occasione l’addizionale provinciale risultava essere pari al 13% anziché del 3%, come deliberato dal Consiglio provinciale. Tuttavia, però, nessuna reazione e se c’è stata, comunque, mai fuori delle righe”.
Sutera cerca di spiegare le sue argomentazioni: “Ora, finalmente, credo di aver capito le ragioni di cotanta reazione.
Essa affonda le proprie radici, probabilmente, nei “mal di pancia” (e sono tanti) che il Sindaco, in maniera diretta e/o indiretta, ha patito nel corso di questi anni. Egli, con il colpevole concorso di molti suoi accoliti e dei propri “potentati politici”, ha tentato la via del mio isolamento politico per fini poco nobili, ma sicuramente “funzionali” al “progetto politico” architettato, ottenendo, di contro, un mio rafforzamento e conferendomi, loro malgrado, il ruolo di unico riferimento politico serio ed affidabile del centro-destra a livello provinciale.
La mia storia politica provinciale ed, in ultimo, la elezione a commissario liquidatore della società EnnaEuno ne è la riprova.
Si elezione; perché contrariamente a quanto si vuole fare intendere, la mia è stata una elezione e non una nomina. Elezione che, a differenza di elezioni di altra natura riferibili al Sindaco, è stata quasi plebiscitaria, se si considera che sul 77,165% delle azioni rappresentate dai Sindaci presenti, l’attuale collegio ha ottenuto il voto favorevole del 69,761%, con l’astensione del 7,40% e nessun voto contrario. Praticamente quasi alla unanimità. Era ovvio, stupido io a non averlo capito subito, che il mal di pancia diventava sempre più insopportabile! Questo spiega anche la sua presa di posizione per il conferimento degli incarichi. Dopo quattro anni di assordante e colpevole silenzio, il Sindaco ha ritenuto di dovere gridare allo scandalo per il conferimento di incarichi professionali che, a tutela della società, erano obbligatori ed indifferibili.
E’ oltremodo chiaro che il Sindaco ha mal digerito la mia elezione e che, in maniera scomposta, improvvida, e vergognosamente inappropriata al ruolo che riveste, tenta in tutti modi di contrastare (cosa che non ha osato fare in assemblea, alla quale non ha partecipato) fino al punto di chiederne la rimozione immediata. La richiesta di revoca rientra certamente fra le prerogative dei soci e, pertanto, può essere proposta all’assemblea per l’approvazione. Consiglierei al Sindaco Pitronaci, tuttavia, di trovare una giusta causa a supporto della stessa. Le motivazioni dallo stesso addotte appaiono infondate e risibili e, pertanto, difficilmente accoglibili e facilmente contestabili. Una notazione di chiarezza ai cittadini sento il dovere di fare a chiarimento delle valutazioni improvvide, inopportune e tendenziose del Sindaco, non prima però, di chiarire allo stesso le idee.
Caro Sindaco nessuna richiesta di legittimità, di legalità e di trasparenza attenta ai sistemi del Comune o di altre istituzioni dello Stato. Il mio intervento non è, né può essere, di ostacolo alla riscossione della tassa sui rifiuti, che i cittadini hanno già pagato né, tantomeno, può danneggiare le casse dell’Ato, in quanto la società non è titolata alla riscossione della stessa. Una ulteriore precisazione va fatta per farLe capire, signor Sindaco, il mio ruolo, lo non devo risanare la società; a questo ha già pensato anche lei, nella qualità, in questi quattro anni di sindacatura.
lo devo curarne solo la liquidazione. Mi meraviglio che una persona come Lei, capace di una crescita culturale senza precedenti e che le fa onore (lo si evince dai suoi scritti), non abbia messo a fuoco questa sostanziale differenza. In serena attesa che Ella proponga quanto dichiarato e minacciato, mi consenta (uso volutamente e strumentalmente questo termine, non certo al fine di procurarle qualche altro mal di pancia) di rivolgermi ai miei concittadini”.
Da qui l’appello agli abitanti del Comune di Cerami: “Cari concittadini, avrei mille argomenti da sottoporre alla vostro attenzione al fine di valutare l’operato dell’Amministrazione Pitronaci, dal quale si potrà evincerne la trasparenza nel conferimento degli incarichi, la legittimità degli atti posti in essere, la riorganizzazione degli uffici e dei servizi, le occasioni mancate e via dicendo, ma non è questo né il momento né la sede.
A voi e solo a voi, cari concittadini, pregandovi di perdonarmi per avere contribuito alla elezione di questo Sindaco, credo debba un chiarimento circa quanto tendenziosamente affermato dal Sindaco circa il mio compenso e sul peso che lo stesso ha sulle “tasche” dei cittadini. E’ vero, il mio compenso è pari al 60% del compenso attribuito al Sindaco del Comune capoluogo; va però specificato, per chiarezza, che è al lordo delle ritenute (particolare che al sindaco è sfuggito), e che lo stesso è stato determinato dai soci.
Ma cosa più importante è che commisurando il mio compenso all’impegno che profondo quotidianamente nella società (senza avere percepito, ad oggi, un solo euro di rimborso), al tempo che sottraggo al mio lavoro, alla mia famiglia, al mio tempo libero, ai risultati ottenuti ed alle responsabilità legate al ruolo, a quello del Sindaco, pur con i distinguo del caso, considerato che ambedue gravano sulle Vostre “tasche”, perdonatemi, ma quello del Sindaco appare un furto che offende la Vostra dignità”.

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