Mons. Michele Pennisi vescovo di Piazza Armerina su: famiglia e matrimonio

Mons. Michele Pennisi vescovo di Piazza Armerina e membro del Comitato preparatorio delle Settimane sociali dei Cattolici italiani, partecipando alla marcia nazionale per la pace a Lecce ha commentato il messaggio di Benedetto XVI riguardante la famiglia e il matrimonio. “La famiglia e un soggetto fondamentale per un cultura di pace in quanto incarna i principi cardini della dottrina sociale della Chiesa: la dignità della persona umana con la pari dignità fra uomo e donna e la promozione della vita umana; la solidarietà che promuove la cura educativa dei figli e l’assistenza ai malati e agli anziani; la sussidiarietà che educa alla libertà; il contributo al bene comune e allo sviluppo integrale della società. L’attenzione prioritaria alla famiglia, scuola di vita sociale e luogo di umanizzazione per tutta la società, costituisce la cartina al tornasole di ogni agenda politica in quanto al bene della famiglia sono correlate tutte le dimensioni della vita umana: dalla tutela della vita, della salute e dell’ambiente al sistema scolastico che deve garantire una effettiva libertà educativa, alla organizzazione del lavoro e al regime fiscale che deve tener conto del contributo delle famiglie e non solo dei singoli individui al bene comune”.
La 45esima Marcia della pace, organizzata quest’anno nel capoluogo salentino dalla Conferenza episcopale italiana il 31 dicembre 2012, ha visto migliaia di fedeli, scout, esponenti di associazioni e semplici cittadini sfilare per le vie del centro prima di convergere in piazza del Duomo dove è stata celebrata la solenne messa dall’arcivescovo di Lecce, monsignor Domenico D’Ambrosio. I partecipanti alla marcia nazionale per la pace saranno protagonisti di una festa di capodanno diversa, alternativa, all’insegna della solidarietà. Non rinunceranno ad un sobrio momento conviviale, previsto al termine della marcia, proprio a cavallo della mezzanotte, nel cortile dell’antico seminario di piazza Duomo: panettone e spumante, all’insegna della semplicità. L’equivalente del “cenone di fine anno” di ogni partecipante sarà raccolto durante l’offertorio della messa conclusiva e sarà devoluto a favore degli ospiti del carcere di “Borgo San Nicola”.