Area commerciale villa Casale Piazza Armerina. Assessore comunale al commercio snobba vice presidente provinciale Fiva

L’assessore comunale al commercio, Giuseppe Di Prima, snobba il vice presidente provinciale della Fiva Filippo Villareale (nella foto) e buca l’appuntamento. L’amministratore comunale aveva convocato il sindacalista per un confronto sulla vicenda relativa all’attivazione dell’area commerciale della Villa romana del Casale ma non si è fatto trovare in Comune. «Ha fatto bene a non venire all’appuntamento che lui stesso mi aveva sollecitato – ha detto Filippo Villareale – avevo molte perplessità sulla sua buona fede dopo aver letto la notizia che l’amministrazione comunale ha rinviato al Presidente del Consiglio Venezia il primo regolamento che avevamo esitato in commissione con parere sfavorevole per gli evidenti profili di illegittimità. La concertazione non può certo avvenire dopo un atto di provocazione di questa portata e in ogni caso la questione non può essere discussa a quattrocchi ma bisogna allargarla a tutte le organizzazioni sindacali interessate».
Clima rovente dunque anche nei confronti dell’assessore più giovane della giunta municipale. La Fiva Confcommercio teme che Giuseppe Di Prima sia fortemente condizionato dal suo predecessore, il vice sindaco Teodoro Ribilotta, che ha sempre mantenuto un atteggiamento ostile verso gli operatori della Villa romana del Casale.
«Il muro contro muro non giova a nessuno – ha concluso Villareale – e il Comune deve rendersi conto che perdere tempo su posizioni di resistenza ingiustificata adesso potrà generare danni notevoli agli operatori che non saranno in grado di programmare i loro acquisti per la stagione turistica 2013. Anche a Enna la Provincia regionale sta cominciando a mostrare segni di impazienza e potrebbe intervenire con gravi provvedimenti che non aiuterebbero a trovare la soluzione sperata».
Adesso la parola passa nuovamente al Consiglio comunale, la cui maggioranza potrebbe essersi modificata a seguito di sotterranei accordi pre-elettorali. Le forze sindacali stanno comunque valutando l’ipotesi di ricorrere a nuove forme eclatanti di protesta per far valere le ragioni degli operatori, che adesso chiedono soltanto di procedere al trasferimento come previsto dalla legge regionale.