Enna. Hanno scambiato la Provincia per un bancomat: i Consiglieri costati già 500mila €

Oltre cinquecentomila euro annue è quanto ha erogato la Provincia regionale di Enna, durante questo mandato elettivo, per i componenti del Consesso civico. Un costo di circa un miliardo di vecchie lire annue che comprende anche i soldi per le missioni, quelli del rimborso benzina (escluso i residenti nel capoluogo) e i rimborsi ai datori di lavoro, quest’ultimi hanno fatto storcere il naso a molti cittadini, visto che l’Ente Provincia, per il solo 2012, ha sborsato circa 140 mila euro per sei consiglieri. L’anno prima ne aveva spesi 121 mila euro. Ma la cifra che fa sobbalzare dalla sedia, e che dovrebbe essere motivo di imbarazzo per la classe politica provinciale, è la somma corrisposta per le commissioni e le sedute consiliari: un milione e trecento mila euro dal 2009 al 2012. Se inoltre sommiamo le quattro voci, rimborso benzina (80 mila euro per il solo 2012), missioni, oneri per i datori lavoro e gettoni-indennità, la cifra, per il quadriennio 2009-2012 supera i due milioni di euro. Roba da matti. E non è finita perché occorre calcolare anche le spese del secondo semestre 2008, inizio mandato, e quelle per i primi quattro mesi del 2013, periodo in cui si conclude il quinquennio elettivo. A seguito dei dati scritti che abbiamo avuto possiamo dire che i consiglieri provinciali, in questo mandato, sono costati alla Provincia qualcosa come cinque miliardi delle vecchie lire. Occorre dire subito che il rappresentante del popolo, secondo legge, deve essere messo nelle condizioni di svolgere il mandato elettorale, ma qui parliamo di soldi pubblici. Ed allora occorre chiedersi: erano davvero necessarie le innumerevoli commissioni? Due anni fa il presidente del consiglio Massimo Greco emanò una circolare per rimarcare che le commissioni andavano convocate solo per discutere di argomenti attinenti le funzioni istituzionali dell’Ente. Fu anche posto un tetto all’ammontare complessivo dei compensi spettanti ai consiglieri che non poteva superare mille euro lorde al mese, frutto dei gettoni di presenza in occasione dei Consessi civici e delle commissioni consiliari. Ebbene, escludendo pochi consiglieri, tutti gli altri hanno sempre raggiunto quel tetto massimo di mille euro lordi al mese. Anche durante lo scorso periodo estivo, quando il caldo era asfissiante e gli ennesi erano in vacanza, molti consiglieri provinciali preferivano riunirsi all’interno del Palazzo del potere, quasi giornalmente, per cercare di trovare soluzioni ai problemi dell’Ennese. Ma cosa discutevano di così importante, al costo di 65 euro lorde a consigliere, al punto di non potere fare a meno di riunirsi anche con il sol leone? Un anno fa, nel leggere alcuni dati che avevamo pubblicato, un giovane disse: “Questi politici hanno scambiato la Provincia per un bancomat”. Ma a distanza di 12 mesi poco è cambiato. Di fatti le commissioni consiliari sono state convocate quasi giornalmente. Strano però che ancora oggi i consiglieri sentano l’esigenza di riunirsi molte volte, quando invece l’Assemblea Regionale Siciliana vorrebbe sopprimere le Province poiché definite onerose e inutili. O hanno ragione i consiglieri, oppure ha torto il governo regionale. Intanto ci si chiede se è giusto che la classe politica, che dovrebbe servire il cittadino, debba invece continuare ad avere molti privilegi. E’ la normativa che va modificata, a meno che l’Assemblea Regionale Siciliana non metta fine alla storia delle Province. Alla politica, in ogni caso, serve uno scatto morale. Occorre che ritrovi il senso civile.

Francesco Librizzi