Enna. Appello di una madre per conoscere la verità sulla morte della figlia

Enna. Non si rassegna la signora Maria Arena, madre della figlia Martina Nicotra quindici anni, morta a Palermo, dove, secondo la versione generale si è buttata dal balcone di un dentista, e venendo a conoscenza che la procura vuole archiviare la vicenda lancia un appello accorato.“ Chiedo di incontrare i magistrati della Procura di Enna. Non mi rassegno, voglio conoscere la verità sulla morte di mia figlia Martina, non possono archiviare la vicenda, desidero maggiori indagini”. La donna manifestatamene chiede di parlare con i magistrati, vuole sapere come si sono svolte le indagini, se è stata trascurata qualcosa . Sulla morte della giovanissima si sono aperte due indagini una ad Enna e una a Palermo. La procura di Enna ritiene che sulla morte della ragazzina non ci siano responsabilità di terzi, che la ragazza ha compiuto l’insano gesto perché voleva suicidarsi, mentre la magistratura palermitana ha deciso di aprire un’inchiesta ed ha iscritto alcune persone sul registro degli indagati per omicidio colposo. Martina a Palermo era ospite di una comunità per minori, dove era entrata nel mese di novembre 2011, mentre il suicidio è avvenuto a maggio del 2012. Dopo che la stessa aveva denunciato il padre di mandarla a lavorare nell’impresa di famiglia, ma lei si rifiutava di farlo. Alla fine si trattavano di accuse infondate, la stessa ragazza, subito dopo ebbe a ritrattare, tanto è vero che il padre è stato prosciolto. Accuse infondate che lei stessa ritirò, tanto che suo padre è stato prosciolto, solo che la ragazza fu mandata in una comunità di minori. Ora si sta valutando come la ragazza abbia lasciato la comunità, come mai si trovava nello studio di un dentista, come è possibile che nessuno si sia mosso nello studio per bloccare la ragazza che si stava buttando dal balcone. La signora Maria non si da pace ed ha deciso con fermezza di non fermarsi, vuole la verità sulla morte della figlia. Ad Enna il sostituto procuratore Marco Di Mauro ha lavorato sulla vicenda della denuncia della ragazza perché il padre la voleva fare lavorare, per il resto non c’è niente di irregolare, semmai a Palermo ci sono tanti interrogativi che attendono risposte ed è su questo che punta la signora Maria, ecco perché chiede di non archiviare la morte della sua bambina.