Enna. Primo appuntamento rassegna Inondazioni con Shitz

Mauro La MantiaEnna. Ho applaudito sino ad avere la sensazione di starmi lacerando le mani, e non è bastato. E’ un gesto che compio ritualmente ad ogni spettacolo: applaudo per sincero apprezzamento, per solidarietà, perché ci ho creduto o avrei voluto crederci, per incoraggiare gli attori e i personaggi a fare meglio in una prossima occasione, applaudo perché la fatica di chi sta in scena merita  la presenza partecipe dello spettatore, applaudo per solidarietà o per sollievo perché non è andata peggio di come io credessi, lo faccio anche per abitudine o perché mi auguro di non rivedere più  quel dato spettacolo o compagnia in scena, sono uno spettatore pretenzioso lo ammetto, ma ieri sera applaudire per lunghi minuti tentando di provocare la massima vibrazione di consenso e soddisfazione per la compagnia Idiot Savant andata in scena al Teatro Garibaldi con lo spettacolo Shitz – Pane, amore e … salame, non m’è bastato, avrei voluto fare di più ma non avevo altri mezzi di immediata espressione.

Posso però tentare di avvalermi di simboli complementari: la visione del Teatro Garibaldi che ha fatto il tutto esaurito; le parole di Elisa Di Dio in apertura della rassegna  “La visione di stasera è il meglio che si possa immaginare per chi fa teatro che se pieno è simbolo di vita, ed è un gesto rivoluzionario perché si preserva un’idea di futuro grazie alla vostra presenza”;  la seconda edizione della rassegna di teatro contemporaneo Inondazioni Festival   prodotta dalla Compagnia dell’Arpa, con il nuovo sottotitolo “Occhio dentro I Occhio fuori ,  che comincia accogliendo un “nostro attore”: Mauro Lamantia, giovane ennese che ha compiuto i primi passi sul territorio e da qualche anno si muove con successo per i vari teatri d’Italia. O ancora, l’interpretazione degli attori, preparati, ritmici, in sintonia gli uni con gli altri e capaci di riempire l’intero spazio scenico con i monologhi recitati e cantati a suon di chitarra, la familiarità nel rapportarsi al pubblico abbattendo la quarta parete con ilarità e coinvolgimento.

Ma passiamo alla trama, Shitz racconta la storia di una famiglia ebrea di epoca contemporanea: i coniugi Shitz e Setcha desiderano che la figlia, Shapratzi si sposi, è il loro unico ossessivo desiderio di appagamento affettivo. Ma anche Shapratzi non desidera altro che trovare marito per liberarsi dei propri genitori “il mio io vi lascia, migra altrove”, afferma contenta quando in un improbabile colpo di fulmine decide di sposare Tcharkès, un giovane arrivista intento solo ad arricchirsi. Il fidanzamento della coppia, illusorio desiderio di una nuova felicità per lei, velleitario desiderio di arricchirsi a palate per lui,  avviene all’insegna delle prime discussioni di famiglia per la spartizione dei “beni materiali”, ma anche il matrimonio non sarà da meno e così la stessa breve vita coniugale. Il desiderio di accumulare è tale per Tcharkès da giungere a desiderare la morte di entrambi i suoceri o comunque il loro totale abbandono in una solitaria vecchiaia; ma la solitudine non lascia scampo a nessuno: Shapratzi  ne è vittima da tempo e per questo incapace di sacrificarsi per i genitori “non posso sacrificare nulla, neanche simbolicamente, al mio benessere, avresti dovuto educarmi diversamente mamma”. Il marito ne sarà presto vittima, una guerra, una delle tante lo ha portato via e nessuno sa che fine abbia fatto, Shitz e Setcha riprendono con solitaria paralisi l’abitudinarietà della vita familiare senza più speranze.

L’intera vicenda, grottesca, cinica e ilare, ruota attorno alla ricerca del bene materiale in assenza di quello spirituale. Sognare un futuro migliore e soprattutto più agiato, come può essere sposarsi, diventa un modo per escogitare la distruzione l’uno dell’altro finendo con l’autodistruggersi irreversibilmente e mostruosamente.  Certo è che, al termine dello spettacolo ogni spettatore sia uscito dalla sala diverso da come vi era entrato.

La  tragi-commedia musicale SHITZ Pane amore e… salame (primo tassello di una trilogia intitolata Trilogia del Tradimento)  è liberamente tratta da Hanock Levin ed è una produzione Idiot Savant/Ludwig. Interpreti: Matthieu Pastore, Mauro Lamantia, Valentina Picello, Mattia Sartoni, Simone Tangolo, regia e drammaturgia sono di  Filippo Renda.

 

Livia D’Alotto