Mafia. Accusato di omicidio: Pernagallo salvato dall’ergastolo, è stato liberato

Nelle decisioni da parte dei giudici della Cassazione di confermare gli ergastoli per il nisseno Piddu Madonna e per l’ennese Gaetano Leonardo, detto “Tano u liuni” perché responsabili degli omicidi di Mungiovino e Giuseppe Cammarata, l’unico che si sia salvato è stato Pietro Pernagallo, 47 anni di Grammichele, al quale veniva assegnata la responsabilità dell’uccisione dell’imprenditore edile barrese Salvatore Saitta, uomo di spicco della famiglia di Cosa Nostra di di Barrafranca, ucciso a colpi di pistola, mentre stava scendendo le scale del suo studio il 25 giugno 1992, che era la risposta degli avversari all’uccisione di Borino Miccichè, pochi giorni prima delle elezioni regionali. Pernagallo era stata segnalato come esecutore dell’omicidio Saitta da diversi collaboratori di giustizia a cominciare da Leonardo Messina, Ciro Vara e Carlo Alberto Ferrato. Pietro Pernagallo, avendo i giudici della Cassazione annullato la sua condanna all’ergastolo, assegnatagli in primo e secondo grado sostanzialmente è stato graziato per cui ha lasciato il carcere per decorrenza dei termini della custodia cautelare. A decidere la sua scarcerazione è stata la Corte di appello di Catania, perché a Caltanissetta manca un’altra sezione della Corte di appello per poter decidere. A presentare l’istanza scarcerazione è stato l’avvocato difensore di Pernagallo, il penalista valguarnerese Antonio Impellizzeri. Soddisfatto al massimo il penalista valguarnerese per i risultati ottenuti sia in Cassazione sia presso la Corte di Appello di Catania che ha deciso la sua scarcerazione.