Lo sperpero nella politica? Non ad Enna i Consiglieri dicono: NO

costi politicaLo sperpero nella politica? Non ad Enna. A dirlo con certezza sono i consiglieri comunali del capoluogo che non ci stanno ad essere tacciati come la solita casta. Niente champagne o borse griffate, viaggi extralusso o regali milionari. “Ad Enna i gettoni di presenza sono tra i più bassi” dicono tutti i consiglieri intervistati per dire la loro sui costi della politica. Anche sulle cifre i consiglieri ci tengono a fare chiarezza perchè i 56,02 € a gettone sono al loro così come i 415.742 € spesi nel 2013 tra gettoni di presenza, rimborsi previdenziali e missioni.
“La gente ha ragione a lamentarsi dei costi della politica, però purtroppo si fa di tutta un’erba un fascio” dice Dario Cardaci (Nuovo Centrodestra) aggiungendo: “Pensano che gli stessi privilegi di alcuni siano paragonabili a livello locale”. Sui gettoni di presenza Cardaci rivela che spesso vengono utilizzati per attività connesse alla politica: “A questo aggiungiamo che si hanno ritenute medie del 30-40% e quello che resta è ulteriormente tassato” dice Cardaci sostenendo che “c’è comunque un gruppo, sia d’opposizione che di maggioranza, che registra un livello di produzione alto”.
I maggiori costi, spiega Gaetana Palermo (ex Mpa), sono legati alle attività di Commissione “dove però non ci sono sprechi se sono partecipate. In tal senso in I Commissione, dove sono presidente, abbiamo avviato una protesta per evitare gli sprechi, nel senso che se invitiamo l’assessore o i funzionari e questi partecipano allora non c’è nessuno spreco”. Di una migliore razionalizzazione parla Gianfranco Gravina (Pd): “I lavori di commissione sono importanti, forse più del Consiglio, perchè a volte un buon lavoro prima permette scioltezza in Consiglio, ciò non toglie, però, che anziché le tre commissioni settimanali se ne possano fare di meno”. Filippo Fiammetta (Gruppo Misto) ricorda che già alcune commissioni sono state diminuite e “per me non ci sono sprechi, in Commissione trattiamo argomenti importanti”.
Assoluto equilibrio tra guadagno e lavoro svolto secondo Stefano Rizzo (Pd): “Il gettone non è un metro di misura perfetto perchè può essere fatto anche un lavoro a tempo pieno e spesso è di un certo tipo, inoltre io non lo vedo come una retribuzione”. Per Cesare Fussone (Altrementi) nelle Commissioni il consigliere svolge un lavoro delicato e “spesso c’è chi reimmette il gettone nel tessuto sociale”.
Sui costi del Consiglio Comunale un pensiero lo abbiamo chiesto anche al Presidente Maurizio Bruno che ricorda come la scelta del legislatore di sostituire le indennità con i gettoni di presenza pensando di diminuire i costi spesso non ha avuto effetti. Inoltre “i costi venuti fuori sono in lordo. Io ad esempio percepisco la metà della spettanza e di questa quasi la metà è tassata”. Bruno, pur condividendo che la politica vada fatta a costo zero, ammette che “ci sono alcune uscite che magari non c’erano prima di ricoprire quell’incarico”. Il Presidente inteviene poi a difesa del ruolo delle Commissioni: “Li si svolge un’attività importante non limitata a semplici pareri, ma procede a proposte o richieste al Consiglio, al sindaco, agli assessori o agli uffici, a vagliare atti o farsi promotrice. Nonostante ciò ho chiesto ai consiglieri di limitarsi nella convocazione delle Commissioni e programmarla solo quando ce n’è il reale bisogno”.
Un discorso diverso, però, può essere fatto sul numero delle Commissioni esistenti; in atto sono cinque più la Conferenza Capigruppo; una di questa, la Quinta, è di recente costituzione, ha preso competenze dalle altre – di fatto spogliandole – ed in molti ritengono più utile ritornare al passato.
“Sulla V Commissione avrei il piacere che le forze politiche si confrontassero, sul come ne potremmo parlare insieme” propone Bruno ricordando che “è anche vero che rispetto a quasi un milione di indennità di prima, oggi si spendono 350 mila euro”.