Nicosia. Viaggio nel patrimonio dimenticato: San Michele

enchiese - san michele facciata e torre (orizzontale)Nicosia. Sono trascorsi 14 anni dall’ultimo intervento di restauro sulla chiesa di San Michele, nell’omonimo quartiere. Correva l’anno 2000 quando, dopo trent’anni di restauri infiniti, una delle più antiche chiese della città venne riaperta al culto. Edificata subito dopo la cappella bizantina di Santa Nicolella, le prime citazioni nei documenti storici su San Michele risalgono al 1134, quando Ruggero II, in un atto nel quale confermò le donazioni fatte dal padre, ne concesse il priorato ad un abate. La chiesa sarebbe stata edificata su una moschea in un quartiere che fu una roccaforte saracena, nella quale gli Arabi resistettero alla conquista Normanna. La torre campanaria venne edificata nel ‘400 e l’edificio fu rimaneggiato nel ‘700. L’interno conserva l’originaria struttura a tre navate con dieci colonne di pietra, che sorreggono gli archi a doppio raggio. La storia dei restauri di San Michele è un elenco di interventi scellerati: Il più clamoroso, la distruzione di un Cristo Pantocratore, operata nel ‘78 da uno dei tecnici della Soprintendenza all’epoca competente, che lo demolì. Dopo la riapertura di 14 anni fa si sperava in un grosso finanziamento che avrebbe dovuto permettere il recupero completo dell’edificio di culto. Nel 2006 era ormai chiaro che non c’era più alcuna traccia dei finanziamenti di “Agenda 2000” per circa 5 milioni di euro, necessari a consolidare la torre campanaria che, per gravissimi problemi strutturali era ingabbiata – e lo è ancora – da una impalcatura. Fu a causa del dissesto della rocca sulla quale sorge, che San Michele venne chiusa al culto. Successivamente sono stati effettuati alcuni interventi, ma sul costone roccioso considerato tra i più instabili del territorio, non sono arrivati gli interventi. Sulle antichissime strutture sono necessari ancora numerosi lavori di recupero, ma quello che è l’intervento improrogabile, sollecitato vanamente dal 2008, è il restauro della torre campanaria, che da una serie di indagini tecniche condotte da esperti nominati dalla soprintendenza, è risultata gravemente compromessa. Un campanile di grande pregio, ingabbiato da una impalcatura che, come confermato dai tecnici del Genio civile, il cui intervento venne chiesto nel 2010 dall’allora sindaco Catania, ha provocato enormi danni strutturali e andrebbe rimossa. Per scongiurare danni a cose e persone il Comune nel 2010 ha chiesto di rimuovere e sostituire il ponteggio, con tubi arrugginiti e tavolato ormai marcio, ma ad oggi, a 4 anni di distanza si attende ancora il via libera della Soprintendenza.

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