Asp Enna. Commissario Termine: gli attacchi sono sempre finalizzati

Termine giuseppe asp ennaEnna. Nell’ultimo mese gli attacchi al commissario straordinario dell’Azienda Sanitaria, Giuseppe Termine, sono arrivati da ogni parte, sostenendo che l’Azienda sanitaria ennese continua a mediocrizzarsi e a non essere adeguata per la collettività ennese. “E’ chiaro – esordisce Giuseppe Termine – che quando si cerca di cambiare qualche cosa per migliorarsi la resistenza è inevitabile, un pò per i pregiudizi ancestrali e poi per la difesa delle posizioni stabilizzate e di privilegi che non si vogliono mollare. Il mio vuole essere un ragionamento onesto, lineare, non sono qua a fare il rivoluzionario. In questa Azienda sanitaria si ha la necessità di mettere un poco di ordine, sono tante le irregolarità che sono state perpetrate nel passato, come attribuzioni improprie che sto cercando di “aggiustare”. Desidero un’Azienda sanitaria che abbia “le carte in regola e trasparente”. Lo dobbiamo a quelle persone che lavorano e faticano. Quando tempo fa sono andato in un Consiglio comunale dove mi volevano mettere sotto accusa, forse non capendo che il mio ruolo non è quello di creare difficoltà ma per migliorare i servizi, per costruire, qualcuno interessato, perché qui c’è un intreccio tra ospedale e comune, qualche moglie in giro che vuole fare carriera, o qualche amica; questa è una realtà molto piccola e tutto arriva alle orecchie del Commissario, e a quel punto il mosaico si ricompone”. Gli attacchi ad personam – afferma il dottor Termine – non sono mai gratuiti, ma sono sempre finalizzati, perché qualcuno o vuole avere di più o non vuole perdere quello che ha già, impropriamente ha. Il mio è un ragionamento elementare, in quella occasione ho detto una cosa semplice, che ho riferito all’Assessore regionale Borsellino. Chi impedisce il cambiamento della sanità ennese sono quattro politicanti e quattro sindacalisti. Ci sono dei sindacalisti, che hanno capito bene il lavoro da fare, così come ci sono politici che hanno capito che in una società che cambia qualche cosa la dobbiamo cambiare anche noi. Il motivo è che quando mi trovo a dovere osservare che c’è una pletora: legge 104, disabilità, permessi politici e sindacali. Io ho anche fatto politica, ma ho sempre privilegiato il lavoro. Qui ci sono dirigenti medici che si assentono cinque giorni su sei, questo non è un buon lavoro che si fa alla comunità. Ci sono i “fantasmi”, gli imboscati, quelli che la mattina entrano ma poi non si sa dove vanno, i sindacalisti debbono dare l’esempio di attaccamento al lavoro: quando sono al lavoro non possono girare per i corridoi degli ospedali, non si possono assentare dai posti di lavoro. Bisogna cercare di riportare tutti quelli che sono nei posti impropri di riportali ai posti propri! Se c’è qualcuno che ha delle prescrizioni, che alcune cose non li può fare (come turni particolari) bisogna impiegarlo nei servizi sia negli ambulatori che negli ospedali per quello che le prescrizioni dicono. Ad esempio se c’è una prescrizione che non si può essere utilizzati di notte, l’azienda queste persone li deve utilizzare di mattina, di pomeriggio, di sabato, di domenica. Il messaggio principale è quello che si è creata una cultura, purtroppo non solo nel territorio ennese, che tutti coloro che sono portatori di disabilità ecc… (sia medici, infermieri e amministrativi) venivano relegati dentro la direzione sanitaria, che poi diventa il luogo del pettegolezzo, e del malcostume. Nelle direzioni sanitarie debbono andarci persone competenti, perché debbono dirigere i lavori, non si possono mettere persone che vanno a bighellonare, addirittura a disturbare il personale che vorrebbe lavorare. Nessuno deve pensare che viene fatto qualcosa contro qualcuno, lo si deve principalmente a favore di coloro che lavorano con coscienza, con impegno e con dedizione. I Sindaci con cui mai mi sono rifiutato di parlare e discutere debbono prendere una posizione, debbono fare sapere se sono a favore di questi processi migliorativi o sono contrari, non debbono salvaguardare privilegi. Infine, al fine di normalizzare alcune sacche di malcostume oltre ad invitare alla vigilanza, in primo luogo, i primari, è stata interessata la Guardia di Finanza.