La Charì’a alla Pro Loco di Leonforte

coranoIl 13 marzo alle 18 e 30 nei locali della biblioteca comunale di Leonforte, inizierà la rassegna culturale Bibliotecando e il primo argomento sarà: la paura dell’Islam. “Mamma, mamma arrivanu li turchi” si diceva una volta per indicare l’uomo nero, lu dimonio e la lezione di lunedì 9 marzo, dell’Università Popolare, è stata dedicata proprio all’Islam. Il professore Nigrelli ha letto alcune delle 114 Sure del Corano, ha raccontato della Mecca , di Medina, del Profeta e di come il rosario o “cruna” sia un retaggio arabo, infatti la ripetizione ipnotica di formule e nomi serve al credente per incarnare la parola rivelata e nel caso dell’Islam, direttamente proferita per bocca di Maometto. Il Corano, in arabo Qur’àn: lettura, è recitato da milioni di fedeli che con le stesse parole in ogni parte del mondo: dal Senegal alle Filippine, già dall’undicesimo anno dell’Egira ossia dal 632 d.C. cinque volte al giorno così pregavano e così pregano. Per il mussulmano il Corano è la guida individuale e collettiva che venne trascritta in frammenti e imparata a memoria dai primi hàfiz, fedeli. Fu Abù Bakr, su consiglio di Omar che doveva succedergli, a riunire i vari frammenti in un unico corpus, l’ opera venne completata dal terzo califfo Othmàn che regnò dal 644 al 656. Il Corano non consacra solo un credo, ma anche una lingua: l’arabo. Ai tempi di Maometto, una moltitudine di dialetti di origine semitica era parlata nella penisola arabica. La parola divina rivelata dall’arcangelo Gabriele nell’idioma della potente tribù dei Qoraish divenne in tal modo universale e unificatrice. I terroristi che oggi sgozzano i mussulmani prima che gli occidentali ignorano o peggio travisano le Sure, il Corano infatti prescrive la conoscenza e aborrisce la crudeltà. “E’ Dio che v’ha soggiogato il mare perché vi corrano le navi al Suo comando….E ha soggiogato a voi quel che c’è sulla terra, chè tutto proviene da Lui; e certo i questo v’han Segni per gente che sa meditare!” Corano “la Genuflessa” 12-13.

Gabriella Gallo