Enna. Una talpa in Prefettura avrebbe avvertito Crisafulli del dossier sulla Kore

Una talpa in prefettura avvertì Crisafulli del dossier sulla Kore
Enna, venti giorni prima del via al commissariamento l’ ex senatore si diede da fare per sbarazzarsi di Guida
ALESSANDRA ZINITI per Repubblica

prefettura ennaGià alcune settimane prima che il prefetto Guida avviasse ufficialmente l’ iter di commissariamento della Fondazione Kore, Vladimiro Crisafulli e Cataldo Salerno sapevano cosa bolliva in pentola.
Le loro conversazioni, intercettate dalla Guardia di finanza che aveva messo sotto controllo i loro telefoni nell’ ambito dell’ altra inchiesta sulla malversazione di fondi destinati dal Comune di Enna, lasciarono di stucco i magistrati della procura, allora coordinata da Calogero Ferrotti. Dunque, dalla prefettura qualcuno bene informato avvertì con grande anticipo i vertici della fondazione e l’ ex senatore del Pd, che già a fine novembre parlavano tra di loro di come fare per sollecitare il Viminale ad allontanare quel prefetto sgradito.
Il 18 dicembre, quando Guida firma l’ apertura della procedura commissariale che fissa in 45 giorni il tempo entro il quale prendere una decisione, la manovra romana subisce una decisa accelerazione. Crisafulli parla più volte con il segretario particolare del vice ministro Bubbico, Ugo Malagnino, e gli fa premura, poi va a Catania a trovare Pino Firrarello e prova a interessare, ma senza successo, anche Anna Finocchiaro. Salerno va a Roma per seguire da vicino le manovre al Viminale. Se sia stato per queste ripetute sollecitazioni o no, lo deciderà il tribunale dei ministri, ma certo è che il 23 dicembre il prefetto viene trasferito senza alcun preavviso, come lui stesso confida al procuratore Ferrotti e al procuratore generale di Caltanissetta Sergio Lari, che nei giorni successivi gridano allo scandalo. L’ inchiesta della procura di Roma dovrà accertare, fra l’ altro, se – come ipotizza l’ informativa di accompagnamento inviata da Enna – alla prefettura di Enna ci fu una talpa che informò anzitempo Crisafulli e Salerno delle intenzioni di Guida.
Ma c’ è anche altro nella ventina di telefonate intercettate dalla Guardia di finanza di Enna.
Per cercare di sensibilizzare l’ amico Malagnino, Crisafulli gli offre un posto nel consiglio di amministrazione della Fondazione Kore. Quel cda i cui componenti – secondo lo statuto della fondazione – restano in carica a vita ma che poteva contare sul posto improvvisamente lasciato libero da Salerno, che a novembre si era dimesso dalla carica di presidente. «C’ è un posto nel consiglio della Fondazione a tua disposizione, per te o per chi indicherai tu», dice Crisafulli a Malagnino, che non sembra interessato all’ offerta ma dice di essersi attivato parlando con Bubbico.
Il tenore delle conversazioni intercettate non sembra lasciare adito a dubbi sul fatto che da Enna sia partita un pressing sul Viminale con l’ obiettivo, di vedere andar via il prefetto Guida. Se il trasferimento sia avvenuto dietro sollecitazione, come ipotizza l’ iscrizione di Alfano nel registro degli indagati per abuso d’ ufficio, o se si sia trattato di una coincidenza lo stabilirà l’ inchiesta romana. Certo è che, come notano gli inquirenti che hanno trasmesso le carte a Roma, Enna a cavallo di Capodanno rimase senza prefetto né questore per 15 giorni. E questo è un evento assolutamente insolito.
Quando, il 23 dicembre, il Consiglio dei ministri decide il trasferimento di Guida senza nominare il suo successore, al Viminale è noto da tempo che il 29 dicembre sarebbe andato in pensione il questore Filippo Guarino. Il suo successore, Enrico De Simone, si insedierà solo il 12 gennaio, e in quelle due settimane di interregno l’ ordine pubblico a Enna resta senza vertici. Il nuovo prefetto, Maria Rita Leonardi, arriverà solo a metà febbraio, quando dalla prefettura ancora senza testa, nello stesso giorno in cui Alfano riceve l’ avviso di garanzia, viene portato a compimento l’ iter di commissariamento avviato da Guida.